Fonti per la Storia di Montecalvo Irpino
Prefazione
Carmelo Lepore
[…] I due volumi delle «Fonti per la Storia di Montecalvo Irpino» sono opera di due montecalvesi, che l’amore per il natìo borgo ha indotto, distogliendoli dalle comuni propensioni del nostro tempo, a ricercare, compulsare e, spesso, recuperare polverosi e ammuffiti registri, nell’ansia di conoscere e far conoscere uomini, tradizioni e istituzioni del passato, sottraendoli all’incuria e all’oblio in cui il volger degli anni li aveva immeritatamente inviluppati.
Essi, a prima vista, sembrano risentire d’una temperie storiografica oggi alla moda, di quella montante corrente della demografia storica, che nell’ultimo decennio in ispecie ha ricoperto, per usare un’affermazione del villani, il valore dei libri e degli archivi parrocchiali come «fonte essenziale per lo studio analitico della popolazione».
L’opera pur potendo servire come valido strumento a uno storico della demografia, non si propone affatto quale studio delle curve demografiche in Montecalvo. Più semplicemente essa s’inserisce in uno dei più antichi e gloriosi filoni della moderna storiografia, quello cioè della pubblicazione delle fonti, che fra ‘800 e ‘900 (senza con ciò voler pretendere immotivate e ingiustificabili comparazioni, che sarebbero davvero fuor di luogo!) ha conosciuto l’esemplare monumentale delle collezioni dei «Monumenta Germanie Historica» e delle «Fonti per la Storia d’Italia» che in questi ultimi anni ritrova nuova linfa nelle pubblicazioni dell’Institut de Recerche et d’Histoire des Textes».
Inserita in siffatto filone, l’opera di Lo Casale e Cavalletti risulta, ovviamente, oltremodo ponderosa e tale, quindi, da scoraggiare la massa dei lettori superficiali e frettolosi. Essa non è, e non vuole essere, un’agile sintesi dei vari momenti storici. E’ solo un’opera di consultazione. Lo dimostra chiaramente il suo impianto; lo dimostra soprattutto il secondo volume, incentrato per tre quarti su un’apparente congerie documentaria.
I lettori frettolosi, quelli che si dilettano di storia locale, possono ben limitare la propria attenzione al primo volume, il più agile dei due, dedicato alla presenza degli Agostiniani in Corsano e Montecalvo, o anche al 3° capitolo del volume 2°, che soddisfa «ad abuntantiam» i curiosi di onomastica montecalvese. Ma il lettore paziente, lo studioso, troverà nell’intera opera molto pane per i suoi denti […]
[…] resta una realtà essenziale e inconfutabile: la realtà del fondamentale contributo che, con queste loro «Fonti», Lo Casale e Cavalletti apportano alla conoscenza storica della terra montecalvese; la realtà del valore incommensurabile che la loro documentazione, sottratta all’incuria degli uomini e all’edacità del tempo, acquista per chiunque in futuro vorrà accingersi a tracciare un profilo documentato alla storia di Montecalvo e di Corsano.
[Cavalletti G.B.M. – Lo Casale G., Fonti per la Storia di Montecalvo Irpino, Poligrafica Ruggiero , Avellino, 1985]