Cronaca

  • Cronaca

    L’edificio di Largo Croce

    [Ed. 07/04/2022] Montecalvo Irpino AV – L’edificio di Largo Croce nato inizialmente per essere la nuova Casa Comunale,  potrebbe essere destinato a una struttura ospedaliera. È stato siglato un protocollo di intesa con l’ASL e aderito alla misura di finanziamento per trasformare l’edificio, abbandonato da anni, in Casa/Ospedale  che Montecalvo non ha mai avuto e che sarà un punto di svolta per la  nostra comunità.

    [Crediti│Testo - Montecalvo Irpino / Comune Europeo]

    Redazione

  • Cronaca,  Politica

    Le scelte difficili (da condividere)

    Carlo Pzzillo

    Case sul versante di Viale Europa, già “Ditta Salice”

    [Ed 12/06/2008] L’amministrazione comunale di Montecalvo Irpino ha deciso, per far fronte ad una gravissima crisi finanziaria, di procedere alla vendita di alcuni fabbricati per civile abitazione di proprietà comunale. Tali unità abitative, costruite con finanziamenti regionali, hanno risanato un quartiere- “Ditta Salice” o meglio San Pietro- del nostro paese dove dal terremoto del 1930 erano insediate le cosiddette “casette asismiche”.
    In quella specie di abitazioni sono vissute generazioni di Montecalvesi, si sono formati nuclei familiari che, in carenza di case e con scarse possibilità economiche, hanno trovato il loro primo tetto. Gran parte di queste persone, per lo più anziane e con alle spalle decenni di vita in abitazioni fatiscenti, da poco più di 4 anni avevano potute trovare una sistemazione decente, in una abitazione degna di tale nome.
    Ma il sogno è già finito? Questi nostri amministratori, per porre rimedio ad un modo scellerato di amministrare che ha prodotto una montagna di debiti , di cui allo stato non si può neanche quantificarne con precisione l’entità, decide di procedere alla vendita con un’asta a pubblico incanto.

  • Canti popolari di tradizione orale,  Cultura,  Cultura orale,  Persone

    I canti tradizionali di Annunziata De Furia

    Angelo Siciliano

    [Ed. 02/01/2012] Trento – Gli amici di Montecalvo Irpino (Av), Franco Cardinale e Antonio Cardillo, hanno registrato con videocamera, nei giorni di fine 2011, quella che si può definire una “compilation”, anche se improvvisata, con Annunziaza De Furia. Annunziata ha una voce straordinaria, chiara, forte e arcaica, di una violenza rimbombante, degna delle migliori voci della protesta femminile.
    Riassume in sé le violenze sociali subite dalla classe subalterna e, da donna, prima come figlia e poi come moglie nel patriarcato contadino, e le esterna con piglio volitivo e rabbioso, che non possono non destare meraviglia in quest’epoca sdolcinata e consumistica. E quelle parole, che, in alcuni canti, sono le “volgarità” che nessuno in paese avrebbe cantato o canterebbe, qui vanno accettate, perché sono specchio ed evidenza di violenze per lungo tempo subite e sottaciute.
    Questa è la scheda che preparai per lei, tra la mia ventina di informatori del paese, dopo le registrazioni che feci con lei nell’estate 2006: Annunziata De Furia (Falòva), contadina, nata a Montecalvo nel 1932; registrati alcuni canti in duetto con la sua comare Francesca Albarella, contadina nata nel 1931. Un canto, “Lèviti veli e fiori”, l’invito alla sposa a spogliarsi, è lo stesso che registrò a Montecalvo nel 1954 o 1955 l’americano Alan Lomax, poi archiviato presso l’Accademia di S. Cecilia a Roma.
    In una trasmissione di Rai 1 “La vita in diretta” del 2000, che si occupò del serial killer montecalvese, che aveva ammazzato due donne anziane del paese, l’inviato, il giornalista Geo Gnocchetti, intervistò Annunziata, che mostrò la sua arma di difesa, una roncola (pitatùru), contro il potenziale serial killer qualora si fosse presentato a casa sua, e la chiamò “Nonna Rambo”. Il serial killer, tale Lécca-lécca, che era stato arrestato dopo il primo omicidio e assolto, fu catturato dopo il secondo omicidio e condannato. Registrati in tot. 28 canti – di cui 1 pettegolo, 7 sacri, alcuni d’amore, alcune ballate, 2 militari. [Nativo]

