Cultura
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La bufala del musicista russo Mussorgskij a Montecalvo Irpino
[Ed. 24/02/2019] Il famoso musicista russo Modest Petrovič Mussorgsky (Karevo, 21 marzo 1839 – San Pietroburgo, 28 marzo 1881) fu autore tra l’altro dell’importante sinfonia ‘Una notte sul Monte Calvo’ (composta nel 1867 e rivisitata nel 1875). Pare fosse amico della famiglia del primo ministro russo Giovanni Fesenk che, assieme alla moglie Maria Kionokoff, sarebbe stato ucciso dai bolscevichi a San Pietroburgo nel febbraio 1917.
Maria Maddalena Fesenk (Karkoff-Georgia, 1882 – Roma, 1942) era figlia del primo ministro russo Giovanni Fesenk e Maria Kionokoff e andò in sposa al duca Carlo Pignatelli (1860 – Montecalvo Irpino, 1917).
Negli anni Ottanta del Novecento fu messa in giro la bufala, prima sul cartaceo e negli anni successivi anche sul web, che il musicista russo Mussorgsky, grazie all’ospitalità della duchessa Maria Maddalena Fesenk a Montecalvo, era stato ispirato a comporre la sinfonia ‘Una notte sul Monte Calvo’.
A dare l’avvio alla bufala fu il giornalista Gianni Brera negli anni Sessanta, quando passò per Montecalvo Irpino una tappa del Giro d’Italia. Le strade erano così malridotte che lui ironicamente ebbe a scrivere, nella sua cronaca sulla tappa, che quello era uno dei motivi per cui Mussorgsky aveva scritto la sinfonia ‘Una notte sul Monte Calvo’.
Il Monte Calvo di Mussorgsky si trova in Russia e lui non fu mai a Montecalvo Irpino, perché morì nel 1881, un anno prima che nascesse la duchessa Maria Maddalena Fesenk che, quindi, non poté ospitarlo nel castello di famiglia a Montecalvo Irpino.Angelo Siciliano
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Pane di Montecalvo – Un pane magico in un paese magico
[Ed. 30/11/2002] Quando ci si trova di fronte ad una panella di “Pane di Montecalvo” dell’istituendo Consorzio IGP di Montecalvo Irpino e comuni limitrofi, si resta colpiti dal colore tra l’ocra e il nocciola carico e da una fragranza di profumi di lievito, farina, crusca e pane tostato. Sembra di trovarsi di fronte ad un prodotto di altri tempi catapultato, come per magia, ai giorni nostri. Sarà che in fatto di magia Montecalvo Irpino ha sempre primeggiato. Storie leggende e credenze di terra popolata da poteri e da spiriti misteriosi avvolgono le mofete della località “La Malvizza”. La suggestiva presenza, nei vicoli medioevali degli sberleffi delle maschere in pietra poste a proteggere il paese dagli spiriti maligni. Ma la testimonianza maggiore è rappresentata dalla forza descrittiva delle note della sinfonia “Una Notte sul Monte Calvo”* di Modest Mussorgsky. La tradizione vuole che il celebre musicista russo sia stato ispirato dai racconti della duchessa Maddalena Pignatelli sulle attività di streghe janare e di sabba che si svolgevano sotto il noce di Benevento. “Unguento, unguendo mandame a la noce di Benivento supra acqua et supra ad vento et supra ad omne maltempo” era la formula magica che le streghe pronunciavano prima di spiccare il volo, a cavallo delle loro scope, per raggiungere il luogo convenuto. Nel lavoro di Mussorgsky il suono alto e cristallino dei violini sopra i suoni gravi degli ottoni rappresenta i volteggi e le danze i voli che passano indenni sopra i lugubri anfratti nelle vallate e boschi, la pioggia scrosciante i lampi e tuoni, in una parola quello che l’uomo ha sempre sognato: la vincita sulla forza di gravità. Così per tutta la notte finché, in lontananza, il suono della campana di una chiesetta segna l’arrivo dell’alba ed inizia la monotonia quasi malinconica dei gesti quotidiani apparentemente sempre uguali, i lavori dei campi di ogni giorno in replica a quelli del giorno precedente. Scomparsa la magia delle streghe, inizia la magia più vera quella della quotidianità che ha consentito di raccogliere utilizzare e tramandare tutta la conoscenza del genere umano dalla Civiltà del Tigri e l’Eufrate, 10 mila anni fa, fino ai giorni nostri.
