La Chiesetta dedicata a San Gaetano Thiene in C/da Malvizza
Antonio Stiscia
[Edito 23/04/2005] Mi sono deciso a scrivere questo piccolo saggio, non per divulgare o promuovere qualcosa, ma solo per rispettare la tradizione storica e religiosa di questa terra,che insegue le mode e ingigantisce le normalità, dimenticando i valori e le tradizioni fondanti.
E’ proprio strano, ma sa di rancido, questo esasperato ecumenismo, intriso di goliardia e dionisismo, frutto del protagonismo e non della vera fede. Altro non può essere,se si pensa al chiaro contraddittorio porsi nei confronti dei sentimenti umani e delle miserie della vita.Come può accadere che incredibili testimonianza di vera fede e nobile tradizione,vengano abbandonate alla sicura distruzione ed all’oblìo? Forse perché viene graduata la spiritualità dei luoghi in base alla loro grandezza e magnificenza? Non è stato proprio il Poverello di Assisi,ad insegnarci che il Buon Dio abita le case più umili e le chiese abbandonate (Porziuncola)?
Evidentemente questa lezione è finita nel dimenticatoio,la grandeur,manifestata nei più stupidi,clamorosi ed esilaranti atteggiamenti,rischia di riportare in vita quel demoniaco caos che è la vera fonte del disagio umano e spirituale di questo tempo.
Che senso ha,abbinare la sagra della porchetta alla Madonna,quella della salsiccia al Santo di turno,che scopo ha creare e inventare nuove madonne,specializzate in un qualche settore specifico,se poi manca la vera fede, e l’esercizio principale rimane la voluntas di sodomizzare il prossimo.
Chiedo scusa per lo sfogo,ma da troppo tempo non si ascoltano più considerazioni,tutto sembra finito nella sfera del relativismo,mancando una partecipazione critica dei cittadini,che si adeguano alla massa per non restare indietro e per non rimanere isolati,con la pericolosa conseguenza del crearsi della partigianeria,vera causa della morte dei movimenti e dell’associazionismo.
I paesi,più sono piccoli e indifesi,più si dividono al loro interno.
Paesi di poche centinaia di abitanti,sono sottoposti ad un fazionismo stupido e negletto,dove quel che nasce e si propone,nasce in virtù dell’antagonismo all’altro,in una logica perversa e autodistruttiva,vera causa della nostra povertà.
In questa logica vado a parlare delle 2 Chiese,site nel territorio di Montecalvo ed entrambe dedicate a San Gaetano da Thiene,entrambe in penoso stato di abbandono.
Di quella più nota,sita ai piedi del Castello Ducale “Pignatelli di Montecalvo”,non parlerò,stante le numerose e qualificanti informazioni storiche fornite e pubblicate per il passato.
Parlerò della Chiesetta sita alla C/da Malvizza,il cui colpevole abbandono(anche il mio),non trova giustificazione alcuna e la cui importanza cercherò di spiegare nelle pagine a seguire,ricordando l’importanza storica di quel sacro Sacello e le vicende religiose ad esso legate,con la sottile speranza di veder premiata la mia opera di sensibilizzazione nei confronti degli altri comproprietari,per un restauro o una riedificazione del tempio.
Inserita nel vasto complesso edilizio della Masseria Stiscia,in posizione centrale e di facile accesso,la Chiesetta fu edificata a seguito del Decreto Reale del 19 Agosto 1797 di S.M.S. Ferdinando IV di Borbone e per volontà del Canonico Don Domenico Stiscia,straordinario ed illuminato personaggio,noto per le sue simpatie liberali(tra i capi della Repubblica Partenopea del 1799) e per la sua visione moderna del mondo,legata ai principi universali della libertà e dell’uguaglianza e della vera fraternità(nel 1793 aprì a suo spese una scuola pubblica per l’insegnamento della Grammatica e della Letteratura aperta a tutti, ragazzi e ragazze,che in modo assolutamente gratuito poterono imparare a leggere e scrivere,fatto unico nel reame di Napoli e rivoluzionario per il tempo).
La prima curiosità,che va appagata prima di ogni considerazione,è il perché in questo Comune esistono ben 2 Chiese dedicate a San Gaetano Thiene,fatto unico al mondo.
Cercheremo di capirne i motivi e a tal proposito è necessario parlare di questo straordinario Santo e dei suoi indiscussi legami con Montecalvo.
Gaetano da Thiene,nacque a Vicenza nel 1480,da nobile famiglia,solo 3 anni prima di Martin Lutero,altro grande riformatore.
La necessità di operare una riforma all’interno della Chiesa,con nuovi modi di vita e irreprensibilità dei costumi,scandì la vita di questi 2 personaggi,che operarono scelte opposte,l’uno spezzando il legame con la Sede Romana,l’altro cercando, con la paziente voce della persuasione,di portare quei cambiamenti che il mondo attendeva.
Cristo aspetta ! diceva.
Fu un uomo pratico e instancabile,e cercò di comprendere le difficoltà della Chiesa,promovendo il dialogo e il chiarimento.
