Cronaca
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L’Estate Montecalvese non corre rischi
Redazione
[Edito 08/07/2013] A seguito dell’articolo pubblicato di recente su questo sito con titolazione: Crisi Pro-Loco a rischio l’Estate Montecalvese”, ci è giunta la segnalazione da parte del Presidente dell’Ente, che smentisce l’esistenza di una vera crisi e ribadisce che le attività saranno svolte cosi come previste dal calendario presentato a suo tempo all’amministrazione comunale. Le prossime manifestazioni in calendario: Festa della Birra 8/9 agosto – Festa del Pane e della pizza di montecalvo il 14 agosto e 40° Sagra dei cicatielli il 15 agosto si svolgeranno nei modi e nelle forme cosi come stabilito dal Cda della associazione, nonostante il disimpegno e le divergenze di qualcuno. Problemi che saranno chiariti e risolti alla fine delle manifestazioni nei luoghi preposti a ciò. Quindi si ribadisce che i Montecalvesi possono stare tranquilli, la loro “Estate” è salva e speriamo che si svolga al meglio dal punto organizzativo considerato anche la presenza di forze nuove giovanili che affiancheranno la dirigenza in questa preziosa attività. [Nativo]
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Dalla zona rossa alla verde Irpinia
Redazione
[Edito 05/02/2011] E’ stato sottoscritto dalla Regione, dalle Province di Napoli ed Avellino e dai comuni di Ariano Irpino, Casalbore, Greci, Montaguto, Montecalvo Irpino, Svignano Irpino, Villanova del Battista e Zungoli un Protocollo d’Intesa per avviare una serie iniziative rivolte al decongestionamento abitativo della zona rossa del Vesuvio ed al potenziamento degli insediamenti residenziali nell’area dell’Ufita. Alla firma del Protocollo d’Intesa hanno preso parte l’assessore regionale all’Urbanistica ed al Governo del Territorio, l’assessore all’Urbanistica della Provincia di Napoli, l’assessore allo Sviluppo Economico della Provincia di Avellino, l’assessore alla Cultura del Comune di Boscoreale e i sindaci di Ariano Irpino, Casalbore, Greci, Montaguto, Montecalvo Irpino, Svignano Irpino, Villanova del Battista e Zungoli.
La Regione a tal proposito ha già stanziato 2 milioni e 500 mila euro. Si tratta di un primo stanziamento destinato agli incentivi che saranno utilizzati per il recupero degli edifici ubicati nei comuni irpini ed attualmente disabitati. Gli immobili saranno destinati ai cittadini provenienti dalla zona rossa. Il Protocollo d’Intesa denominato “Dalla zona rossa alla verde Irpinia” serve, infatti, ad attuare sinergie e progetti per favorire il trasferimento dei cittadini attualmente residenti nell’area ad alto rischio vulcanico del Paese in otto comuni interni della regione. L’iniziativa attua, inoltre, la proposta di Piano Territoriale regionale che prevede tra gli obiettivi quello del riequilibrio residenziale del territorio regionale.La Regione, la Provincia di Napoli, la Provincia di Avellino, la Comunità Montana Ufita, otto comuni dell’avellinese e l’Assemblea dei sindaci della zona rossa intendono attuare, quindi, un progetto pilota per la salvaguardia del territorio e dello sviluppo socio/economico dell’area vesuviana e contemporaneamente valorizzare i centri abitati delle cittadine interne dell’avellinese. Nelle prossime settimane, si studieranno iniziative per consentire ai residenti della zona rossa di trasferirsi nei comuni dell’Ufita e per programmare interventi di recupero del patrimonio edilizio pubblico esistente a Casalbore, Greci, Montaguto, Montecalvo Irpino, Svignano Irpino, Villanova del Battista, Zungoli, Ariano Irpino. Si punta, inoltre, ad individuare progetti di valorizzazione al fine di creare, anche, sinergie produttive tra l’area vesuviana e l’Ufita, a programmare interventi per il miglioramento della qualità della vita con particolare riferimento alle infrastrutture culturali, sociali e telematiche. Il primo appuntamento culturale sarà la visita di 100 ragazzi dell’Ufita alla festa del libro che sarà organizzata nel mese di maggio a Boscoreale. “Con il Protocollo d’Intesa” dichiara l’Assessore alle Politiche del Territorio “mettiamo una accanto all’altra problematiche legate agli insediamenti residenziali, questione fondamentale anche del Piano Territoriale regionale appena approvato dalla Giunta regionale. Se la zona rossa è sovraccarica di persone, e pertanto si deve alleggerire la tensione abitativa, dall’altro vi sono nelle aree interne, come la valle dell’Ufita, centri che soffrono per il progressivo spopolamento. In particolare, negli otto comuni avellinesi si è assistito, all’indomani del terremoto dell’80, alla fuga di moltissimi nuclei familiari. Vi è, inoltre, un ingente patrimonio immobiliare pubblico che deve essere recuperato. Ecco, quindi il significato di questa iniziativa”. [Nativo]
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Presentata la IX edizione di Pianeta Donna
[Edito 28/07/2010] Pianeta Donna, lunedì mattina a palazzo Caracciolo la presentazione della nona edizione della prestigiosa kermesse, organizzata dall’avvocato Franco Campana.