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Saggio di fine anno della “Dance Time School” – La Magica notte delle Bambole
[Ed. 19/06/2004] Montecalvo Irpino AV – Sabato 19 giugno 2004,nei locali del cinema Pappano a Montecalvo Irpino, si è tenuto il consueto saggio di fine anno della scuola di danza “Dance Time School”, della maestra Angela Castiello.
La manifestazione ha visto una partecipazione di circa trenta ragazze che si sono esibite di fronte ad un pubblico caloroso ed emozionato. Il tema rappresentato “La Magica notte delle Bambole”, ha impegnato le mamme e le scenografe in una grande e raffinata ricerca di costumi particolarmente fini e di buona fattura. L’impegno delle giovani ballerine è stato all’altezza della situazione e ha contribuito alla buona riuscita dello spettacolo. [Nativo]Alfonso Caccese
Foto Franco D’Addona
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Due giugno: Compleanno della Repubblica – Per non dimenticare
Possono sembrare immagini anonime ma nelle foto è ritratto mio nonno Lanza Gerardo (Palù di Giovo) Trento – 1917 Archivio personale Famiglia Lanza
Ai caduti per la patria
Importante e glorioso è stato il contributo dei Montecalvesi,nella loro partecipazione alla I° guerra mondiale,negli anni tra il 1915 e il 1918 ,per la maggiore grandezza dell’Italia.Tra i tanti, partiti per il fronte, molti non sono mai più tornati.
Ufficiali:
Maggiore Boscia Carlo
Capitano Caccese Emilio
Tenente Manzelli Edgardo
Soldati:
Bellaroba Giuseppe
Caccese Carlo
Caccese Felice
Caccese Luigi fu Antonio
Caccese Luigi fu Carlo
Carafa Felice
Carlantuono Pompilio
Castiello Giuseppe
Cipriano Luigi
Corvino Vincenzo
D’Addona Michele di Dom.
D’Addona Michele di Gius.
D’Agostino Domenico
De Marco Pompilio
D’Oto Antonio
Finizza Pompilio
Fiordellini Pompilio
Giammito Antonio
Giasullo Angelo
Gruosso Pasquale
Jebba Carlo
Jorillo Pompilio
Jorillo Vincenzo
Isabella Domenico
Isabella Felice
Isabella felice di Gius.
Laudo Pompilio
La Vigna Giuseppe
Lazazzera Felice
Lo Conte Antonio
Mangialetto Francesco
Marra Donato
Modestino Michele
Panzone Antonio
Paone Romeo
Sorrentino Domenico
Suglia Angelo maria
Susanna Ottavio
Stiscia Domenico
Trancucci Feliciano
Verzaro Antonio
Vernacchio Pompilio
Dispersi:
Caccese Antonio
Jorillo Giuseppe
Modestino Felice
Scoppettone Felice
Zarrillo Domenico
Zarrillo Luigi[Nativo]
Alfonso Caccese
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Il contadino che cantò il 2 giugno
[Ed.00/00/0000] Scarsissime in Campania si contano le testimonianze di autentiche espressioni di canto politico, anche se va attestata, al contrario, una sommersa produzione di tal genere, specialmente in Irpinia. Il canto politico, dal punto di vista musicale, raramente può riferirsi a moduli etnici, e generalmente si poggia su melodie popolaresche di larga diffusione, più atte ad accogliere un testo destinato ad una chiara comprensione verbale. Questo è il motivo per cui, assolta la sua funzione storica, un canto politico esce poi dall’uso, dai repertori che connotano la funzione metastorica del canto espresso in un rituale collettivo. Il canto politico, quindi, rimane vivo solo nella memoria di chi visse quel momento, di cui quel canto fu voce reale di avvenimenti che coinvolsero il contesto sociale. Ciò spiega anche la esigua documentazione di canti popolari politici, che, necessariamente, vivendo di trasmissione orale funzionale alla collettività, quando hanno esaurito la loro funzione storica, si dissolvono nei recessi della memoria collettiva.
