CON SAN POMPILIO VERSO LA PASQUA
Tarcisio Arnesano
[Edito 00/03/2004] Attraverso le sue lettere, specialmente quelle di direzione spirituale, Padre Pompilio guidava i suoi figli e fìglie sulla via della santità, grazie a un cammino di fede che riprendeva i temi propri delle ricorrenze liturgiche, specialmente di quelle più solenni. Nel numero precedente abbiamo proposto alcuni brani che avevano stretta attinenza col Natale e le festività di fine e inizio d’anno. Questa volta cercheremo di orientare la nostra ricerca sul periodo pasquale e in particolare sul tempo forte della Quaresima e della Settimana Santa, che precedono la Pasqua di Risurrezione. Sicuramente San Pompilio sentiva fortemente e intimamente la Passione e la Morte di Gesù. Il suo modello, che proponeva all’imitazione dei fedeli e devoti, era il Cristo Crocifisso. Anche quando parla del Risorto, non dimentica la Passione e la Morte in Croce. “Per Crucem ad Lucem” (attraverso la Croce si giunge alla Luce della Risurrezione). L’iconografìa ritrae il nostro Santo con il Crocifisso in mano, nell’atto di mostrarlo a noi suoi fedeli per indicarci la via da seguire.
Durante la Quaresima, oltre che invitare alla frequenza dei sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia e alla preghiera, egli raccomanda il pio esercizio della Via Crucis, di cui ha lasciato un testo semplice e commovente, come aveva fatto con la Novena a Gesù Bambino. Altrettanto celebre il riferimento alla Via Crucis inaugurata nella Chiesa delle Scuole Pie il 1° gennaio 1766: “II primo dell’anno con degno culto si metterà la santa Via Crucis in chiesa nostra e si è già tutto ben disposto” (CLXXIV). “E’ posta la Via Crucis con una/unzione tale che tutta Campi vi concorse, e ci fu l’esposizione del Santissimo “(CLXXV1I).
“Nel primo giorno di questo anno 1766…mercoledì, con un gran concorso di gente, si eresse il pio esercizio della Via Crucis. Vennero da Schinzano, dove stanno quei Padri Alcantarini, due di essi e fecero la funzione…e si terminò coll’esposizione del Santissimo e con un discorso che fu fatto dal Padre Pompilio…il quale…dimostrò essere la Passione di Gesù un gran bastimento per ben passare il gran mare del mondo; un bastimento ben provveduto per giungere al porto designato; un bastimento capace di tutti…perché Dio vuole tutti gli uomini salvi. E così fecesi la funzione con essersi esposto il Santissimo, datasi la benedizione, ed esortata la gente, in grandissima moltitudine concorsavi ad amare la Passione di Gesù…Tutto per voi, mio caro Dio… Lo scrivo io stesso Pompilio Maria… acciocché restasse in Archivio di Casa una tale notizia e i Padri futuri siano amantissimi dell’esercizio divoto della Via Crucis ” (Orig. Olografo in Arch. di Campi Salentina).
In tutta la Quaresima il Santo invita a considerare il grande amore a la misericordia di Gesù che ci salva dando la vita per noi. Moltissimi sono i passi in cui, con il linguaggio semplice e immediato che gli è proprio, ci accostare al Mistero Pasquale, non e l’eleganza della retorica, ma solo a la forza del Vangelo e del Crocifisso. Davanti all’amore di Dio non serve l’erudizione, ma il silenzio e la riflessione. Scrivendo di una sua eventuale predicazione quaresimale in Manfredonia egli dice: “In queste Cattedrali amano gli eloquenti, gli periodanti, gli rari uomini…(noi) non abbiamo nella bottega queste mercatanzie forestiere; abbiam la sola Scrittura e il Crocefisso…non son fatto per l’eleganza ne per trattener sfaticati nelle chiese e nelle basiliche, ma per intimare…la Penitenza…se si contentassero della Scrittura e del Crocefisso, ben volentieri… “(LXII) “Al caro amabilissimo Gesù Crocefisso aprite tutto il vostro cuore, acciocché dentro di quello possa Esso stabilire la sua Croce e ivi stare con voi, crocefissa insieme con Lui ” (175). “Correte col cuore ad abbracciare Gesù Crocefisso e ditegli…: Signore, non vedete le mie miserie? Aiutatemi. Togliete da me le mie imperfezioni, fatemi acquistare le virtù perfette. Considera: il mio Gesù si è fatto Agnello mansueto per me e, senza aprire bocca, quanto per me patì!” (196) “Questa mattina portatevi al Sepolcro di Gesù col cuore e là genuflessa fate questa offerta: Caro Gesù, io sono stata e sono peccatrice. Non ho virtù veruna in me, ne tengo una minima cosa bona da potervi offrire. Vi offerisco la mia volontà. Fate di me quanto vi piace. Eccomi, sto tutta nelle vostre mani” (249)
“Anima mia, in questi giorni mettiti a considerare Gesù, che. Risorto, ti chiama dietro di sé per una via spinosa. Ci vuoi andare? Considera: II caro Gesù ha comminato per vie di travagli, di patimenti, e fu bisogno che patisse tanto per entrare in Ciclo…Ah, Gesù…fatemi portare allegramente la Croce acciocché mi salvi” (10) “Quanto devi giubilare tu, anima mia, nella strada della pietà cristiana, vedendo esserti tua guida un Figlio di Dio, tutto miele, tutto dolcezza… E tu non ti risolvi ancora da vero. Risolvi: adesso è tempo. Animo!…Atti d’amore a Gesù risuscitato e un’offerta di tè stessa” (11)
Ci piace concludere con un disarmante augurio di Buona Pasqua, rivolto dal Santo alle sorelle Sirsi, di Campi, sue fìglie spirituali: “Con queste due righe vi auguro la Santa Pasqua nell’intimo sacrosanto consorzio con Dio. O Dio! O Dio! O Dio! Oggi non posso fare cosa veruna! Me ne sto col mio Dio. Dio, Dio, Dio” (30)