Libri. Ha visto la luce l’ultimo lavoro di Mario Aucelli: “La memoria restituita”
Antonio Cardillo
[Ed. 12/06/2011] Montecalvo Irpino AV – Il giornalista Mario Aucelli, da pensionato (dopo oltre cinquant’anni di professione presso importanti testate), ha raccolto in sei volumi (che potrebbero diventare sette) il materiale dell’ emeroteca personale (e in parte anche di quelle pubbliche). Su suggerimento dell’Accademico dei Lincei, Professore Emerito Domenico Demarco, lo ha organizzato facendo rivivere la memoria di fatti paesani che ormai più nessuno conosce.
La ricerca che ha per titolo “LA MEMORIA RESTITUITA” che, così com’è articolata, potrebbe paragonarsi alla “Enciclopedia di Istanbul” dello scrittore turco Resat Ekrem Koku che, tra la fine del 1800 e buona parte del 1900, usava annotare ogni giorno ciò che accadeva nella sua città e che, poi, pubblicava a dispense.
Questo il piano della pubblicazione:
1 – Dal Fascismo ai Commissari civici: il Ventennio a Montecalvo Irpino (già pubblicato).
2 – I Sindaci di Montecalvo Irpino dalla Liberazione ai giorni nostri: 1946/2009 con, in coda, la “ricostruzione del Collegio Elettorale Provinciale n. 18 con le schede e foto di tutti i consiglieri ed assessori eletti dall’istituzione (1952) al 2009 (Collegio soppresso con la legge n. 42 del 26 marzo 2010; Montecalvo è stato “aggregato” al Collegio di Ariano 1).
3 – EFFEMERIDI: alla scoperta del territorio ed altre piacevolezze per mantenere vivo il ricordo di Montecalvo.
4 – Montecalvo una volta: la Storia (recente), la cronaca, i documenti.
5 –SENZA INDICE: il folclore… ed anche un po’ di Storia vera (sempre in relazione al titolo). (*)
6 – L’origine del Mondo: tira chjiù nu péle di ciònna ca ciéntu paricchji di vuòvi (aneddoti osè).
Il primo volume, edito a cura del dott. Alfonso De Cristofaro, in elegante veste tipografica (pur non essendo stato “pubblicizzato” ha avuto un buon riscontro di acquisto) parla di un periodo che i montecalvesi più o meno giovani non conoscono. È stata ritrovata negli archivi di Firenze la documentazione che ha fatto rivivere la figura di un antifascista montecalvese (Gustavo Console) a cui il capoluogo toscano ha dedicato una strada per i meriti che aveva accumulato (un’Università campana ha chiesto il permesso di poter utilizzare la “scheda” riguardante Console). Si parla del Fascismo a Montecalvo e degli abusi di alcune “figure” che si pavoneggiavano nell’orbace. Si troveranno i nomi dei “costituenti” dei vari partiti politici sorti dopo la Liberazione. È stato rintracciato l’elenco di tutti i confinati politici esiliati a Montecalvo e di quasi tutti sono stati ricostruite le “vicissitudini” (in coda si troverà la trascrizione di un libro scritto da un esiliato e che traccia uno spaccato di Montecalvo che nessuno più conosce. Il libro fu scritto in sloveno, lingua parlata dall’autore che era di origine slava. Mario Aucelli ha incontrato la figlia, professoressa a Lubiana, che con entusiasmo ne ha curato la traduzione in italiano. Sei copie del primo volume sono state acquistate da istituzioni e biblioteche slovene operanti a Trieste. L’autore all’inizio di giugno di quest’anno a Trieste ha incontrato i responsabili. Gli è stato consegnato un “documento” in fotocopia tratto da una enciclopedia in sloveno (tradotto, successivamente, dalla professoressa Bogomila Kravos). Qui si parla, con risentimento ed in modo poco entusiasta della “snazionalizzazione e l’italianizzazione delle minoranze slovene e croate” fatte da un nostro compaesano che all’epoca fascista era un alto responsabile governativo in quel territorio. A Mario Aucelli, per obiettività, è stato chiesto dai parenti dei perseguitati sloveni del Fascismo, di inserire, in un futuro suo libro, quanto consegnato. L’autore si è impegnato a farlo trascrivendo quanto ricevuto in un capitolo di un prossimo libro dove si parla dei “Montecalvesi sulla cresta dell’onda”.
A leggere il volume edito si potranno scoprire ancora tantissime “novità” e curiosità. Nei volumi di prossima pubblicazione si troveranno interessanti notizie sulle “antichità” locali . Sulla cronologia dei preti, sull’origine della scuola montecalvese, sulla “sanità” (dai metodi empirici alla “scienza esatta”). L’autore ha cercato di ricostruire i nomi di tutti i laureati montecalvesi.
In un bel capitolo dal titolo “La memoria nelle mani” si troveranno elencati i mestieri che furono , documentati anche fotograficamente. È stato elaborato un “glossario” di un migliaio di termini paesani ormai non più in uso. Anche dei “modi di dire” arcaici è stato fatto un’attenta ricerca e trascrizione. Nel capitolo chiamato “De re coquinaria” sono stati riportate le ricette dei piatti e dei dolci montecalvesi. Anche per documentare la “cibaria arcaica” l’autore ha ottenuto la massima collaborazione di tante signore che hanno appositamente preparato i cibi e le leccornie di una volta che ormai fanno parte solo del ricordo di pochi eletti.
Le cose trovate e documentate sono tantissime. Le foto sono più di un migliaio (vecchie e nuove). Il volume sui Sindaci oltre ad una sinossi iniziale dove si indicano le “autorità” del tempo, contiene schede più o meno su tutto quello che all’epoca del mandato fu realizzato. Si scoprirà così come il paese è cambiato (in meglio o in peggio). Si troveranno notizie sull’emigrazione (antica e moderna) e sui censimenti montecalvesi dal 1861 ad oggi. Il volume sugli aneddoti osé farà scoprire cose sorprendenti così come raccontate dalle vecchie affabulatrici: non essendoci “foto osé” d’epoca alcune “avventure” saranno illustrare dai disegni stilizzati di un noto pittori straniero.
Bisogna prendere visione dei testi per rendersi conto della bontà dell’attenta ricerca, molto apprezzata al di fuori del paese da chi ha avuto il piacere di leggere le bozze. L’autore, dove possibile, ha realizzato una rassegna di titoli di giornali che hanno riportato, nel tempo, gli avvenimenti più eclatanti del paese. Ciò per facilitare eventuali futuri ricercatori. Le notizie, anche di poche righe, su suggerimento del Prof. Demarco, sono state riportate con un titolo. Questo per dare la possibilità agli studenti delle facoltà triennali di poter “suggerire” ai relatori l’argomento della tesi da elaborare sul proprio paese d’origine (pare che questa sia la tendenza attuale nelle Università italiane; le tesi triennali, per statuto, non dovrebbero superare le cento pagine). [Nativo]
(*) È stato scelto il titolo “Senza indice” perché, per gli argomenti trattati, le schede si possono continuamente aggiornare o integrare.