LO CHIAMAVANO “PADRE SANTO”
Tarcisio Arnesano
[Edito 21/03/2004] Campi Salentina, a pochi chilometri da Lecce, si appresta a celebrare il 70″ anniversario della canonizzazione di san Pompilio Maria Pirrotti, sacerdote e religioso delle Scuole Pie, di cui custodisce le spoglie nel santuario a lui dedicato. Dichiarato santo da Pio XI il 19 marzo 1934. Nato nel 1710 a Montecalvo Irpino (Av) dalla nobile famiglia Pirrotti, Pompilio a 16 anni abbandonò la casa paterna per raggiungere Benevento, dove entra presso le Scuole Pie. Ordinato sacerdote, fu maestro e poi insegnante di retorica per 8 anni. Quindi esercitò la docenza, la predicazione, la confessione e la direzione spirituale. In tempi in cui si diffondevano idee filosofiche e politiche che favorivano l’anticlericalismo e le idee gianseniste allontanavano i fedeli dai sacramenti, in particolare dall’Eucaristia, padre Pompilio predicava l’amore e la misericordia di Dio, la sofferenza che unisce a Cristo crocifisso, la devozione al Cuore di Gesù e Maria e la vocazione di tutti alla santità. Ovunque folle di fedeli lo seguivano per ascoltarne la parola e per ricevere i Sacramenti, lo chiamavano «Padre santo» anche per i suoi numerosi prodigi. Il suo incessante pellegrinaggio apostolico, pur tra difficoltà, conflitti e incomprensioni, durò 25 anni e toccò varie città d’Italia (Ortona, Lanciano, Napoli, Chieti, Ancona, Lugo di Romagna, Manfredonia). Nel 1765 fu mandato nella Casa scolopica di Campi Salentina, in un momento difficile per la Comunità religiosa e l’Istituto scolastico. Padre Pompilio riuscì a cambiare l’ambiente comunitario e a migliorare le scuole, la chiesa, l’oratorio e il noviziato.
Apostolo infaticabile
Di tutta la sua opera ci restano le bellissime lettere, nelle quali racconta, quasi in un diario, le vicende della sua vita di apostolo infaticabile. Grande fu, infine, la sua opera per aiutare le popolazioni salentine che accorrevano a lui tormentate da una durissima carestia. Il santo moltiplicò, in quel suo ultimo anno di vita, i miracoli di carità a favore di tanti affamati, specialmente bambini. Fino all’ultimo giorno non risparmiò le energie, celebrò la santa Messa, confessò tanti fedeli, e al tramonto del 15 luglio 1766, mentre le campane annunciavano i primi vespri della Madonna del Carmine, si spense seduto su una cassa di legno in segno di povertà e penitenza. Nell’urna in cui sono custodite le sue spoglie, sotto l’altare della chiesa delle Scuole Pie di Campi (il santuario di San Pompilio), si leggono alcuni suoi pensieri e il messaggio attuale anche per noi: «Dio, Dio, Dio e niente più! Non vi curate di cercare altro. Cercate il fondamento delle virtù sode e abbandonatevi sempre nelle mani di Dio».
Banditore della Parola
Nel dichiararlo beato (26 gennaio 1890), Leone XIII, grande estimatore e devoto di padre Pompilio, così disse di lui: «Uomo insigne per santità, che con lo splendore delle sue virtù brilla quale fulgida stella…, fu istitutore amorevole di fanciulli, tenero amico dei poveri, confessore instancabile, banditore zelante della divina parola. La sua vita fu un intreccio stupendo ed esercizio continuo di ogni cristiana virtù». Il 19 marzo 1934 Pio XI lo proclamò santo e lo additò al mondo intero come educatore e apostolo: «Santificatore di sé stesso…, santificatore di anime nel ministero sacerdotale, in ogni circostanza continuava nell’adempimento del suo quotidiano dovere e tutto questo con quel tranquillo, calmo fervore quotidiano che è la cosa più difficile, specie quando è mantenuta in tutta la vita».