Una rassegna tutta al femminile per riammagliare il mondo dello sport con quello del lavoro nel segno dell’aggregazione e dell’eccellenza.
Parterre d’eccezione per la presentazione nella sala Grasso di piazza Libertà con il presidente Cosimo Sibilia, l’avvocato organizzatore della kermesse Franco Campana, il sindaco di Montecalvo Carlo Pizzillo, i consiglieri Giuseppe Stiscia e Rosa Caccese, il direttore commerciale dell’atelier Pantheon Generoso Albanese.
Il prossimo trenta e trentuno luglio le tappe irpine. In programma per venerdì trenta luglio la presentazione, nell’aula consiliare del comune di Montecalvo del cd “Rotta su Napoli”, del maestro Mimmo Di Francia, celebre autore di intramontabili successi di Peppino di Capri.Sabato a Montecalvo di scena “Fate e streghe, donne tra sacro e profano” in collaborazione con l’organizzazione di miss italia, con la consegna dei premi dell’eccellenza irpini nel mondo e in più l’attesissima sfilata delle modelle miss con indosso i capi da sposa dell’atelier Pantheon. Nell’ambito della conferenza stampa di presentazione dell’evento, che si terrà nel comune di Montecalvo Irpino fino al prossimo 31 luglio.
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Riapertura Ufficio Postale di Viale Pini
[Edito 02/08/2012] Montecalvo Irpino AV – Dopo circa 15 giorni di chiusura l’ufficio postale di Montecalvo Irpino ha ripreso in pieno la sua funzionalità. L’interruzione del servizio si era resa necessaria per adeguare la struttura degli uffici alle nuove esigenze dei servizi di Poste Italiane. Nel periodo di chiusura, molti sono stati i disagi subiti dalla popolazione costretti a recarsi presso gli uffici di contrada Palazzisi [Nativo]
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Padre Domenico De Marco
Armando Montefusco.
[Edito 05/10/2023] A fine Ottocento , ormai il Convento dei PP.Liguorini , era diventato una realtà molto attiva e protagonista nel contesto socio- religioso della città. Un momento particolarmente importante si ebbe comunque quando alla guida della comunità venne designato padre Domenico De Marco, un irpino di Montecalvo. Padre Domenico de Marco (Domenico Ascanio Michele) nacque a Montecalvo irpino il 23 gennaio nel 1841 da “ nobile, ricca e pia famiglia”.1 I genitori erano Giovan Battista De Marco Notaio e Maria Michela Elisabetta Capozzi. Dopo aver compiuto i primi studi nel seminario di Nusco, entrò nella congregazione dei Redentoristi dove fu ordinato sacerdote nel 1863. Insegnò nei Collegi di Troia (FG) e Torremaggiore (FG) e, alla morte di Padre Lanzetta (30 ottobre 1888), fu trasferito ad Avellino, per insegnare filosofia. Profondo conoscitore delle opere di S. Tommaso, S. Agostino e S.Alfonso , fu molto apprezzato per la sua dottrina: con lui amavano confrontarsi insigni prelati e dotti filosofi. Ad Avellino padre De Marco rimase più di vent’anni, fino alla morte avvenuta il 10 giugno 1914. Egli lasciò una impronta duratura nella comunità , dapprima come insegnante e poi, come Superiore, dal 1900 fino alla morte. Agli inizi del Novecento, la chiesa del complesso monastico era , nelle linee essenziali, ancora quella costruita da Mons. Adinolfi nel 1842. Essa era stata opportunamente ristrutturata, ma certamente non era più adeguata ad accogliere un flusso di fedeli che aumentava costantemente. Padre De Marco si fece interprete di queste esigenze e concepì l’idea di edificarne una nuova , inglobando l’antica cappella nel rispetto del primo benefattore. Il progetto venne condiviso dai superiori , che si prodigarono per reperire i fondi. Nè venne a mancare l’aiuto di amici del De Marco, quali l’arcivescovo di Amalfi Enrico de Dominicis, che contribuì in maniera piuttosto consistente.2 L’esecuzione dei lavori venne affidata all’ingegnere Domenico Mazzei3, su disegni concepiti dallo