Cronaca

  • Persone

    Mons. Gaetano Maria Stiscia

    Antonio Stiscia

    Mons. G. M. Stiscia – Pinacoteca Palazzo Stiscia

    [Ed. 00/03/2009] Figlio di Michele e Carmina Sorrentino era nato a Montecalvo nel 1808 ,pronipote del famoso Canonico Don Domenico Stiscia, ne aveva seguito la vocazione sacerdotale,divenendo in tal modo erede materiale e spirituale di quel suo illustre parente,che aveva partecipato attivamente alle vicende storiche,politiche e religiose a cavallo tra il 700 e l’800.

    Avviato alla carriera ecclesiatica, compì i suoi studi nel Seminario di Nola, a quell’epoca risalgono alcuni sonetti e composizioni che avranno una partitura musicale, in felice continuità col famoso prozio, noto organista, compositore e scienziato (astronomo).

    Ordinato Sacerdote nel 1831 dall’Arcivescovo di Benevento Giovan Battista Bussi,fu nominato Protonotario Apostolico da Papa Gregorio XVI il 15 Luglio 1834.

    Nel 1842 fu nominato Canonico della Collegiata di Santa Maria Assunta di Montecalvo (a questo periodo risalgono alcuni componimenti poetici ed elegiaci)

    Predicatore di fama, fu autore di oltre 50 Panegi-rici dedicati alla gloria di vari Santi e in particolar modo alla SS Vergine, di cui si conservano quelle alla Madonna della Libera di Montecalvo (di cui era particolarmente devoto) e alla Madonna del Caroseno di Greci.

    Personaggio dotato di grande cultura e membro del Sacro Collegio di Arcadia col nome di Coresio Euripeo, fu scelto nei periodi più bollenti dell’Unità d’Italia a ricoprire la sede vescovile di Nusco, su indicazione di Papa Pio IX (cfr. lettera autografa in archivio Stiscia).

    Consacrato vescovo il 22 Aprile 1860 ,si recò in Nusco solo il 23 Settembre successivo per prendere il possesso della sede,per le note vicende Unitarie.

    Da quel momento monsignor Stiscia,avviò una frenetica attività di rinnovamento,dando nuovo impulso al Seminario,caratterizzando il suo Apostolato nella ricerca di una assoluta indipendenza dal potere statale,invocando,coraggiosamente, la benedizione divina su Re Francesco II di Borbone e la sua illustre consorte Maria Sofia di Baviera. (sorella di Sissi)

    Combatté il Brigantaggio,attuando una politica di rispetto del Governo Piemontese e del nuovo Regno d’Italia,senza mai dimenticare l’assoluta devozione a Gesù Cristo e al Santo Padre Pio IX,a cui era legato da profonda e filiale dedizione .

    Dopo quasi 10 anni di incessante attività, gravemente ammalato, si ritirò in Montecalvo, dove morì il 24 Aprile 1870.

    Stemma / Diploma di Iscrizione al Sacro Collegio di Arcadia di Gaetano M. Stiscia, con il nome di Coresio Euripeo

    [Nativo]

     

  • Poesia,  Spigolature

    A Rosina

    Antonio Stiscia
    Scriver dei versi, ad un vero somaro
    È stato il mio cruccio, più unico che raro

    E quando ho saputo che era asinella
    La rima si è sciolta più sinuosa e bella

    Si chiama Rosina, ed è incoraggiante
    Dalle lunghe orecchie e dal passo ondeggiante
    È la regina indiscussa della Contrada Cesine
    Custode gelosa di tante piccole stradine

    Esempio di forza e di sopportazione
    Di lavoro incessante e di dedizione
    Graziosa e gentile la dolce asinella
    Col suo andar lento, sotto l’umile sella

    Compagna di fatiche e discreta confidente
    Testimone di drammi e conduttrice prudente.

