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Malore sotto la doccia, muore a 8 anni dopo una partita di calcetto
Redazione
[Edito 12/05/2013] Tragedia in Irpinia: un bambino di 8 anni, Giuseppe Lo Conte, di Montecalvo Irpino, in provincia di Avellino, è morto mentre faceva la doccia. Il ragazzino era tornato a casa dopo aver giocato a pallone con i suoi amici ed è stato colto da un malore mentre si lavava. I suoi genitori hanno tentato inutilmente di rianimarlo: vana anche la corsa in ospedale ad Ariano Irpino. LE IPOTESI – Secondo una prima ipotesi dei medici sarebbe stato vittima di un aneurisma cerebrale fulminante che non gli avrebbe lasciato scampo. Sarà l’autopsia a stabilire le cause precise della morte. Intanto un intero paese è sotto choc e piange la morte del bambino. [Nativo]
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Montecalvo. Arrivano il fondi per il risanamento. Quasi fuori dal dissesto finanziario
Redazione
[Edito 21/04/2013] Montecalvo Irpino AV – Il Comune, in quanto ente in dissesto finanziario, è rientrato nell’anno 2012 tra quelli che hanno accesso al “Fondo ordinario per il finanziamento dei bilanci degli enti locali”. Lo sia apprende dalla Gazzetta Ufficiale del 18 marzo 2013. Si tratta di un finanziamento da parte del Ministero dell’Interno basato sul numero degli abitanti di 791.000,00 euro per l’anno 2012 finalizzato al risanamento del bilancio. Questo per aver seguito le politiche di risanamento del bilancio legate anche alla riduzione del personale dipendente. Il denaro, entro 15 giorni dalla data del decreto, sarà a disposizione del Commissario Liquidatore che già stava provvedendo a saldare i debiti dell’Ente con i soldi derivanti dal risparmio di spesa. Un altro contributo, presumibilmente di pari entità, è previsto per l’esercizio 2013.
Nella massa passiva, grazie ad un chiarimento dello stesso Ministero, recentemente sono state inserite anche le somme del cosiddetto lodo Icomes, legato ad una sentenza che aveva condannato il Comune di Montecalvo Irpino a versare circa 800.000,00 euro alla ditta appaltatrice del Comparto Nicola Pappano per dei lavori imprevisti e che, di fatto, aveva determinato l’insolvibilità dell’ente. “Con questi finanziamenti, chi si aggiungono al risparmio messo in atto dall’amministrazione comunale sul bilancio ordinario, questo Ente si avvia al risanamento definitivo delle casse comunali” – scrive l’Ufficio Stampa di Montecalvo.
In provincia di Avellino ha avuto accesso allo stesso fondo anche il comune di Volturara Irpina a cui sono stati assegnati 802.000 euro. Il Comune di Apice, in provincia di Benevento, ha avuto 973.000 euro, quota massima erogata ad un singolo comune. Infatti nel riparto i comuni con più di 5000 abitanti sono stati considerati come comune di 5000 abitanti. Al Comune di Alessandria è andata la stessa cifra con un passivo di 203 milioni di euro. [Nativo]
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Dissesto a Montecalvo, quattordici ex amministratori rinviati a giudizio
Redazione
[Edito 21/04/1013] Montecalvo Irpino AV – Quattordici ex consiglieri e assessori dell’amministrazione guidata da Giancarlo Di Rubbo sono stati rinviati a giudizio dal Gup del Tribunale di Ariano Irpino Antonella Lariccia per falso in atto pubblico, nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal pm della Procura della Repubblica di Ariano Irpino, Marina Campidoglio, che nel giugno del 2010 aveva firmato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei loro confronti.
Oltre agli ex amministratori di maggioranza, sono coinvolti anche Walter Palermo, in qualità di revisore dei conti, insieme al funzionario comunale responsabile dei servizi finanziari. I fatti contestati dalla Procura della Repubblica di Ariano Irpino si incentrano sui bilanci del Comune riferiti agli anni 2005, 2006, 2007, 2008 e 2009. In particolare il Sostituto Procuratore Marina Campidoglio contesta l’approvazione dei bilanci stessi.
