Il Cardo di San Giovanni
Prefazione
Giancarla Mursia
Il romanzo si svolge in un piccolo paese dell’Irpinia dalla metà del Seicento ai primi del Settecento.
Vincenzo Ciolla uomo, prete artista, è il protagonista della vicenda narrata con matura abilità dall’Autore alla sua opera prima. Il contenuto, regolato da una pacata armonia di avvenimenti, personaggi, situazioni, figure, incominciate da un personaggio essenziale, è in perfetta, quasi inconsapevole sintesi con la forma asciutta e disinvolta.
Vincenzo Ciolla è veramente esistito e molte sue opere policrome si possono ancor oggi ammirare. Di conseguenza esiste nel romanzo una realtà che viene raccontata e regolata da una fantasia che non si sa dove cominci e dove finisca, tanto i due elementi sono ben controllati e connessi. Questo di Giovanni Cavalletti è un romanzo nell’autentico significato della parola. Una “storia” che prende le mosse da un uomo, don Vincenzo, sacerdote all’inizio, che troviamo preso da meditazioni e riflessioni, pieno di bufere dentro, sconfitto in una guerra che non ha mai dichiarato, all’apparenza normale, burattino in balìa delle occasioni, turbato dal fatto di essere prete, con l’impegno morale di rivolgersi soltanto all’autorità ecclesiastica per mettere a posto la sua coscienza.
Il turbamento controllato e razionalmente esaminato del sacerdote è il punto fermo di tutta la vicenda dove gli altri personaggi, Angiolina, Felicetta, Francescantonio, Agostino e via via gli altri sempre autentici, s’incontrano in una umana e reale situazione di vita vissuta a completare uno spazio temporale di naturale svolgimento.
Forse è il solo don Diego una figura un po’ retorica nella sua modestia arrogante e, in fondo, sprovveduta, ma anche scontata.
Non mancano, nel tessuto narrativo, la descrizione di tradizioni, di usi e costumi che danno un non inutile supplemento alla storia, se mai rafforzandone invece la veridicità e suscitando una opportuna curiosità.
L’atmosfera, il cielo, il freddo, la neve, il terremoto completano, in una rigida economia, lo svolgimento dell’azione che coinvolge il lettore, quasi a sua insaputa. Un romanzo nell’autentico senso della parola. Un bel romanzo. Con i temi di sordida negligenza che viviamo anche nella dimensione letteraria non si può dire quanti se ne accorgeranno. Ma è bene che sia pubblicato nella speranza (o illusione) che qualcuno apra gli occhi e se ne accorga. Poi, se sono rose fioriranno. E se mai, sarà l’autore ad una successiva prova a confermare l’unanime impressione della giuria del premio Montblanc e a rafforzare la convinzione di aver letto, una volta tanto, un bel romanzo.
[Cavalletti G.B.M., Il cardo di San Giovanni, L’autore libri Firenze, 1994]