Angelo Corvino
E’ stato considerato il bambino prodigio della comunicazione audiovisiva e multimediale. Negli anni ’70, all’età dell’asilo, gira per casa con la cinepresa super 8 in mano, sottratta di nascosto ai genitori, e già studia le prime inquadrature.
Nel 1987, a 14 anni ancora da compiere, realizza servizi televisivi sportivi e documentari storici per una emittente televisiva locale con la telecamera ed i videoregistratori famigliari utilizzando un Home Computer Commodore 64 per le animazioni grafiche. Nascono così il primo incontro con la programmazione ed i primi esperimenti di integrazione video-informatica.
A quindici anni le prime esperienze di regia televisiva alla Jonathan Video. A sedici scrive per Il Giornale di Napoli e per la rivista Musicasocietà. Sempre a 16 anni, a scuola, l’incontro definitivo con l’informatica di base all’Istituto Tecnico Commerciale G. Bruno di Ariano Irpino, indirizzo programmatori.
A 17 fa parte di una troupe che realizza telefilm a sfondo culturale sulle feste popolari italiane. Lavora con Leo Gullotta, Enzo Cannavale, Lino Troisi, Imma Piro, Ida Di Benedetto e Rosaria De Cecco, brava ed apprezzata attrice di teatro napoletana. Sempre a 17 anni progetta e realizza software di elaborazione statistica per il Centro di Servizi Culturali della Regione Campania. Dal lavoro vengono fuori i dati inseriti nella pubblicazione Il Disagio Scolastico.
A 20 anni è analista programmatore ed effettua consulenze informatiche per aziende ed Enti Pubblici.
Dai 22 ai 25 anni si dedica anche al sociale con attivismo nella Pro Loco Montecalvo, del quale è presidente dal 1995 al 1997. Nel periodo della sua permanenza nell’associazione rilancia l’esperienza del Gruppo Folcloristico con partecipazioni in diverse trasmissioni della Rai finalizzate alla valorizzazione della cultura e dei prodotti tipici locali. Nel 1995 promuove e realizza, in collaborazione con dirigenti della COOP Nord Est, indagini di mercato per la collocazione in mercati esterni dei prodotti tipici locali. Incentiva l’agricoltura biologica favorendo riunioni con gli agricoltori. Fa incidere i canti popolari su supporti digitali. Promuove il folclore del sud Italia a livello internazionale con partecipazioni a meeting esteri e pone l’accento sulla necessità di recuperare il centro storico del suo Comune.
A venticinque anni, nel 1998, approda a Canale 58 di Ariano Irpino attratto dalle antiche passioni della televisione e del giornalismo ed anche dalla presenza di un giornalista di rango alla guida del telegiornale. Qui incontra Gianni Raviele, già vicedirettore del TG1 e direttore di RTV Tele San Marino. Suo il reportage, con commento in diretta dello stesso Raviele, a poche ore dall’alluvione che nel ’98 colpì Quindici in provincia di Avellino con immagini destinate a finire negli archivi storici della televisione. E’ quello il battesimo del fuoco. La sua fu la prima telecamera ad arrivare nella piazza del paese, via terra. A Canale 58 firma anche diverse regie di trasmissioni giornalistiche. Nel 1999 lascia la struttura perché la dirigenza non garantisce lo sviluppo della produzione digitale e l’implementazione della comunicazione via web che sono le sue fissazioni e fonda la Samnium Projects Multimedia. Nasce così quella che viene considerata una delle prime esperienze di comunicazione web dal basso, in sé innovativa: i fatti di una comunità locale on-line pressoché in tempo reale con criteri giornalistici. Dal 2001 è corrispondente del Corriere dell’Irpinia di Gianni Festa da Ariano Irpino. Qui firma il reportage dalla strage dei Curdi ritrovati morti in un Tir in Autostrada. Inviato a San Giuliano di Puglia per il terremoto del 2002. Sua la notizia, circolata sui media nazionali, del ritrovamento miracoloso della statua della Madonna dell’Abbondanza con un teschio nella pupilla destra. Da Ariano Irpino, nel marzo del 2004 firma i servizi radiofonici diffusi sulle maggiori radio italiane in occasione della rivolta dei rifiuti. Nella stessa occasione cura l’ufficio stampa delle associazioni ambientaliste raggiungendo l’obiettivo di interessare ai fatti di Ariano tutte le testate giornalistiche nazionali per un’intera settimana. Non c’è Tv, giornale o radio che in quei giorni non parla degli accadimenti di Ariano Irpino. Dal gennaio del 2004 è iscritto all’Ordine dei Giornalisti Italiani.
Chi lo conosce bene giura che si tratta di una persona schiva che non ama il clamore. Alla confusione preferisce la quiete della campagna. Forse anche per questo ha, finora, sempre rifiutato di spostarsi definitivamente dal luogo natio e cercare fortuna altrove. Sono convinto che nell’epoca della telematica si possono creare opportunità anche nei posti lontani dai centri nevralgici dell’obsoleta civiltà industriale – ama ripetere ai suoi amici. Ma, nonostante questo, è affascinato dalle metropoli moderne. Conosce diversi linguaggi di programmazione informatica, ed è un esperto di reti telematiche. E’ fotografo, operatore, montatore, regista ed autore di testi televisivi. Nel montaggio conosce sia le tecniche tradizionali dell’AB roll che quelle non lineari di cui è un pioniere e profondo sostenitore. Crede nella rivoluzione digitale e nella tv interattiva. Fissato per le inquadrature assurde. Ama i contributi audiovisivi senza parlato fuori campo al quale preferisce gli effetti sonori originali o temi musicali. Dice sempre, scherzando, che non avrebbe più nulla da fare se improvvisamente sparissero dalla faccia della terra tutti i monitor o l’energia elettrica. Ama tutti i generi di musica ma solo i pezzi che riescono a suscitare un’emozione. Ha una particolare predilezione per la musica di Chopin. Sul lavoro è definito un fanatico, perfezionista, spesso anche rompiscatole per la ricerca del prodotto ottimale. Non sopporta l’approssimazione ed il qualunquismo.
Naturalista convinto, crede nei valori della pace ed è un profondo sostenitore del dialogo come mezzo per risolvere i conflitti. Non ha svolto il servizio di leva. Gli interessano le sfide del cambiamento a patto che non siano contrapposizioni tra persone. L’unica sfida diretta che accetta è quella tesa a superare i suoi limiti. Ama mettersi in discussione ed avvicinarsi a settori nuovi. In poche parole è affascinato dalle novità. E’ sigle, non per scelta ma per necessità. Non ho ancora incontrato la ragazza giusta – risponde quando gli vengono rivolte domande in proposito. Ritiene fondamentali nella sua formazione professionale le frequentazioni avute con lo storico Giambosco Cavalletti, con il coreografo Alberto Palladino, con il pedagogista Giampiero Grasso e con il programmatore Mauro Bianco. Nel campo del giornalismo ritiene assolutamente determinate l’aver lavorato con Gianni Raviele, che definisce un maestro di televisione, di giornalismo e di vita, e con Gianni Festa. E’ un sognatore che bada al pratico, si accontenta di poco. L’importante è riuscire a fare ciò che gli piace di più: sperimentare nel campo dell’informazione multimediale.
Redazione