    La strada nel bosco – Annunziata De Furia
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  • Beni,  Beni culturali,  Cronaca

    Il Crocifisso scomparso dal Museo Parrocchiale di Montecalvo

    LETTERA APERTA A S. E. FELICE ACCROCCA ARCIVESCOVO METROPOLITA DI BENEVENTO

    Franco Aramini

    [Ed. 09/03/2021] Eccellenza reverendissima, non Le nascondo l’imbarazzo nel rivolgermi a Lei nella pubblica modalità di una lettera aperta che vuole diffondere fatti e situazioni, a dir poco incresciosi, che nel corso degli ultimi mesi hanno travolto la comunità parrocchiale di S. Pompilio Maria Pirrotti in Montecalvo Irpino, e non solo.
    Non ce ne sarebbe stato bisogno, se la Sua paterna attenzione fosse stata più visibilmente presente, sia per dissipare dubbi, sia per lenire ferite.
    Non dubito delle Sue premurose curiali attenzioni che a seguito delle ancora misteriose dimissioni del parroco don Lorenzo Di Chiara si sono concretizzate con la nomina a vicario parrocchiale del Suo vicario generale.
    E’ vero che questa Sua decisione ha, in qualche modo, sopperito ad un’assenza che, diversamente, sarebbe stata, o quantomeno apparsa, totale, ma è anche vero che, a tutt’oggi, alcuna risposta è venuta alle inquietanti domande che da quasi un anno, ormai, la nostra ferita e dispersa comunità si sta ponendo:
    – la donazione di cinquantamila euro da parte di una benefattrice montecalvese per la ricostruzione del campanile più rappresentativo della nostra storia non solo religiosa: dov’è finita la gran parte di questi soldi, che come da comunicazione del Suo vicario non è più nel bilancio parrocchiale; e del campanile nemmeno l’ombra? Darà disposizioni, come dal Suo vicario promesso in un’informale riunione di ex collaboratori della parrocchia, per risarcire in qualche modo la nostra comunità?
    – farà alla nostra comunità chiarezza sugli arcani movimenti bancari effettuati sul conto della parrocchia, con particolare riferimento all’enigmatica uscita di seimila euro, già segnalati con un esposto alle autorità competenti?
    E la stessa chiarezza sarà fatta sulle altalenanti movimentazioni bancarie della Fondazione Rosa Cristini effettuate in assenza della prevista e obbligatoria autorizzazione del consiglio di amministrazione? irregolarità di cui dette comunicazione il delegato arcivescovile per il patrimonio nella stessa informale riunione?
    In merito al secondo caso ha provveduto, la Sua curia, a segnalare la cosa alle autorità giudiziarie?
    – verrà a ricordarci che la vera fede supera le popolari manifestazioni devozionali, comunque nei secoli generose di ori votivi la cui sparizione meriterebbe, in ogni caso, ferma e pubblica condanna?
    E come mai, a tal proposito, il Suo vicario non ha denunciato, né agli organi di polizia né alla pubblica opinione, la raccapricciante sostituzione con plastica del preziosissimo crocifisso d’oro (circa due kg), dono a S. Pompilio di quella popolare devozione, visto che la foto attestante l’avvenuta scempiaggine risale a oltre sei mesi prima della denuncia esposta dall’attuale parroco?
    – Le ha riferito, il Suo vicario, che nel corso dell’informale riunione di cui agli esposti precedenti un nostro parrocchiano collaboratore testimoniò pubblicamente di aver appreso dell’assenza dell’oro votivo della statua lignea dell’Abbondanza direttamente da chi lo aveva sottratto? E se sì, ha chiesto conto a costui di dove l’avrebbe custodito e dove tutt’ora si troverebbe? E ancora: hanno informato le forze investigative, Lei o il Suo vicario, di cotanta preziosa testimonianza?