Un’inchiesta nata dopo la dichiarazione del dissesto finanziario da parte dell’ente. Per la Procura, questione condivisa anche dal Gup, che ha mandato tutti a giudizio: «allo scopo di evitare che si procedesse allo scioglimento del Consiglio Comunale per la mancata adozione dei provvedimenti di salvaguardia degli equilibri di bilancio e che venisse dichiarato lo stato di dissesto finanziario del Comune di Montecalvo I., evenienza questa che avrebbe determinato le decadenze ed incompatibilità per gli amministratori ritenuti responsabili dei danni ed il conseguente, irrimediabile, pregiudizio della loro attività politica ed amministrativa, intenzionalmente si procuravano un ingiusto vantaggio patrimoniale, connesso al permanere, pur in una situazione di dissesto, negli incarichi e nelle funzioni rispettivamente coperte, in danno del Comune».
In buona sostanza viene contestata proprio la mancanza di condizioni per cui l’amministrazione avrebbe potuto portare in aula e votare i bilanci che sono finiti nel mirino dei pm. [Nativo]
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Centro servizi nel castello di Montecalvo
Redazione
[Edito 21/04/2013] Montecalvo Irpino AV – L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Carlo Pizzillo ha appostato la somma di diecimila euro per rendere funzionale il centro culturale di promozione turistica del territorio organizzato presso il castello ducale Pignatelli. La decisione di rilanciare quella struttura storica rendendola fruibile al pubblico per la promozione turistica è stata assunta nel mese di novembre 2012, ma era necessario arricchirla con arredi, strumentazioni e sale multimediali, la cui fornitura è stata assegnata ad un’azienda di Montecalvo Irpino. La struttura attiva nel castello dovrebbe essere in rete con analoghi servizi offerti dalle altre amministrazioni locali, che pure si sono organizzate in tal senso. Intanto l’Ufficio tecnico comunale ha rapidamente concluso il procedimento per organizzare gli interventi di somma urgenza in alcune zone della periferia, interessate da smottamenti e dissesti che hanno interessato il manto stradale, tanto da indurre il sindaco a chiudere alcune strade per motivi precauzionali. Tutto è tornato alla normalità. [Nativo]
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Il sindaco Pizzillo è ritornato a lavoro
Redazione
[Edito 13/12/2012] Montecalvo Irpino AV – Si sente un miracolato il dottore Carlo Pizzillo, sindaco di Montecalvo irpino, e si sente rinato. Ha da poco superato i postumi di un rovinoso incidente stradale, e ha ritrovato un rinnovato e straordinario slancio vitale e professionale. Si temeva il peggio per il noto e stimato professionista invece, grazie al cielo, il medico-amministratore oggi è ritornato a prestare regolare servizio in ambulatorio. E presto ritornerà anche in municipio. Soddisfatti i pazienti e i concittadini che hanno pregato e sperato per la salvezza di Pizzillo ricoverato per alcune settimane nel reparto di neurorianimazione dell’ospedale Rummo di Benevento. Archiviato lo spavento per quella disgraziata esperienza adesso Pizzillo pensa solo a fare il bene della comunità che amministra con rigore e dei pazienti che segue con dedizione. [Nativo]
[Crediti│Foto - Franco D'Addona]
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Montecalvo, sindaco Pizzillo cade dallo scooter: è grave
Redazione
[Edito 03/07/2012] Montecalvo Irpino AV – Sono ancora confuse e frammentarie le notizie sulla dinamica di uno spaventoso incidente occorso al sindaco di Montecalvo Irpino, Carlo Pizzillo, cardiologo. Il primo cittadino è caduto dallo scooter che guidava e ha riportato un violento trauma cranico con conseguente emorragia cerebrale. Un’auto che usciva da una strada laterale a quella che il sindaco percorreva ha urtato il ciclomotore. Pizzillo è stato sbalzato sull’asfalto ed è stato prontamente soccorso e trasportato al nosocomio di Ariano Irpino con codice rosso. Sul posto i carabinieri della locale stazione per eseguire i rilievi di rito. Le condizioni del noto professionista e amministratore sono apparse subito gravi per questo i sanitari del Tricolle hanno optato per il trasferimento in eliambulanza all’ospedale Rummo di Benevento, struttura più attrezzata per simili emergenze. Le condizioni di Carlo Pizzillo, sempre stando a indiscrezioni raccolte, sarebbero davvero critiche. I sanitari del maggiore nosocomio del capoluogo sannita si sono riservati la prognosi. In paese si prega e si spera per la salvezza del sindaco stimato e apprezzato dall’intera comunità. [Nativo]
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Montecalvo. L’AIR taglia ancora le corse. Proteste dei cittadini
Redazione
[Edito 21/04/2013] Montecalvo Irpino (AV) – Da ieri ,2 aprile 2013,il nord est dell’Irpinia praticamente tagliato fuori dai trasporti pubblici. La Società dei Trasporti Irpina ha deciso, a quanto si apprende per problematiche legate al bilancio, il taglio di ulteriori corse. Montecalvo, 4.000 abitanti, non è più collegato con gli altri centri nelle ore pomeridiane.