Né, come abbiamo detto, essi sono relativi a strutture musicali autonome o specifiche, ma, risultando come prodotto di un processo parodistico, hanno durata effimera cui segue l’inesorabile annegamento del testo nel trascorrere di una realtà dinamica e non statica della cultura orale. In tale consapevolezza, ho più volte stimolato la memoria di informatori anziani circa avvenimenti storici stigmatizzati da un peculiare componimento orale, e più volte la mia richiesta ha sortito esiti positivi. Assecondando un’insopprimibile vocazione ai percorsi esplorativi, su segnalazione dell’amico Aniello Russo, tempo fa mi recai a Montecalvo Irpino allo scopo di incontrarmi con Felice Cristino, contadino ottantaseienne, la cui memoria rappresenta una biblioteca orale di notevole interesse per ciò che riguarda la storia altra, quella non ufficiale, dell’area meridionale in generale edell’Irpinia in particolare. In essa è testimoniata una diffusa resistenza al fascismo, e, successivamente, al potere clerico-fascista del dopoguerra. Felice Cristino, o meglio zi’ Felice – come tutti lo chiamano a Montecalvo – mi aprì gli scrigni del suo ricordare e mi comunicò la sua attiva partecipazione al dissenso contadino contro le ingiustizie baronali, i privilegi politici, evocando luminosamente il tragico contesto dell’ultimo dopoguerra. Rappresentante esecutivo di un tradizionale stile di canto irpino, egli si dichiarava autore di un componimento politico da lui creato, a scopo propagandistico, in occasione della campagna elettorale indetta per il referendum del 2 giugno 1946. L’eccezionale documento ha tutte le caratteristiche della più autentica popolarità: esso si plasma sulle strutture antifonali degli antichi canti di lavoro, risulta composto secondo le tecniche orali, presenta un testo estraneo a formule di retorica politica, esprime un «noi» e non l’ «io» della sentenziosità borghese, e si carica di quell’ironia irridente che si sprigiona dall’autenticità realistica delle culture orali. In tal senso, nello snodarsi strofico del canto, ricorrono alcune figure della realtà montecalvese di quel tempo, disegnate a vividi tratti dalla fertile vigorosità sfottitoria dell’antico contadino, al quale i suoi vecchi amici riconoscono un indiscusso ruolo di leader autorevole. [Nativo] [Foto di Angelo Siciliano]
Roberto De Simone – Il Mattino
Compagni, il due giugno – Felice Cristino [Demo]
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Una famiglia antifascista: Pietro e Giuseppe Cristino
I CRISTINO: UNA FAMIGLIA ANTIFASCISTA
[Ed. 00/06/2003] Montecalvo ha dato i natali a due nobilissime figure dell’antifascismo irpino: Pietro Cristino e suo figlio Giuseppe. Nel corso della loro vita, lottando contro incomprensioni e persecuzioni, testimoniarono la loro fede incrollabile nella libertà e nella giustizia sociale.
Pietro Cristino nacque nel 1882. Di professione farmacista, fu consigliere comunale socialriformista nel periodo 1920-23 e nel gennaio del 1923 passò al PSU. La sua farmacia divenne il luogo d’incontro degli antifascisti locali e dei paesi limitrofi. Le autorità fasciste disposero per Cristino un’attenta e continua vigilanza. Numerose furono anche le perquisizioni domiciliari che il farmacista di Montecalvo Irpino subì in quegli anni. Il 13 novembre 1926 fu per la prima volta tratto in arresto, subendo l’ammonizione poiché ritenuto “elemento pericoloso all’ordine nazionale”. Nel dopoguerra partecipò attivamente alla vita politica del suo paese, guidando, come sindaco socialista, la prima amministrazione municipale democratica. Si spense nel 1962. La parabola politica del farmacista di Montecalvo influenzò anche il figlio Giuseppe (entrambe le figure sono esaurientemente trattate in un interessante libro del professor Francesco Barra, edito nel 1979). -
Tu scendi dalle stelle svelato l’arcano delle origini: non fu Nola la sua patria, ma Deliceto
[Ed. 26/09/2022] E’ dal 1857 che si dibatte su dove sia nato il canto Tu scendi dalle stelle di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori che ad ogni Natale incanta il mondo inserendo l’Italia nel ristretto novero delle nazioni che vantano le melodie più belle di quel mitico e magico momento. Fu appunto 165 anni fa che lo studioso redentorista Celestino Berruti, forse attingendo a una testimonianza resa per il processo di beatificazione del Santo napoletano, indicò la città di Nola quale sua patria. Dopo di lui, nel 1933, il suo confratello Oreste Gregorio, autore del noto Canzoniere alfonsiano, riprendendo la notizia, diede definitivamente l’avvio al ribaltamento della più antica tradizione che designava, invece, la cittadina di Deliceto (FG) quale culla della melodia. Da allora, al di là di sterili schieramenti campanilistici, alcuno studio, fino ad oggi, aveva mai analizzato il tema dal punto di vista storico-scientifico e i risultati di tale indagine, che per la prima volta qui rendo pubblici, sono clamorosi.
La testimonianza di cui sopra ci mostra Sant’Alfonso in Nola, ospite della famiglia Zamparelli, che «compone», ma alla luce delle indagini condotte meglio sarebbe dire, più semplicemente, «scrive», su un pezzo di carta le parole della sua pastorale per poi cantarle, la stessa sera, in una chiesa di Nola.
