Il trasferimento del mercato
Antonio Stiscia
[Ed. 00/00/0000] Montecalvo Irpino AV – Tanto per essere originale, vorrei parlare del mercato.
Non entro nel merito della questione, pur non sembrandomi il mercato tra i problemi impellenti della nostra sventurata comunità.
Le domande che mi faccio sono altre. E diverse.
E’ stata fatta una scelta: spostare il mercato dal mercoledì al sabato, perchè qualcuno aveva pensato di aver scoperto la panacea di ogni male o, che è lo stesso, il formidabile volano per lo sviluppo montecalvese.
Qualcun altro – avendone titolo: si trattava degli ambulanti “sfrattati” – ha fatto ricorso al TAR ed ha avuto ragione (ad una valutazione superficiale, invero, la decisione appre un po’ formalistica), per il momento.
Il Comune, ritenendo che il TAR avesse sbagliato, ha pensato : 1) di fare appello dinanzi al Consiglio di Stato (ha fatto bene, se ha ritenuto di aver subito un “torto” dal Tribunale Amministrativo); 2) di adottare un altro provvedimento confermativo di quello sospeso.
Una prima considerazione: nel sistema di diritto i provvedimenti dei Tribunali, favorevoli o sfavorevoli, si accettano e si eseguono. Ciò non vale per il nostro Comune e, forse, vi si devono scorgere le premesse per la fondazione di una Repubblica Autonoma.
Gli originari ricorrenti impugnano anche il nuovo provvedimento ed ottengono una tutela immediata (Decreto Presidenziale n. 980/05 del 16.9.2005): l’atto che, per la seconda volta, spostava il mercato al sabato, per il momento, non produce effetti.
Essendo stati sospesi tutti i provvedimenti che stabilivano lo spostamento del mercato al sabato, giocoforza il mercato doveva avere luogo il mercoledì.
Pare che, al contrario, l’Amministrazione non abbia consentito agli ambulanti presentatisi mercoledì scorso di svolgere il mercato: eppure gli unici atti amministrativi esistenti e produttivi di effetti erano quelli “inutilmente” modificati. Detto altrimenti, tornavano in vita i vecchi atti amministrativi: come se il mercato non fosse stato mai spostato.
Nella nostra ridente repubblica autonoma – come nel paese di Alice – le cose si deformano e nulla è come dovrebbe essere. La pervicace volontà degli amministratori prevale sulle “carte” e sulle decisioni dei Giudici.
Da ultimo è stato convocato un Consiglio Comunale straordinario ed urgente per provvedere sullo spostamento del giorno di mercato.
Quante energie, quante risorse, quante parole per spostare il giorno di mercato. Non per opporsi all’installazione di una centrale nucleare ovvero di una base militare (io mi opporrei ad entrambe).
Il mercato.
Con tutta franchezza: chi se ne frega. Fatelo quando volete. Quando vi aggrada. Anche tutti i giorni. O mai.
Quello che mi spaventa è l’ostinazione. La pretesa di imporre una decisione autocratica, a dispetto di tutto e tutti.
Mi atterrisce che vi siano delle persone – della cui buona fede non oso dubitare – che avallano questo modo di fare.
Qualcuno suona ed i topolini vengono dietro
Mai un dubbio. Una voce dissonante.
Il Tar – non io che non ho titoli, nè la Campana notoriamente infestata da aprioristici e livorosi oppositori – ha detto che non si può fare (per carità: è una sospensiva e non vale quanto la futura sentenza di merito) e tranquillamente si va a votare il terzo atto di spostamento del mercato al sabato. E’ agevole immaginare che anche l’ultima deliberazione sarà impugnata: se il TAR dovesse sospenderla, dovremmo aspettarci la quarta? La quinta? E così via.
Ancora una volta mi auguro che i nostri solerti amministratori impieghino anche solo un decimo di tanto impegno per la risoluzione di un problema di Montecalvo.
Si badi bene: un problema, non i problemi.
Sarebbe chiedere troppo. [Nativo]