L’ultima corsa che da Ariano parte alla volta di Montecalvo è alle 14 e 30 poi più nulla. Ci sono delle corse di ritorno verso Ariano alle 15 ed intorno alle 17. Una situazione che rasenta l’inverosimile, se si pensa che la stessa società pochi mesi fa aveva già tagliato i collegamenti. All’origine della decisione, secondo fonti vicine all’AIR, ci sarebbe un taglio di finanziamenti da parte della Provincia di circa un milione di euro all’anno che avrebbe “costretto” la società a tagliare altri 400.000 chilometri di corse. Una situazione paradossale che rischia di far saltare i servizi essenziali in aree già fortemente disagiate per via della loro “marginalità” rispetto al territorio provinciale. I trasporti pubblici con autobus, infatti, sono pensati ed organizzati su base provinciale provocando forti disagi e disservizi alle popolazioni che risiedono ai confini. Scarse, o inesistenti, sono le interconnessioni con i sistemi di trasporto delle province limitrofe il che provoca evidenti danni ai cittadini. Intanto sempre da Montecalvo si levano le proteste per i tagli attuali e pregressi che stanno isolando il paese costringendo i residenti ad utilizzare sempre di più l’auto provata in una una zona dove le condizioni delle strade sono a dir poco critiche. Provinciali interrotte, altre ai limiti della percorribilità sono lo scenario in cui il povero cittadino si ritrova a doversi muovere. Ed il settore pubblico continua a tagliare. La mattina presto, alle 5 e 30, non c’è nessun collegamento di pullman che permetta di utilizzare la coincidenza con le corse in partenza per Napoli e Avellino delle 6.00 ad Ariano. Una situazione che grida vendetta. Ed intanto i cittadini già si stanno organizzando per far sentire la loro voce. [Nativo]
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Montecalvo, cinquanta famiglie attendono un alloggio
Redazione
[Edito 06/07/2012] Montecalvo Irpino AV – Sono una cinquantina le famiglie di Montecalvo Irpino da tempo in attesa di rientrare negli alloggi ristrutturati da una impresa di Ariano. Per oscuri, e paradossali, motivi burocratici non possono ancora avere accesso negli appartamenti. L’inquietante caso va avanti da settimane e nessuno ad oggi ha saputo dare una spiegazione ai nuclei familiari che vivono in alloggi di fortuna sperando appunto di rientrare quanto prima negli alloggi che necessitavano di un restyling. La ristrutturazione pertanto è avvenuta ma le chiavi degli appartamenti non sono state consegnate ai rispettivi proprietari che attendono almeno una risposta dall’amministrazione comunale di Montecalvo. La vicenda contorta sta però facendo saltare i nervi a qualcuno che ha pensato di adire le vie legali per risolvere il caso. [Nativo]
[Crediti│Testo - IrpiniaOggi]
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Il Palazzo CHIANCONE
Quasi dirimpettai, i palazzi Chiancone e Ciampone, […] chiudevano la Via Piano dalla quale, parallele l’una all’altra, continuavano la Via Casalonga, oggi Via Nicola Pappano, e la Via Sant’Antonio. La famiglia […] ebbe palazzo gentilizio ed innalzò proprio stemma. Del palazzo Chiancone rimane oggi solo il pianterreno con il monumentale portale recante le insegne familiari. Godette di ius patronato sugli altari di Santa Lucia e di Sant’Antonio Abate nella chiesa del Santissimo Corpo di Cristo ove, nel 1698, dal cardinale Vincenzo Maria Orsini, futuro Papa Benedetto XIII, ricevette il patronato anche sull’altare del Crocifisso, condiviso con la famiglia Dattoli.
