Editoria
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La comunità Romana di Tressanti
[Ed. 24/08/2003] Ho trovato sul sito “Irpino.it” di Montecalvo Irpino, curato egregiamente da Alfonso Caccese e Francesco Cardinale, l’informazione sul ritrovamento, come possiamo dire?, non abbastanza recente (si tratta del 1911), di un cippo funerario romano a Piano di Anzano, in località Tressanti di Montecalvo. Per quanto abbia cercato, mi pare che, da allora e sino ad oggi, quel ritrovamento così importante non abbia suscitato echi. L’epitaffio inciso sul cippo è questo:
OFILLIA QVINTILLA HAVE ET TU QVI
LEGIS HAVESI NON FATORUM PRAEPOSTERA IVRA
FVISSENT MATER IN HOC TITVLO
DEBUIT ANTE
LEGIE’ un bellissimo, commovente epitaffio. E il benemerito e fortunato ritrovatore, il quale provvide subito ad informare gli studiosi dell’epoca, fu Nicolamaria Lanza, nostro compaesano. Si tratta di una ragazza sfortunata, forse morta di parto (il suo primo, evidentemente, se non poté essere chiamata madre). Traduco letteralmente: “Salve Ofilia Quintilla / e salve anche a te che leggi. / Se i fati non fossero stati stravolti / si sarebbe dovuto leggere / madre / a capo di questo epitaffio.”
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La Malvizza – La Transumanza, le Bolle, il Grano
[Ed. 04/10/2004] Parliamo della Malvizza, in questo nostro scritto che segue di circa un anno un altro che abbiamo dedicato a Tressanti. Tressanti e La Malvizza sono due contrade di campagna del nostro paese, Montecalvo Irpino, il quale ha un estesissimo territorio extraurbano. Esso abbraccia completamente il monte da cui prende nome il capoluogo e, uscendo dai confini naturali di alcuni torrenti che orlano a valle le pendici di questo monte, ingloba anche il colle di Corsano ad Ovest, la pendice settentrionale del colle su cui si estende Tressanti, a Sud, e, per ciò che più ci interessa ora, ritaglia una larga fetta di una pendice montuosa chiusa tra due torrenti, ad Est, denominata Malvizza. La pendice della Malvizza può definirsi una quasi-pianura per i vasti pianori che ne rompono il dislivello soprattutto a mezza costa. Il corso d’acqua che separa le terre del capoluogo da quelle della Malvizza è il Miscano: un minuscolo fiume, asciutto per buona parte dell’anno, e un confine che, sulla scorta di quanto ci si è venuto a mano a mano svelando, è piuttosto un tratto d’unione che non una barriera tra il paese e la contrada.