    Il progresso ne ha segnato la messa in pensione
    Sostituita dalle macchine e con un nuovo padrone

    In un mondo che è tutto falso e taroccato
    Dove l’ignorante è quasi sempre laureato
    Ci piace pensare che se la cultura, è dell’uomo la buccia
    Per conservarla bene, dobbiamo perseguire la ciuccia

     

    [Nativo]

  • Gastronomia,  Persone

    GUIDO ALTIERI

    Guido Altieri è nato a Montecalvo Irpino, coniugato, ha due figli. Ex maresciallo dei carabinieri, ha vissuto per circa dieci anni in Sicilia. Oggi vive a Montecalvo Irpino. Negli anni settanta nasce la passione per la cucina, ricercando prodotti di alta qualità culinaria. Ha ottenuto vari riconoscimenti: insignito quale gastronomo della tradizione culinaria montecalvese da parte del Comune di Montecalvo Irpino; insignito al merito, quale ambasciatore della cucina irpina e divulgatore dei piatti tipici della Campania, dall’Osservatorio Appennino Meridionale – Campus Università di Fisciano.

    Redazione

  • Cronaca,  Politica

    Intesa con la Regione per lasciare la zona rossa

    [26/01/2008] Montecalvo Irpino AV – Che fine devono fare le centinaia di famiglie che vivono pericolosamente alle falde del Vesuvio?

    Una mano  gliela offre  la Valle Ufita: i sindaci di otto comuni ( Ariano, Casalbore,Greci, Montaguto, Montecalvo, Svignano, Villanova e Zungoli ) hanno presentato  un progetto di accoglienza: Progetto approvato e finanziato dalla Regione Campania. L’ufficialità è arrivata ieri, 25 gennaio 2008: 290mila euro per ognuno degli otto comuni ufitani che partecipano all’iniziativa. Un totale di  2 milioni e 320mila euro che serviranno alle singole amministrazioni per acquisire recuperare o ristrutturare gli alloggi da mettere poi a disposizione delle famiglie napoletane. Degli otto comuni irpini quello capofila è Montecalvo  da dove il sindaco Giancarlo Di Rubbo ha accolto con entusiasmo  la notizia del sì della Regione: “E’ una  nuova sfida che questa parte dell’irpinia non può perdere”.

    Ci spiega proprio lui cosa significa questo progetto:

    “La regione Campania ha decretato di assegnare agli otto comuni della Verde Irpinia ( Ariano, Casalbore,Greci, Montaguto, Montecalvo, Svignano, Villanova e Zungoli ) la somma di 290mila euro ciascuno per il recupero di alloggi acquisiti o da acquisire  al patrimoni comunale e da mettere  a disposizione dei cittadini provenienti dalle aree vesuviane a rischio vulcanico. Un risultato  che premia la caparbietà dei sindaci irpini e del comune capofila Montecalvo Irpino, che ha saputo mantenere vivo l’interesse per un progetto condiviso e apprezzato dagli organismi  regionali teso  ad offrire una alternativa abitativa alle popolazioni residenti alle falde del Vesuvio con alloggi confacenti, infrastrutture a misura d’uomo e servizi con l’intento di fronteggiare l’impoverimento abitativo di alcuni Comuni  irpini, creando anche nuove opportunità di sviluppo ( artigianale e commerciale). Al comune di Montecalvo la responsabilità di mettere in moto la macchina organizzativa utilizzando gli strumenti della moderna comunicazione e coordinando le iniziative. Prioritario impegno sarà il recupero  degli alloggi e la presentazione  ufficiale del progetto  nei comuni Vesuviani per far comprendere  i vantaggi e le offerte evidenziando la qualità della vita e la completezza dei servizi, presentando una realtà potenzialmente in  evoluzione dove poter vivere e produrre. Un sito internet collegherà costantemente i comuni Vesuviani e irpini e già si stà pensando a renderlo funzionale per la promozione dei prodotti per le offerte di lavoro e per le attività culturali”. [Nativo]
    [Credit│ottopagine.it]