stesso padre de Marco:” La simmetria del disegno , la vaghezza della decorazione , la proprietà e il compimento di ogni cosa, e l’aura mistica e silenziosa, tutto é dovuto al P.De Marco”. I lavori vennero completati nel 1909. Il 15 settembre (XV KAL Octob.) il vescovo Giuseppe Padula consacrava solennemente la “Chiesa dedicata al Redentore, in onore della Vergine Addolorata e di S. Alfonso”. Una “foto di gruppo” con al centro il vescovo Padula e padre de Marco, circondati da altre dignità dell’ordine, studenti e frati laici, immortalò il solenne avvenimento. La chiesa , che nella condizione originaria non aveva il porticato che copre il sagrato (costruito più tardi), appariva notevolmente slanciata . La facciata , in mattoncini rossi “a vista”, era scandita da un “Rosone” all’altezza dei tetti, più giù, un finestrone con arco a sesto acuto e quindi il portone d’ingresso. L’unica navata era illuminata da ”Rosoni e Finestroni” , decorati con artistiche vetrate colorate che riproducevano soggetti religiosi. Il soffitto e le pareti laterali si “intrecciavano” in una armonica combinazione di archi a sesto acuto decorati con stucchi . Gli archi del soffitto “poggiavano” su capitelli sorretti da colonne adese alle pareti laterali . Entrando in chiesa , a destra e sinistra dell’ingresso c’erano due “eleganti” lapidi marmoree, costruite nello stesso stile, che ricordavano “momenti” della fondazione della chiesa : in particolare , quella a sinistra il contributo dell’arcivescovo de Dominicis per la realizzazione dell’opera, l’altra , con lo stemma dei Redentoristi, il giorno della consacrazione. Sull’ingresso insisteva la Cantoria dove alloggiava l’organo. In “capite navis” c’era l’altare maggiore , circoscritto da una balaustra in marmo ed illuminato da tre “Rosoni” e due “Finestroni”,che, decorati con artistiche vetrate colorate, producevano un suggestivo effetto di luci. Fra i due finestroni c’era una nicchia con la statua del “Cuore di Gesù”. A sinistra c’era l’ingresso alla sacrestia. Poco oltre la balaustra che circoscriveva l’altare maggiore, sulla sinistra, c’era un singolare pulpito in legno, che nella parte inferiore veniva utilizzato come confessionale. Lungo le pareti laterali c’erano due altari: a sinistra quello dedicato a S. Alfonso e a destra quello dell’Addolorata , che ricordava la “Cappella Adinolfi”. Presso l’altare di S. Alfonso c’erano i simulacri di S. Clemente Hofbauer (Austria 1751-1820) e S.Gerardo Maiella (1726-1755) , entrambi “Campioni” della Congregazione dei Redentoristi .Oltre all’immancabile “reliquia” di S. Alfonso, Padre de Marco dotò la chiesa delle sacre reliquie di S. Caterina e S. Valerio, a cui si aggiunsero, dopo, quelle del Beato Felice4. [Nativo]
- La famiglia De Marco è documentata a Montecalvo già nel secolo XVI. Molti personaggi di questa famiglia occuparono posti di rilievo nella vita amministrativa e religiosa della comunità (Cfr. G.B.M. CAVALLETTI e G. LO CASALE, Fonti per la Storia di Montecalvo Irpino, (2 voll), 1985, vol.I, pag.151) ↩︎
- Vedi lapide posta a sinistra dell’ingresso principale. ↩︎
- Cfr. Corriere dell’Irpinia , 11 aprile 1959 ↩︎
- Il Beato Felice da Cursiani (sic) era un monaco agostiniano vissuto nel sec. XV, che predicava un ritorno al monachesimo delle origini. Le reliquie del Beato Felice, contenute in una cassetta di legno, dopo vari “passaggi” e vicissitudini, furono trasportate da Roma ad Avellino dal padre Redentorista Giovanni Palmieri. ↩︎
[Crediti│Foto: derivesuburbane.it/]
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Ricordo di mio padre Silvestro Siciliano
Angelo Siciliano
[Edito 23/11/2015] Mio padre Silvestro Siciliano (21.11.1924 – 15.11.1949), fu contadino e bracciante comunista di Montecalvo Irpino (Av) e risolse la sua esistenza nel mese di novembre, in cui nacque e morì.