  • Cronaca,  Sport

    Il nuovo campo di Padel

    Montecalvo Irpino AV – Manca davvero poco per vedere completato il nuovo campo da Padel in costruzione in via Padre Marciano Ciccarelli, adiacente al campo di calcetto. Si tratta di uno sport che, negli ultimi anni, ha suscitato un interesse sempre più crescente, appassionando persone di tutte le età. Il Padel, di derivazione tennistica, nato per pura casualità in Messico nei primi anni sessanta del 1900, si pratica con una particolare racchetta dal piatto rigido, da cui deriva il nome Padel = Padella.

  • Cronaca

    Rimosso container sito in Viale Pini

    [Ed. 00/00/0000] Dopo anni di lotta e proteste per le precarie condizioni igieniche e sanitarie in cui versava la zona dove era ubicato un container adibito negli anni ’80 a presidio di guardia medica, l”amministrazione Comunale ha finalmente provveduto alla rimozione dello stesso L’intervento si inserisce in un programma più ampio di eliminazione dei Containers, baracche e edifici simili, ancora in uso nella nostra comunità, ma in forte contrasto con le norme igienico-sanitarie e con i livelli di civiltà che contraddistinguono la nostra cittadina. Nelle prossime settimane saranno rimossi, infatti, i containers siti in via Boccaccio, ai cui occupanti (solo quelli legittimi) sono state assegnate altre abitazioni di proprietà comunale.

    Redazione

  • Persone,  Storie di Emigrati

    Louis A. De Furia

    Louis A. De Furia era nato a Newark (New Jersey, USA), nel 1928. Figlio di Alfonso – un emigrato di origine montecalvese – era editore della rivista New Jersey Music & Art Magazine, proprietario della galleria d’arte Galt’s, a Chatham (N.J.), e scrittore. Due dei suoi libri trattano di ricordi e storie di famiglia, sullo sfondo più ampio della storia di due paesi irpini (Ariano e Montecalvo), alla fine del XIX e inizi del XX sec.

    Nel primo, (Pop’s Page, 1994) si narrano l’arrivo e i primi anni della famiglia De Furia in America. Nel secondo, (The Road from Ariano, 2002) l’autore rivolge lo sguardo verso la terra d’origine della famiglia, rielaborando i ricordi del padre Alfonso, giunto in America diciottenne per ricongiungersi ai fratelli e alle sorelle partiti prima di lui. Questi due libri hanno avuto circolazione all’interno della comunità di origine italiana del New Jersey, con echi sulla stampa locale.

    Dal secondo libro sono stati estratti e tradotti in italiano, con il consenso dell’autore, alcuni brani a cura di M. Sorrentino. I brani furono presentati pubblicamente mediante lettura e recitazione, nella saletta delle conferenze di San Pompilio M. Pirrotti di Montecalvo, il 3 novembre 2002. Sorrentino curò anche la distribuzione agli intervenuti degli estratti raccolti in un opuscolo. Louis A. De Furia è morto il 26 settembre 2003, nella sua casa di Livingston (New Jersey)
    [Credit│Foto - Mario Sorrentino]