    Redazione

  • Cronaca

    La frazione Cesine di Montecalvo adotta Rosina,l’asinello mascotte

    [Ed 14/04/2008] Si chiama Rosina ed ha circa tre anni ed è diventata la mascotte di un’intera contrada. Ormai  tra le Cesine ed il Frascino non si parla che di lei e tutti fanno a gara per dare un contributo alla sua adozione. I cittadini  le fanno visita e qualcuno porta anche qualche dono. Rosina è un asinella pezzata che il prossimo anno correrà il Palio delle Contrade di Montecalvo  e difenderà i colori della contrada Cesine. Le famiglie della zona si sono auto tassate di venti euro e l’hanno acquistata. Oggi Rosina è ospite nelle stalle di Nicola Serafino dove si prepara per la gara. Adesso si è alla ricerca di un fantino e si sta cercando una forma per finanziare i suoi alimenti. Potrebbe esserci un’ulteriore sottoscrizione nella contrada, ma sono già in molti quelli che stanno portando delle derrate alimentari per l’asinella. La zona infatti è a prevalenza agricola. Mancano diversi mesi al palio estivo ma già si lavora intensamente. Anche altre contrade di Montecalvo si stanno organizzando per adottare un asinello da far correre nel palio. L’idea è venuto al vulcanico assessore alle attività produttive ed alla promozione di Montecalvo:”L’asino è una figura che è sempre esistita nella tradizione del nostro comune – dice Nicola Serafino -ognuno di noi ricorda nella sua fanciullezza un asino. Allora ho pensato che sarebbe stato bello anche per creare unità tra gli abitanti della stessa zona adottarne uno.” Il palio è una manifestazione organizzata dalla Pro Loco Montecalvo che l’anno scorso è stata realizzata per la prima volta ma che ha riscosso un ottimo successo di pubblico. [Nativo]

    Redazione

  • Cronaca,  Spigolature

    Montecalvo, il parroco dice “no” alla benedizione dell’asina ed è polemica

    [Ed. 07/07/2008] Montecalvo Irpino AV – Quantomeno strano che un simpatico asino diventasse oggetto di polemica tra il parroco ed un’intera contrada.
    Il buon vecchio asinello, che trova spazio ed onore anche nelle più alte “cronache” cristiane, ultimamente attraversa tempi difficili.
    Fino a 50 anni fa era un ottimo e diffuso mezzo di trasporto, oggi con l’arrivo dei mezzi meccanici, rischia addirittura l’estinzione.
    Grazie al palio delle contrade, a Montecalvo, è scoppiata una sorta di gara di solidarietà: i diversi rioni del paese stanno adottando un asino da far correre.
    Asini che, una volta avviata la riproduzione, possono ritrovare una funzione nelle escursioni turistiche lungo i sentieri del Tratturo e ritornare ad essere coprotagonisti dell’economia locale.
    Come dire: il recupero di una tradizione rivista in chiave moderna.
    Ma sembra che non tutti siano d’accordo.
    Una contrada, precisamente quella delle Cesine, quando ha chiesto di far benedire l’animale, si è trovata di fronte al diniego assoluto del parroco che dell’episodio, addirittura ne ha fatto oggetto di predica durante la messa.
    Insomma niente benedizione per la povera Rosina, colpevole di essere un’asina e per giunta delle Cesine!.
    Sembra che il rappresentante della contrada, Nicola Serafino, abbia chiesto al parroco di poter benedire l’animale durante una festa organizzata nella contrada, utilizzando però la parola “battezzare” invece che “benedire”.
    A quel punto è scoppiato il finimondo. «Io ho solo chiesto di benedire un asino, non in chiesa ma nel giardino di casa mia – commenta Nicola Serafino, che specifica di parlare a nome di semplice cittadino e non di assessore al Comune – Chiedere la benedizione di un asino la trovo una cosa naturale, invece mi sono ritrovato ad essere oggetto di una predica in chiesa. Evidentemente, in questo mondo, dominato dal denaro, ho sbagliato a chiedere la benedizione per un povero ed umile animale.
    Sono sicuro che se si fosse trattato della benedizione ad una Ferrari, invece si sarebbero precipitati in molti».
    Non c’è che dire: tempi difficili per i poveri asinelli e pensare che hanno scaldato Gesù nella fredda notte della sua nascita. Intanto Rosina pensa al riscatto durante il palio, ma “Zì Nicola” del Piano non ha nessuna intenzione di mollare lo scettro conquistato l’anno scorso. [Nativo]