Josif Stalin, protagonista della rivoluzione bolscevica del 1917 e poi dittatore dell’URSS dal 1924 al 1953, si liberò negli anni Trenta di intellettuali, compagni, dissidenti, oppositori e comandanti dell’Armata Rossa, attraverso le terribili “purghe” che fecero almeno 800.000 morti.
La gente scherzava dicendo: “Adda minì Baffone!”. Questo per via dei lunghi baffi di Stalin.
Mio nonno Angelomaria Siciliano (28.2.1882 – 4.1.1939), contadino, che io non conobbi, era il saggio della contrada Costa della Mènola, a Montecalvo Irpino, dove passava tanta gente che andava a lavorare la terra nei valloni. Viveva con la famiglia nel casino di campagna, detto “Casino di Minòcchio”, dal soprannome del commerciante di ferramenta che glielo vendette e che aveva il negozio, “la putéja”, all’imbocco di Via S. Caterina, “Via di la Chjazza di sótta”, dietro la Chiesa del Santissimo Corpo di Cristo, abbattuta assieme al convento di S. Caterina d’Alessandria dopo il terremoto del 1930. “Minòcchio vinnéva puru li ssanguètt” per il salasso di chi stava male e “l’allivàva ‘nd’à la funtana d’acqua ‘ndrijanèddra, da còpp’a l’uórtu”. Come toponimo è rimasto “La funtan’a li ssanguètt”.
Attorno al focolare e durante i lavori nei campi egli raccontava storie lette nel libro ‘I reali di Francia’ dello scrittore medievale Andrea da Barberino, Andrea Mengabotti o Andrea de’ Mengabotti (Barberino Val d’Elsa, 1370 circa – 1432 circa), che probabilmente aveva comprato a Napoli all’inizio del Novecento, in uno dei suoi tre viaggi di andata e ritorno dagli USA, dov’era emigrato per lavoro.
Leggendo questo libro, egli s’ispirò, per il nome di mio padre, alla figura di Papa Silvestro I, papa all’epoca dell’imperatore Costantino dal 314 al 337, fatto poi santo. Se fosse nato femmina, l’avrebbe chiamata Anastasia, come la granduchessa russa (1901-1918), quartogenita dello zar Nicola II e della zarina Alessandra, uccisa assieme a tutta la famiglia per ordine dei bolscevichi. -
Addio a ‘Zi Liberato, messaggero della musica di tradizione
Francesco Cardinale
Montecalvo Irpino AV – L’organettista Liberatore Russolillo, meglio conosciuto come ‘Zi Liberato, è stato un vero monumento della musica popolare montecalvese, rappresentando una delle massime e più genuine espressioni della cultura orale locale.
Di questa straordinaria icona popolare si potrebbe scrivere a iosa, ma mi limiterò ad alcune considerazioni personali, chiedendo scusa sin d’ora se non menzionerò le decine di persone che si sono interessate e hanno contribuito a trasformare Liberatore Russolillo in una sorta di leggenda vivente.Già trombettiere durante il servizio militare, ‘Zi Liberato aveva coltivato la passione per la musica sin da giovanissimo. Grazie a una incredibile e longeva carriera, è stato possibile recuperare suoni, canti e modi di dire ancor prima che la musica popolare si propagasse attraverso i media come la radio e la televisione.
Ha partecipato a trasmissioni televisive, girato documentari, concorsi, sagre, matrimoni, insomma: non si negava a nessuno. Amava esibirsi con il gruppo delle Pacchiane. Era solito iniziare le sue performance con il suo ormai celebre motto: “Bandiera vecchia, onore di Capitano[1]. Fuoco!”
