Etimologia del nome MALVIZZA
Mario Sorrentino
[Ed. 10/01/2005] Il nome MALVIZZA è un termine composto, analizzabile come male e vizza, che del resto corrisponde integralmente all’espressione dialettale locale. Si tratta di due aggettivi (riferiti ovviamente al sostantivo sottinteso “terra”) , il primo dei quali è da riferire all’aggettivo latino “maleficus”; e il secondo all’aggettivo di grado comparativo, sempre latino, “vietius”, il quale, nel grado positivo, fa “vietus”, che significa “ripiegato su se stesso, vizzo, troppo maturo, rinsecchito”. E che applicato ad un terreno in senso figurato poteva esprimere il senso “esaurito, che non dà più frutto”; e applicato ad una donna o ad un animale femmina poteva significare anche “sterile, non in grado di fare più figli”..
Da queste premesse derivo l’ipotesi: “MALVIZZA”> “terra malefica che non dà frutto”.
Ma la Malvizza nel suo insieme non è una terra poco fertile, dunque?
Bisogna allora pensare che questo nome sia dovuto alla presenza da quelle parti della manifestazione di vulcanesimo minore chiamato localmente Le Bolle, dove la terra è sterile. Il termine, sia pure specifico di una parte tutto sommata molto limitata come spazio, dà nome all’intera contrada per “sineddoche “, un traslato di senso che spesso agisce in toponomastica, per cui la parte dà nome al tutto di cui fa parte, se questa per un suo senso “notevole e predominante” qualifica quel tutto di cui è, in un certo modo, il cuore.
Per scrupolo, aggiungo che alcuni localmente credono che il nome della contrada derivi dal nome di un uccello che viene cacciato nella zona. Si tratterebbe del malivizzu. Sembra evidente che sia invece l’uccello ad aver ricevuto l’appellativo dalla zona dove passa, non so se per migrazione, e non viceversa. Tornando a “maleficus”, “che fa male, che è dannoso”, usato nel nostro caso al femminile e con connotazione anche morale e religiosa, è molto probabile che l’aggettivo richiami l’idea dell’infernale, dell’arcano, ecc. da sempre associata nelle leggende cristiane e nel folclore, in genere, alle nostre Bolle.” [Nativo]