    Angelo Corvino

  • Cronaca,  Territorio

    Inaugurati gli invasi: parte dalla Malvizza la sfida del Millennio

    Angelo Corvino

    [Ed. 01/06/2005] Montccalvo Irpino AV – Parte dalla Malvizza la sfida agraria del nuovo millennio con la messa in funzione dei due nuovi invasi ad uso irriguo realizzati dal consorzio di Bonifica dell’Ufita.
    Una rivoluzione epocale nel modo d’intendere l’agricoltura che da “asciutta” diventa irrigua. Un cambiamento non da poco che permetterà, nei prossimi anni, la conversione di circa duecento ettari dalle colture cerealicole a quelle ortofrutticole, notoriamente più redditizie.
    «Si tratta di un cambio di orientamento agrario da asciutto ad irriguo – spiega l’agronomo Giuseppe Lo Conte – stimiamo che con la conversione si avrà una triplicazione del reddito ed il raddoppio del valore fondiario. Riteniamo che a pieno regime si determinerà un aumento occupazionale di circa 150 unità dovuto alle colture irrigue che necessitano di più ore di lavoro».
    La messa in funzione degli invasi arriva all’indomani della riforma della PAC (politica agricola Comunitaria) che ha introdotto le integrazioni disgiunte: da integrazioni legate al tipo di produzione si passa all’integrazione alle aziende. Si prendono a campione gli ultimi quattro anni di integrazione e dei migliori tre si effettua una media che sarà il contributo percepito fino al 2012, quando cesseranno gli incentivi.
    Un’occasione per le aziende della Malvizza che potranno immediatamente reinvestire in impianti irrigui, modernizzando la produzione. Ma il consorzio intravede anche altre opportunità. “Oltre all’assistenza in fase di produzione stiamo pensando anche alla creazione di marchi per assistere i nostri consorziati anche in fase di commercializzazione” conclude Lo Conte. I nuovi impianti sono di tipo modernissimo.
    Le acque vengono captate in territorio di Castelfranco, lungo l’alveo del torrente Mare dei Grilli, dove vengono decantate ed immesse in una condotta, lunga circa 10 km, per poi essere riversate nei due invasi della Malvizza.
    Da qui si diramano le tre condotte principali che servono i 200 ettari a valle degli invasi. Ogni tre fondi c’è un idrante dove le aziende possono allacciarsi con i propri impianti. Un’opera di ingegneria idraulica che sfrutta esclusivamente la forza di gravità. Non esistono pompe di sollevamento. «Praticamente, da un punto di vista energetico, sono a costo zero» racconta orgoglioso Michele Gambacorta, fino a pochi mesi fa presidente del consorzio. Modernissimo anche il sistema della distribuzione delle acque che utilizza una serie di tessere elettroniche consegnate agli utenti che calcolano la quantità di acqua prelevata e funzionano, più o meno, come le tessere telefoniche. Le irrigazioni sono state pianificate ed ogni utente potrà usufruire del servizio nelle ore e nei giorni stabiliti, non c’è necessità di nessun intervento umano, il dispositivo elettronico provvede ad aprire e chiudere l’erogazione dell’acqua, oltre che a calcolarne il consumo. All’occorrenza, tramite le tessere utenti, è possibile sospendere l’erogazione. «Questi invasi rappresentano l’elemento per far diventare fiorente l’agricoltura di queste zone – dice Giovanni Cusano, neo presidente del Consorzio di Bonifica dell’Ufita – anche in valle Ufita stiamo lavorando per sollevare le sorgenti che si erano abbassate».
    Alla manifestazione di inaugurazione erano presenti l’arcivescovo di Benevento Mons. Serafino Sprovieri, il senatore Tanga, Domenico Covotta, Mario Pepe, Giancarlo Di Rubbo, Pietro Gaillonardo Domenico Gambacorta, Giovanni Ianniciello ed il consigliere provinciale Generoso Cusano. [Nativo]
    [Credit│Foto - Archivio F. D'Addona]