Alcuna indicazione temporale emerge dal racconto né si parla, in esso, di Novena di Natale. Soltanto apprendiamo che «Monsignore» (S. Alfonso) «con altri Padri andarono in Nola a fare «una certa missione» e stavano in casa di questo D. Michele Zambadelli».
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Tortano – Patane e Pupini – Ruocchili e Cicatielli
Tortano
L’ origine del Tortano di Montecalvo Irpino è ignota. Si tratta di un dolce non particolarmente ricco ma senza dubbio molto originale, a base di ingredienti naturali. Il Tortano è conosciuto a Montecalvo anche in una versione salata, comunque diverso dal casatiello napoletano. Si tratta di un dolce che si prepara nelle occasioni di festa, anche se non è legato ad una ricorrenza particolare. Ingredienti: farina, zucchero ed uova. L’impasto, lasciato a lievitare a lungo, viene poi cotto nel forno a legna. Può sembrare un pane casereccio tradizionale, mentre è un dolce fragrante e molto leggero.
Patane e Pupini
Patane e pupini è un piatto di origine contadina, preparato essenzialmente con patate, peperoni e interiora di maiale. Si tratta di pietanze che non sono legate ad alcuna festività o ricorrenza particolare. Patane e pupini si preparano nel modo seguente: si tagliano grossolanamente le patate e si fanno cuocere nell’ olio con un po’ d’ aglio; a parte si lavano i peperoni, si friggono e si mettono sott’aceto. Infine si cuoce tutto insieme in una pentola con la sugna, aggiungendovi le interiora del maiale (fegato e polmoni) a pezzetti.
Ruocchili e Cicatielli
I Ruocchili e cicatielli ( broccoli e cicatielli ) sono un piatto tipico di tutta l’ Irpinia, anche se in ogni paese se ne possono ritrovare versioni differenti, con sfumature riguardanti gli ingredienti o le modalità di preparazione, così come avviene a Montecalvo Irpino. E’ difficile stabilire l’ origine di questo piatto, in quanto si tratta di un piatto semplice e spontaneo, preparato con ingredienti di facile reperimento in un ambiente rurale così come in un ambiente paesano. Il consumo di Ruocchili e cicatielli è diffuso perlopiù a livello familiare, in quanto si tratta di un piatto fatto principalmente in casa. Esso è collegato in particolar modo alla stagione invernale. I Ruocchili e cicatielli si preparano nel modo di seguito esposto. Si mette un chilo di farina di grano duro a fontana sulla spianata, facendovi un buco al centro in cui vengono aggiunti acqua calda e sale. Poi si impasta per una decina di minuti fino ad ottenere un impasto compatto e morbido che si stende in bastoncini di circa tre millimetri di spessore; tali bastoncini si tagliano in altri bastoncini di circa tre centimetri di lunghezza, che vengono incavati con le dita dalle massaie. A parte si lava un chilo di broccoli e si fa lessare per tre minuti circa, aggiungendovi poi i cicatielli che devono bollire per circa dieci minuti. In un altro tegame si fanno rosolare nell’ olio cento grammi di pezzetti di pancetta con aglio e, a piacere, peperoncino piccante con cui si condiscono i cicatielli e broccoli. [Nativo]
Redazione
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Auguri di buone feste dall’ex sindaco dott. Carlo Pizzillo
[Ed. 24/12/2022] Montecalvo Irpino AV – Natale è la festa per eccellenza che carica queste giornate di un’atmosfera unica e particolare. Ho l’impressione che il tempo che passa trasformi il significato della festa che tenendo al centro la natività di Gesù si accompagna a stati d’animo diversi, da quello spensierato e giocoso della nostra infanzia, a quello di sano divertimento e di benessere dell’età adulta in cui si passano giornate con i propri cari a rinfocolare il sentimento che riunisce le famiglie; infine con l’incedere del tempo il Natale diventa la festa a tratti malinconica che ci riporta a chi non vediamo più insieme a noi e avvertiamo il peso dell’assenza e al tempo spesso ne rinsaldiamo il ricordo dei tanti momenti vissuti insieme. Auguri a tutti sperando che il Natale doni a tutti noi la resilienza per continuare il percorso della vita con la forza di superare le difficoltà (speriamo poche) che ci attendono. Auguri
Redazione
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Quattro novembre. Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate
[Ed. 06/11/2003] Montecalvo Irpino AV – Quattro novembre. Giornata delle Forze armate
La manifestazione si è tenuta in piazza Vittoria. Sono intervenuti tutte le autorità civili e militari. [Nativo]Redazione
Foto Franco D’Addona