Grazie ad Angelo Siciliano, Liberatore Russolillo fu sdoganato da un ambito paesano per assurgere ad una notorietà anche oltre i confini nostrani. Il ricercatore, circa 15 anni fa, volle conoscere Liberato a tutti i costi, convinto che fosse proprio lui l’ultimo depositario della tarantella montecalvese. Infatti, insieme a chi scrive, lo aspettammo al mercato settimanale dove ‘Zi Liberato era solito recarsi con il suo immancabile motocarro per poi proporgli una seduta di registrazione a casa mia. Quest’ultima è diventata nel frattempo virale, poiché i suoi video sono ancora tra i più visti sul canale YouTube di irpino.it.
Tra le tante persone che lo hanno amato e intuito il suo potenziale, e che hanno contribuito a fargli rivivere una seconda giovinezza, non va dimenticata la promotrice Lucia Cafazzo che lo propose alla trasmissione televisiva “La Corrida”, e il musicista Valerio Ricciardelli che lo incluse nei suoi spettacoli.
[Crediti│Foto: Angelo Siciliano]
[1]In riferimento al suo strumento ultracentenario
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Benito Caruso artista del legno
Francesco Cardinale
Benito Caruso, pittore e scultore nato a Montecalvo Irpino nel 1943, è stato un artista del legno di cui, probabilmente, la considerazione nella comunità in cui ha operato non ha avuto riscontro pari alla sua arte. Allo stesso modo, non si può dire che la stampa locale abbia dedicato un adeguato spazio alla sua opera.
Benché abbia frequentato un corso di grafica e pittura, può essere considerato un autodidatta. Le sue opere sono nate grazie a un’innata indole creativa. Ha ottenuto premi e riconoscimenti di rilievo, fra cui l’Oscar dell’Arte del ’95, i titoli di Cavaliere dell’Arte e Magister Artis.
E’ stato recensito da numerosi critici su giornali, riviste e volumi d’arte. Egli amplia il suo gesto creativo formulando sculture di chiara dizione sociale e, con garbo, sottolinea la sua frase sull’amore universale M. Belgiovine. Il pittore Caruso riesce a comporre una delicata allegoria fatta di simboli ma anche di un cromatismo teso a valorizzarlo […] R. Biancalani. […] Dall’amore per le cose del creato cosi come Dio le ha fatte, scaturisce questo suo canto d’amore verso creature considerate nella loro funzione essenziale di essere viventi, sia che appartengono al regno animale , sia che appartengono al regno vegetale […] C. Nastro
Benito Caruso è venuto a mancare il 19 novembre 2019 .
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Farmacia dei servizi
[Ed. 06/03/2024] Parte la sperimentazione della “Farmacia dei servizi”. Incontro tra Soresa e Federfarma
Avviata anche in Campania la sperimentazione della “Farmacia dei Servizi” che nel sistema nazionale di tutela della salute, come dimostrato nella fase emergenziale del Covid, può offrire oltre alla erogazione dei farmaci, servizi più ampi di front office e di analisi di prima istanza per i pazienti. Il percorso è stato messo a punto nel corso della riunione tra i vertici della Soresa, il presidente di Federfarma Campania, Mario Flovilla e i presidenti provinciali dei titolari di farmacia. Dal prossimo quattro marzo si parte con la riconciliazione della terapia farmacologica, in particolare per patologie come l’ipertensione, il diabete e l’asma. Da aprile sarà la volta degli screening oncologici per colon retto, utero, mammella. Dal primo luglio sarà possibile utilizzare la telecardiologia all’interno delle farmacie. Soddisfatto il presidente Flovilla: “Alla luce degli ultimi interventi normativi, siamo pronti a rendere stabili e definitivi alcuni servizi fondamentali per i cittadini e per rendere più efficiente il nostro sistema sanitario con l’intento di contribuire ad abbattere le liste di attesa”. [Nativo]Rino Genovese
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La rotatoria di largo Croce
[Edito 10/07/2013] Montecalvo Irpino AV – A Montecalvo Irpino la rotatoria di largo Croce, dopo un anno di sperimentazione, si appresta a diventare definitiva. La giunta comunale, guidata dal sindaco Carlo Pizzillo, ha deliberato lo stanziamento di circa trentamila euro per sostituire i separatori stradali in plastica riempiti di acqua con i manufatti in cemento. Sono previsti anche alcuni interventi per canalizzare la circolazione veicolare. [Nativo]
Redazione