    Redazione

  • Cronaca,  Eventi,  Spettacoli

    Eva Roberto è la Miss Pianeta Donna

    [Ed. 00/00/2008] Tanto pubblico e spettacolo divertente per la settima edizione di Pianeta Donna a Montecalvo. Nella graziosa piazza Porta della Terra, teatro per la prima volta di uno spettacolo estivo, la kermesse organizzata dal patron Franco Campana, dell’associazione Europa 2000 riesce a calamitare l’attenzione di tutta la provincia di Avellino. Uno spettacolo nello spettacolo: l’apertura si è avuta con una sfilata d’abiti d’epoca proprio per abbinare la fata e la strega, tema predominante della serata. Ad impreziosire questo momento moda le creazioni di Adriana Monaco che realizza riproduzioni di abiti storici e propone modelli innovativi per danza. Specializzata in rievocazioni storiche, presepe vivente, via crucis, con un’ampia scelta di abiti pronti, armi e armature, oppure su misura, da scegliere e realizzare in base alle esigenze del cliente. Adriana Monaco, stilista e modellista dall’esperienza trentennale, ha presentato la nuova collezione delle armature, per passare poi ad abiti di varie epoche. La passerella, successivamente è stata occupata dale partecipanti di Miss Italia. Si è rinnovato infatti il connubio con la bellezza. Venti le partecipanti provenienti da varie province campane: Gilisi Rusciano di Napoli, Claudia Puglia di Napoli, Maria Concetta Galdi di Salerno, Chiara Lettieri di Salerno, Violetta Pappalardo di Salerno, Michela Seccia di Nocera Inferiore, Maria Antonietta Alberino di Barra. Della provincia di Avellino c’erano Claudia Moschillo di Ariano Irpino, Eleonora Ferrentino di Quindici, Sara Troisi di Mercogliano, Elvira Riccio di Fontanarosa, Eva Roberto di Ariano, Roberta Boccia di San Michele di Serino, Rosy De Dominicis di Fontatarosa, Valentina La Vita di Mirabella Eclano, Vanessa Capossela di Avellino, Serena Mariagrazia Saraceno di Atripalda. Per la categoria mascotte, tre le partecipanti Justine Salvatore ed Elena Ocone di Casalbore e Maria Trionfo di Ariano Irpino. Le partecipanti sono state presentate da Erennio De Vita, in apertura è stato intonato dalle protagoniste l’Inno di Mameli alla presenza del sindaco Giancarlo Di Rubbo, di Franco Campana e Elvia Raia. Tra una sfilata e l’altra si sono esibiti vari artisti canori Luca Trancucci, Pina Palladino, A&A, Gino Accardo, e il cabarettista Enzo Guariglia. A vincere il titolo di Miss Pianeta Donna valido per le finali regionali di Miss Italia Eva Roberto. Insieme a lei hanno superato il turno Sara Troisi, Rosy De Dominicis, Valentina La Vita e Violetta Pappalardo. Il titolo mascotte è andato a Elena Ocone. [Nativo]
    [Credit│Testo - Irpinianews.it│Foto - Franco D'Addona]

  • Cronaca,  Prodotti tipici

    L’Olio protagonista a Montecalvo

    [Ed. 11/11/2008] Montecalvo Irpino AV – Successo per la prima iniziativa della filiera corta dell’olio. Si tratta di un protetto dell’assessorato allo sviluppo di Montecalvo che punta all’organizzazione di percorsi turistici  legati alla filiera dell’olio  d’oliva. Un gruppo di turisti napoletani domenica mattina  ha effettuato una visita guidata nel frantoio Manganiello in contrada  Mauriello dove era possibile acquistare direttamente il prodotto. La tappa successiva è stato il centro storico di Montecalvo ed il museo pompiliano. Per il pranzo sono stati ospitati all’agriturismo le “Bolle” in contrada Malvizza dove era stato allestito un mercatino dei prodotti tipici. “Si tratta di un modo per trovare nuovi mercati per le piccole aziende agro-alimentari del nostro comune -spiega l’assessore Nicola Serafino-una sorta di processo dal produttore al consumatore,non effettuato nei luoghi classici della distribuzione, ma direttamente in azienda o in “agriturismo”. In questo modo il turista ha la possibilità di acquistare direttamente i prodotti che degusta durante il pranzo”. L’iniziativa è della COPAM (cooperativa produttori agricoli montecalvesi) che ha curato  la parte del mercatino e dell’incoming turistico. Già sono allo studio nuove iniziative in tale senso. “Il nostro obiettivo è sempre di più quello di creare un’economia reale basata sul prodotto tipico legato all’intrattenimento turistico.Un’attività di promozione che non costa
    nulla alle casse comunali” conclude Serafino. [Nativo]

    Rdazione

    [Credit│Corriere dell'Irpinia]

  • Cronaca,  Il nostro passato

    Il tempo, forse, ci restituisce le vestigia del Largo “Magazéo” ?