  • Approfondimenti,  Attività Commerciali,  Cronaca

    Il trasferimento del mercato

    Antonio Stiscia

    [Ed. 00/00/0000] Montecalvo Irpino AV – Tanto per essere originale, vorrei parlare del mercato.
    Non entro nel merito della questione, pur non sembrandomi il mercato tra i problemi impellenti della nostra sventurata comunità.
    Le domande che mi faccio sono altre. E diverse.
    E’ stata fatta una scelta: spostare il mercato dal mercoledì al sabato, perchè qualcuno aveva pensato di aver scoperto la panacea di ogni male o, che è lo stesso, il formidabile volano per lo sviluppo montecalvese.
    Qualcun altro – avendone titolo: si trattava degli ambulanti “sfrattati” – ha fatto ricorso al TAR ed ha avuto ragione (ad una valutazione superficiale, invero, la decisione appre un po’ formalistica), per il momento.
    Il Comune, ritenendo che il TAR avesse sbagliato, ha pensato : 1) di fare appello dinanzi al Consiglio di Stato (ha fatto bene, se ha ritenuto di aver subito un “torto” dal Tribunale Amministrativo); 2) di adottare un altro provvedimento confermativo di quello sospeso.
    Una prima considerazione: nel sistema di diritto i provvedimenti dei Tribunali, favorevoli o sfavorevoli, si accettano e si eseguono. Ciò non vale per il nostro Comune e, forse, vi si devono scorgere le premesse per la fondazione di una Repubblica Autonoma.
    Gli originari ricorrenti impugnano anche il nuovo provvedimento ed ottengono una tutela immediata (Decreto Presidenziale n. 980/05 del 16.9.2005): l’atto che, per la seconda volta, spostava il mercato al sabato, per il momento, non produce effetti.
    Essendo stati sospesi tutti i provvedimenti che stabilivano lo spostamento del mercato al sabato, giocoforza il mercato doveva avere luogo il mercoledì.
    Pare che, al contrario, l’Amministrazione non abbia consentito agli ambulanti presentatisi mercoledì scorso di svolgere il mercato: eppure gli unici atti amministrativi esistenti e produttivi di effetti erano quelli “inutilmente” modificati. Detto altrimenti, tornavano in vita i vecchi atti amministrativi: come se il mercato non fosse stato mai spostato.
    Nella nostra ridente repubblica autonoma – come nel paese di Alice – le cose si deformano e nulla è come dovrebbe essere. La pervicace volontà degli amministratori prevale sulle “carte” e sulle decisioni dei Giudici.

  • Approfondimenti,  Attività Commerciali,  Cronaca

    Il mercato settimanale di Montecalvo

    Antonio Stiscia

    [Ed. 00/05/2007] Montecalvo Irpino AV – Ancora una volta le sacre scritture di archivio, ci vengono in soccorso per portare un po’ di luce nel fatuo regno della stupidità, pianta sempre verde, mercanzia a buon mercato. Come non rilevare che il mercato settimanale, portato al Mercoledì, sia solo un episodio di una storia infinita, di una sana evoluzione commerciale. Si sa per certo che il Mercato settimanale di Montecalvo, almeno fino al 23 Novembre (data fatidica) 1863 è stato effettuato il Sabato, per essere poi spostato alla Domenica. Questi pochi dati basterebbero a giustificare ogni ipotesi di cambiamento, come a zittire la voce di tanti banditori, che accampano e sventolano motivazioni storiche e culturali, dimenticando che questi valori non possono essere mercanteggiati o sviliti. Va detto, che per il passato, vi è stato un adeguamento costante delle Fiere e mercati alle mutate ed evolutive esigenze dei Montecalvesi.( cfr. Fiera di Santa Caterina 20/21e22 Novembre).

    La fine del mercato settimanale ha avuto inizio, allorché il Comune di Montecalvo acconsentì (parere obbligatorio e vincolante del Consiglio Comunale) a che il vicino-confinante Comune di Ariano Irpino, esercitasse e spostasse il mercato settimanale nello stesso giorno (Mercoledì) di quello montecalvese, decretando, in tal modo, una lenta inesorabile agonia commerciale prima e ristorativa poi. ( A parte qualche isolato cittadino o inascoltato commerciante nessuno manifestò il proprio dissenso). Un errore strategico e una prima manifestazione negativa di vassallaggio elettorale , vero cancro di un paese, che perde peso politico col perdere residenti, in una sorta di corsa all’autolesionismo o  masochismo mentalpedevolutivo. Il mercato settimanale montecalvese, appare come un mercato cadetto, limitato nei consumi e nell’offerta, con una disposizione inconcorrenziale delle bancarelle ,senza prospettive di sviluppo, in una perversa logica del tanto meno-tanto meglio.

    Che fare ? Difficile dirlo! Spostare il mercato? Ormai oltre che tardi, è inutile ! Cambiare il giorno ? A che serve !

