Ferdinando IV di Borbone
[Ed. 04/03/2005] In questi giorni di intenso freddo e di copiose piogge,si riaffaccia il solito problema delle frane e degli smottamenti,che oltre ad arrecare disagi alla popolazione,sono causa di innumerevoli costi alla intera collettività.
Quel che è evidente a tutti è il totale abbandono in cui versa l’intero territorio,senza cioè quel sano controllo,unico preventivo rimedio ai danni della natura e dell’uomo.
In questi giorni di frenetica attività istituzionale,solo perché si andrà a votare per il rinnovo del massimo organismo territoriale,si riaffacciano le problematiche del meridione,i ritardi nello sviluppo,la disoccupazione,le zone interne e quant’altro possa servire a mortificare il cittadino,che alla fin fine si sente l’unico responsabile e perciò costretto col suo voto a rimediare ai danni arrecati alla propria terra.
Lasciamo perdere!
Mi piace ricordare un aforisma,ascoltato alcuni anni fa in una tribuna elettorale e che val la pena ricordare:
“……….non è un caso che per il vostro partito sia stato il primo a chiamare il sud Italia,il nostro Mezzogiorno,perché è a mezzogiorno che si mangia e si beve alla faccia…….”
Se il lettore pone mente ai programmi delle precedenti elezioni,non troverà nulla di nuovo,quel che è cambiato è qualche simbolo e forse qualche slogan,in più dovremo sorbirci i faccioni sorridenti e ammiccanti di personaggi equivoci e altalenanti tra schieramenti mai definiti e mai completati,rubando lo spazio a qualche cartellone pubblicitario di qualche ragazza prorompente,che ci ricorda la bellezza della vita e che ci aiuta a vivere con quel giusto equilibrio di sapori all’agrodolce.
Perché questo scritto?
Per verità storica e per sano amore della mia Terra.
Nei convegni che proliferano sul territorio e che discutono del tutto e forse anche di qualche cosa concreta(sarebbe il caso di disciplinarne l’uso come si fa con i crediti scolastici) ho ascoltato alcune eresie e concettualismi,frutto di scopiazzature mentali,in riferimento alla causa effettiva del degrado paesistico-ambientale,e quindi del territorio.
Qualche eminente esperto e ricercatore,rimandava ad una precisa responsabilità pre-unitaria,la causa del degrado ambientale e dei tanti movimenti franosi,specie in Irpinia dopo l’impauperimento boschivo dovuto al taglio di intere foreste,per assecondare un non ben specificato interesse economico dei Borboni.
Niente di più falso !
In appendice a questo saggino,si potrà leggere un Bando Reale del 30 Maggio 1763.
Con questo Bando. Ferdinando IV di Borbone, appena tredicenne, comunicava la seguente Real Determinazione:
“Intento costantemente il Re al ben essere dei suoi sudditi,è venuto a concedere in tutte le Provincie del Regno l’esenzione del Catasto,o della decima relativa alla miglioria,per lo spazio di quarant’anni a tutto quel terreno ingombrato ora di macchia,in cui si piantassero Olivi,e per lo spazio di venti a quello,che si destinasse per semina,o altro uso;ben inteso che in questo secondo caso restino eccettuate le colline,alle quali se si toglie la macchia;debbonsi necessariamente sostituire alberi i quali colle loro radici tengan ferma la terra,e l’assicurano dal pericolo di rovesciarsi sul piano.E rispetto alli Proprietari degli indicati terreni,è venuta benanche la M.S. in determinare che debbano godere della divisata esenzione dal giorno,in cui siano già piantati gli olivi,e seminato il campo per la prima volta……………”
Che dire!
Il lettore avrà compreso su quali congetture si reggono le elaborazioni storico-scientifiche di questi convegnisti as-saggiatori del territorio.
Una breve considerazione,mi è pur concessa:
Grazie all’illuminato intento di un sovrano-fanciullo,queste nostre terre divennero abitabili e decorosamente agiate.
Nasce dall’idea di un giovanetto ben consigliato(ministro Tanucci)la tradizione meridionale per L’Ulivo e per l’olio extra vergine,come per il grano di queste terre, forte e vigoroso(per resistere al clima)e perciò fondante per la produzione di pane e paste di qualità.
Grazie Ferdinando! Un Grazie sincero e riconoscente,sperando che i futuri governanti della nostra bella terra,siano veri e sinceri evitando di promettere cose che non sanno fare,ma promettendo solo di non derubarci della speranza. [Nativo]
Antonio Stiscia