    Alfonso Caccese

    [Ed. 12/11/2008] Montecalvo Irpino AV – Durante i lavori di abbattimento di alcune abitazioni fatiscenti compresi tra i vicoli: Acquanetta e Manzelli lungo la direttrice di Corso Umberto nel centro storico di Montecalvo, sono affiorati dei manufatti, in buono stato, che tante ipotesi stanno suggerendo agli esperti del settore. Infatti il ritrovamento di una costruzione di epoca remota costituita da un arco ben visibile con attacchi di soffitti (probabilmente a crociera o a botte) lascia spazio a numerose e svariate indagini di natura architettonica, antropologica e sociale. Anche noi, basandoci su ricordi e testimonianze tramandatesi oralmente negli anni, proviamo a formularne una. Partiamo da  indizi peculiari, come i rilievi  tecnici, che forniscono quasi verosimilmente la probabile larghezza della base del manufatto che secondo alcuni si aggirerebbe intorno ai 150-200 mq. La presenza di altri archi laterali a destra, diruti, a sinistra ancora visibili, ci fanno optare per una ipotesi ragionevolmente fondata, cioè quella che ci troviamo in presenza del probabile ingresso sotterraneo del leggendario “Magazéo” , cioè il magazzino dove i latifondisti consegnavano, per le misurazioni, le derrate alimentari ai signori del luogo.

    Perché accesso sotterraneo?

    L’accesso sotterraneo poteva essere utile anche in caso di assedio, difesa o rivolte popolari.

    Ma c’è anche un altro motivo oggettivo. Cioè quello che, le carovane dei carri trainate da buoi in pariglia, non potevano accedere facilmente alla quota della Rocca o del Castello Ducale per via dei vicoli stretti e parzialmente costruiti a gradoni, quindi è verosimile pensare ad un altro accesso a quota più bassa, a livello stradale, accessibile, ampio e manovriero, noi pensiamo, esattamente dove adesso si stanno effettuando gli abbattimenti. Si intravedono inoltre gli attacchi di sostegno di soffitti, dove, a livello superiore, potevano insistere edifici usati dagli incaricati dei latifondisti per le operazioni di carico e scarico delle merci, ecc.

    Poi la presenza nel centro storico di una fitta rete di cunicoli naturali e artificiali che si diramano, a partire dal Castello Ducale, in ogni direzione, fanno altresì pensare che in epoca lontanissima possa aver rappresentato una zona “ante murale”, soddisfacente le operazioni di difesa avanzata rispetto al mastio  o alla rocca antica vera e propria.

    Si deve inoltre considerare, senz’altro, che il manufatto è preesistente alla costruzione dei palazzi signorili che oggi fanno da contorno al Castello Ducale, e che quindi rappresenti una realtà storica antecedente ai secoli  XVIII e XVII (millesettecento-milleseicento), e che poi sia stato inglobato nelle continue edificazioni nella zona fino poi a scomparire dalla vista. Quindi è molto probabile, che in seguito a questi abbattimenti  di oggi e la futura costruzione di un nuovo comparto abitativo, si distruggano le ultime vestigia del “Magazéo” ducale, o quello che l’importanza dell’arco a “tutto sesto”, abbia  potuto rappresentare in passato. Non occorre, infatti, fare ulteriori considerazioni storiche per sottolineare l’importanza culturale, sociale e per l’economia locale agricola e pastorale della comunità montecalvese, che vedeva da una parte, con opposizione di interessi spessissimo conflittuale, i  proprietari latifondisti e dall’altra il popolo dei mezzadri, coloni, braccianti ,ecc.

    Si tratta forse di pura fantasia?

    Crediamo di no, perché pensiamo sempre che il tempo ogni tanto si sbizzarrisce a presentarci e farci ricostruire un pezzo della nostra storia millenaria e noi o non apprezziamo o addirittura distruggiamo. [Nativo]