    Sulla politica commerciale del paese, dovrebbe ascoltarsi principalmente la voce dei cittadini e non quella dei commercianti, essendo del tutto sciocchevole pensar di far progettare il gallinaio alle volpi. Da tempo, molte amministrazioni comunali, sulla scorta degli intendimenti di governo e del Parlamento stanno favorendo la liberalizzazione commerciale, senza i laccioli delle chiusure, degli orari,dei riposi, delle distanze e di tutte quelle inutili regole che hanno alimentato il sottobosco dei consulenti e praticoni del cas-so(errore voluto), vero unico  male allo sviluppo. Ha un senso, che un paese che si propone ad un turismo religioso, culturale e paesaggistico, trovi tutte le attività negoziali chiuse proprio il giorno di Domenica? Ha ancora un valore l’orario di chiusura infrasettimanale e serale, in un paese dove è palpabile una lenta agonia esistenziale e un vuoto stradale preoccupante ? Ha ancora un senso la insana gelosia di mestiere, quando la gran parte del pil montecalvese viene consumato nei super-ipermercati di Ariano Irpino e Mirabella, o quando per quella atavica smania esterofona, si continua a considerare meglio ciò che è foresto? E poi, manca una certa affabilità, quella giusta percentuale di cortesia  e di gentilezza che va profusa sempre e comunque ad ogni cliente, anche se è un parente strettissimo,recuperando quella complicità e fiducia col negoziante, fenomeno in evidenza nelle grandi città,dove la gente ha ripreso ad andare dal pizzicagnolo sotto casa o dal fruttarolo di quartiere. E’ inconcepibile che un paese fondamentalmente agricolo, non ha ancora predisposto uno spazio coperto per i coltivatori diretti, dove poter acquistare (giornalmente) i sani prodotti della terra, favorendo ed integrando la microeconomia di tante aziende agricole. Per concludere una amarezza conclusiva, dopo anni di promozione nazionale ed internazionale del buon Pane di Montecalvo,a parte i tanti progetti e le iniziative,non si è trovato il tempo (sigh!) o il denaro, per scrivere sulla cartellonistica stradale “Montecalvo Irpino- Città del Pane”, a volte basta poco, evidentemente non abbiamo compreso nemmeno quello. [Nativo]

  • Cronaca

    Mercato ambulante di sabato il Tar boccia il nuovo ricorso

    [Ed. 30/10/2005] Montecalvo Irpino AV – Dopo due ordinanze comunali e due sospensive da parte del Tar di Salerno la giornata del mercato resterà al sabato.
    A stabilirlo è stata la seconda sezione del tribunale amministrativo di Salerno che ha respinto il ricorso presentato da un gruppo di commercianti ambulanti ai quali non andava giù lo spostamento della giornata del mercato dal mercoledì al sabato. Soddisfazione da parte dell’assessore al commercio del comune di MONTECALVO Irpino, Nicola Serafino, che si è fortemente battuto per spostare al sabato la giornata del mercato settimanale e del consigliere Goffredo Ceccese. “La seconda sezione – afferma l’assessore Serafino – ha confermato l’illogica contestazione da parte dei commercianti ambulanti. Non c’erano ne vizi di forma e ne altri elementi che potessero far invalidare una decisone della giunta guidata dal sindaco Giancarlo Di Rubbo. Una decisione che secondo noi non può altro che portare benefici per il nostro comune”. La decisione dell’amministrazione comunale aveva trovato una ferma opposizione da parte di un gruppo di ambulanti che aveva deciso di rivolgersi al Tar per far invalidare la decisione dell’amministrazione comunale. In un primo momento il Tar aveva dato ragione agli ambulanti, perché l’amministrazione nel prendere la decisione non aveva ascoltato le associazioni dei consumatori. Il sindaco Di Rubbo per scavalcare la decisione del Tar aveva emanato un’ordinanza di spostamento al sabato del mercato settimanale. I commercianti per l’ennesima volta avevano fatto di nuovo ricorso al Tar. Anche questa volta il Tar invita il Comune a riportare al mercoledì la giornata del mercato. Questa volta però il giudice rivia qualsiasi altra decisione alla seconda sezione del tribunale amministrativo di Salerno. [Nativo]
    [Credit│Il Mattino]

    Redazione