Per gentile concessione di Giovanni Bosco Maria Cavalletti, Storia di Montecalvo Irpino, opera in allestimento.
Redazione
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La Valle del Miscano si spopola
Alfonso Caccese
[Edito 14 luglio 2013] Non sono bastati i terremoti del Novecento (1930, 1962, 1980), le macerie del dopo guerra, l’abbandono in massa delle terre da coltivare, la scomparsa dell’artigianato locale, il difficile e lento recupero di un livello minimo di vita dignitosa, una minaccia vecchia (ma sotto nuove forme) si presenta oggi in tutta la sua pericolosità e imponenza per infliggere un altro duro colpo al tessuto sociale della nostra comunità: l’emigrazione intellettuale. Essa rappresenta una sciagura mortale che potrebbe portare col tempo alla scomparsa delle piccole realtà locali, come quelle nostre della Valle del Miscano, che sono costrette a rinunciare alle loro personalità migliori, alle intelligenze più pronte e vivaci e a privarsi dei propri figli più capaci e brillanti, quindi delle loro risorse più preziose.
Naturalmente essa non rappresenta una novità: il nostro territorio è luogo storico di emigrazione. Ma le cause sono da imputare alla pochezza, all’ipocrisia e al cinismo delle classi dirigenti locali (e nazionali)? Gli anni passati si sono caratterizzati per Classi dirigenti che non hanno saputo mettere in campo progetti di sviluppo, innovazione e politiche industriali, tali da poter creare spazi di inserimento delle nuove professionalità, nate e formatosi sul territorio: giovani ragazzi e ragazze sono costretti a lasciare il proprio paese di origine e migrare verso aree più modernizzate alla ricerca di uno sfogo al legittimo sogno di affermazione in campi per i quali hanno speso un terzo della propria vita curvi sui libri con la speranza di uscire da uno squallore economico-sociale imperante nelle in zone afflitte da una atavica depressione consolidata nel tempo. Se si guardano le cifre degli abitanti dei nostri paesi dal 1950 ad oggi, si vede quasi dovunque un dimezzamento, o anche numeri ridotti di un terzo. Le cifre, purtroppo, parlano da sole: i nostri cari paesini della Valle si svuotano e perdono terreno nei confronti di altre realtà, pur sempre piccole, ma che ben hanno sfruttato, invece, gli anni di crescita del territorio, di modernizzazione, di spesa pubblica (soprattutto fondi europei). Il nostro territorio sta perdendo, ancora una volta, l’occasione di cercare un riscatto ed accorciare il divario tra una parte del Paese (il Nord) in costante crescita, confermando così un principio base, spesso dimenticato dagli stessi protagonisti dell’esodo: l’emigrazione altro non è, alla fine, che una forma di espulsione di un ceto sociale (povero) da un territorio, per il consolidamento degli interessi dei ceti che rimangono. Vanno via, come in ogni emigrazione che si rispetti, innanzitutto i “poveri”, magari “moderni” cioè laureati, ma “poveri”. Occorre che le classi dirigenti prendano coscienza della loro inettitudine per spronarle alla ricerca e attuazione di specifici progetti per poter invertire la rotta, ma anche invitare le nuove generazioni a resistere, a non abbandonare il proprio territorio, ma a valorizzarlo attraverso studi finalizzati alla creazione di progetti funzionali ad una crescita e ad uno sviluppo moderno e innovativo della nostra Valle. Il rischio, altrimenti, è che del nostro comprensorio rimanga solo un ricordo lontano del tempo ed un mucchio di case vuote. [Nativo]