Beni,  Beni artistici e storici

Il Palazzo Pirrotti

Il Palazzo Pirrotti in Montecalvo ha un’importanza rilevante per un duplice ordine di motivi. Il primo è rappresentato dall’evidente valore storico-artistico dell’edificio, testimonianza di una tipologia fondamentale per lo sviluppo urbanistico del paese, cioè quella del palazzo signorile. Il secondo, prettamente storico, é legato all’importanza dell’edificio come residenza della famiglia Pirrotti, di stanza a Montecalvo dalla fine del XV all’inizio del XX secolo. In questo palazzo, infatti, ha avuto i natali, il 29 novembre 1710, Pompilio Maria Pirrotti, elevato agli altari per la sua intensa attività di insegnamento e di apostolato. Annessa al palazzo é la moderna chiesa, dedicata al santo, ricavata in età fascista nei locali al pianterreno, mentre tra la chiesa ed il cortile é ubicato il suo archivio. Rimaneggiato nel tempo, l’edificio conserva il suo elemento più caratterizzante e cioé l’antico portale con arco a tutto sesto, in pietra, definito, come i piedritti, da una successione di conci ben lavorati, aventi due diverse lunghezze e disposti alternativamente. Tangente in sommità corre un’alta fascia bianca di coronamento, interrotta al centro dallo stemma della famiglia Pirrotti realizzato anch’esso in pietra. Lo stemma raffigura una donna con i capelli raccolti da un nastro e spioventi sulle spalle, che reca una torcia accesa nella mano destra ed un ramo con cinque rose nella sinistra. La figura é completata da bande bicolori che corrono al di sotto della figura e da due ali che sovrastano la medesima a mò di corona. Il simbolismo dello stemma dovrebbe essere interpretato come un riferimento alle origini del nome “Pirrotti”, cui si riconosce un legame con Pirro, del quale é richiamato il breve dominio in Macedonia ( rappresentato dalle cinque rose che indicherebbero i cinque anni di regno) mentre la torcia richiamerebbe la radice greca “pur” (=fuoco) in corrispondenza con il nome Pirrotti. Sul resto della liscia facciata intonacata emergono alcune lapidi apposte come tributo al santo. Il portale, chiuso da un solido battente in legno, immette nel cortile interno anch’esso appartenente all’originario impianto. Sugli architravi dei portali è possibile leggere due motti araldici della famiglia Pirrotti: “Nobiliora altiora petunt” e ” Potius mori quam foedari”. Originale è, altresì, il pavimento della stanza dove nacque il Santo, conservato sotto il tetto dell’edificio. Altra parte superstite è quella dei sotterranei, costituiti da vani aperti nel tufo grezzo, adibiti a cantine, su cui poggiano le fondamenta della casa.

Redazione

[Bibliografia di riferimento]
[Cavalletti G.B.M. Montecalvo dalle pietre alla storia, Poligrafica Ruggiero, Avellino, 1987]
[AA.VV., Progetto Itinerari turistici Campania interna: la valle del Miscano, Volume 1 , P. Ruggiero, Avellino, 1993]

 

 

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