La Tarantella montecalvese
Alfonso Caccese
[Edito 30/09/2021] Montecalvo Irpino AV – La tarantella napoletana nacque a Napoli ai primi del ‘700. A quel tempo le coppie si conoscevano tramite le famiglie. L’amore tra i giovani era platonico. Era molto difficile avere dei contatti, potevano solo guardarsi e sorridersi. I genitori accorgendosi delle simpatie reciproche tra i loro figli organizzavano delle festicciole che finivano sempre a tarallucci e vino (queste erano le loro possibilità!).
Sul finire delle festicciole c’era sempre la tarantella. Anche perché in quell’epoca nelle famiglie non mancava mai un mandolino e un tamburello.
In seguito un grande maestro napoletano Raffaele Donnarumma musicò la prima tarantella. E man mano venne figurata con vari quadri che mascheravano dietro il ballo momenti in cui era possibile di guardarsi negli occhi o in viso, sentire i primi contatti fisici dove dalla stretta della mano stessa, si poteva capire l’intensità dell’amore che stava per nascere, fino ad abbracciarsi in girotondo facendo capire che la loro felicità in seguito si poteva trasformare in amore. A tutt’oggi parecchie coppie di ballerini di tarantella si sono uniti in matrimonio. La tarantella in seguito si trasferì in quasi tutte le regioni e città del sud, così nacquero musicalmente le varie tarantelle, tra queste anche la “tarantella montecalvese” che non si discosta molto da quella originale napoletana. Alcune variazioni musicali scaturiscono più da una sonorità tramandatasi nel tempo da musicisti provetti non capaci di leggere la musica e quindi la suonavano , come si suol dire, ad orecchio. Infatti nessuno mai ha pensato di annotare o riscrivere queste variazoni che nel corso del tempo hanno subito varie trasformazioni. In origine la “tarantella” non nasce in ambienti agro-pastorali, piuttosto in ambienti piccoli borghesi-popolani per le ragioni sopra dette, dopodiché con la radicalizzazione nelle città e paesi del sud entra a far parte del mondo contadino arcaico ed entra di diritto nel folclore popolare meridionale. Percorso seguito anche dalla “tarantella montecalvese”, di cui della originale musicalità antica sono ancora in cerca gli appassionati e ricercatori locali che scavando nella memoria collettiva della antica civiltà contadina cercano di far riemergere spunti e note più vicine alla realtà delle origini. Quella che noi ascoltiamo oggi non è altro che una delle tante variazione della tarantella che , presumibilmente non si discosta molto da quella originale napoletana ma comunque ha in sé una musicalità ed un ritmo diverso che la differenzia dalle altre tarantelle meridionali. In più l’aggiunta di un testo vocale fa pensare che sia stata riscritta più a fine propagandistico che quello di una vera ricerca antropologica. [Nativo]