Prevalse la logica del potentato e la Chiesa si sfaldò,nessuno capì l’importanza di cavalcare e dirigere la volontà riformatrice,cosa che avvenne in pochi casi,come per la “Riforma Delicetana attuata dal Beato Felice da Corsano” Agostiniano come Lutero, che con una convenzione di stampo moderno simile ad un Accordo di Programma,agli inizi del ‘500 si impegnava ad assistere i malati e i poveri,avendo in cambio non solo il riconoscimento politico e civile ,ma la concreta possibilità di agire nel sociale.
La convenzione fu sottoscritta con l’allora Conte di Montecalvo Sigismondo Carafa,congiunto di quel Giovan Pietro Carafa che proprio con Gaetano diede vita all’”Ordo Regularium Theatinorum”,vale a dire la Congregazione dei Teatini,dal nome della città Chieti,vescovado di Giovan Pietro Carafa da cui partì questa straordinaria avventura,per il rinnovamento della Chiesa.
Nel 1524,Papa Clemente VII,approvò la Congregazione e così Gaetano spogliatosi dei suoi averi ,affiancato dal Carafa,che aveva rinunciato ai 2 Vescovati (Brindisi e Chieti),diede corso alla vita comune,dedicandosi all’apostolato tra i poveri,combattendo la miseria istituendo i Monti di Pietà,aprendo ospizi per gli anziani e ospedali.
Operò maggiormente a Napoli,che già allora primeggiava per i tanti e annosi problemi,dove si spense nel 1547. Fu canonizzato da Clemente X nel 1671.
Il Canonico Don Domenico Stiscia,studente di medicina presso l’Ospedale degli Incurabili in Napoli,da cui prese inizio la Rivoluzione Napoletana , imparò a conoscere e apprezzare la figura di San Gaetano,a cui devesi il potenziamento e la modernizzazione dell’Ospedale fondato dalla nobile spagnola Maria Lorenza Longo.
Il Sacro Sacello come recita il documento che seguita,fu edificato in località Sette Bovi ,toponimo che la dice lunga sulla presenza Sannitica e sul culto della Mefite ,il cui tempio doveva trovarsi nelle vicinanze delle “Bolle della Malvizza”,fenomeno vulcanico naturale(eruzione del gas metano a formare crateri in ebollizione).
La Chiesetta venne consacrata l’11 Novembre 1805,di Lunedì,con qualche anno di ritardo dalla data dell’ autorizzazione reale,per il sol fatto che il benefattore Don Domenico Stiscia,arresosi con altri rivoluzionari,alla caduta di Castel dell’Ovo (giugno 1799) che decretò,di fatto, la fine della Repubblica Partenopea,ebbe salva la vita perché Sacerdote e per intervento del Cardinale Ruffo,che ne conosceva gli scritti filosofici e le opere umanitarie,ma fu condannato all’esilio a vita.
Rifugiatosi in Francia,fu acclamato come un eroe dai tanti esuli Italiani e per le sue conoscenze e titoli ricoprì importanti incarichi ecclesiastici sotto la Repubblica Francese,proteggendo il clero e meritandosi apprezzamenti da ogni dove.
Sebbene fosse soggetto ad amnistia per i fatti del 99,non rientrò subito nel Regno di Napoli,diffidando dell’Acton e del Nelson,ma la vittoria di Napoleone a Marengo,cambiò il quadro politico europeo,spianando, finalmente, il suo ritorno,il cui viaggio è narrato in un suo diario dove riporta le sue impressioni sugli uomini e le città che incontra,dando uno spaccato della vita del tempo e dei tanti libertari che credevano in un ideale di vita migliore. Era partito da Giacobino ed era ritornato da patriota!
Il nostro Don Domenico,potè,così,ritornare a casa e alle sue attività,anche rivoluzionarie,ed è per questo che quel sacro Sacello dovette attendere il 1805 per la Solenne Consacrazione e apertura al culto. Il documento ufficiale dell’epoca ricorda:
“In adempimento dell’onorevole incarico datomi da S.E.Reverendissima e da V.S.Illustrissima…….per la benedizione di una Chiesa Campestre,costruita dal Reverendo Sacerdote D.Domenico Stiscia,Cappellano insignito,nel luogo detto La Malvizza,sono con questa mia umilissima a riferirle,come nel dì 11 del detto mese(novembre),giorno di Lunedì,mi portai nel riferito luogo,e ritrovai già la detta Chiesa Campestre,sotto il titolo di S.Gaetano,in ottima e pulitissima forma edificata,con altare di bello stucco,e con pavimento decente per un luogo sacro,destinato per la celebrazione della santa Messa,fornita benanche di tutti i sacri arredi necessari e dotata pure di annui ducati quattordici per la manutenzione.Vennero con me il rettore di san Nicola,due signori Canonici,tre Cappellani insigniti e due chierici,tutti delle loro insegne vestiti,e feci già la benedizione secondo il Rituale Romano e coll’intervento di molti coloni che ringraziavano il Signore per un sì gran beneficio:terminata la quale cantai la Messa solenne pro gratiarum catione,ed in onore del Santo Tutelare,dopo la quale si celebrarono due altre Messe…….
Monte Calvo 13 Novembre 1805. Giovan Lorenzo decano Bozzuti.”
I documenti e le testimonianze pubblicate in questo saggino,sono solo una parte dell’ingente materiale legato alla Storia della Masseria Stiscia e Chiesa di San Gaetano alla C/da Malvizza,meritevoli di pubblicazione qualora si manifestassero sicuri interessamenti e incoraggianti proponimenti. [Nativo]