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Re aragonesi – Montecalvo nel quindicesimo secolo – Il paese antico squassato dal terremoto.
[Ed. 00/00/0000] Venne la volta della regina Giovanna II sorella di Ladislao, entrambi lascivi e voluttuosi. La regina volendo rendere omaggio al famigerato F. Sforza, figlio del gran Contestabile, uomo apprezzato per virtù militari e civili, gli donò moltissime terre in queste nostre regioni, compresa la nostra terra, 1417 . Ma, il rinomato Sforza, avendo avversato i disegni di Alfonso d’Aragona ,per aver indotto la regina a ritirare l’adozione fatta in suo favore e caldeggiata, al contrario, quella di Luigi d’ Angiò, egli perdeva le accennate possessioni, anno 1435.
Con Renato che fuggiva in Francia, finiva la dominazione angioina, ed era un capitolo finale e fatale che scriveva quest’ultimo re.
Col trionfo di Alfonso, si apriva una nuova èra della nostra storia, passando questi nostri paesi sotto il dominio aragonese. Non poteva mancare da parte del nuovo sovrano, dopo la vittoria sui nemici, fautori degli angioini, di riconoscere tutti quei guerrieri e gregari che avevano preso parte alla campagna vittoriosa dando ai vincitori compensi territoriali. Alfonso, considerando i notevoli servizi resi da Inigo Guevara, G. Siniscalco, gli donava la Contea di Ariano la terra di Montecalvo e il marchesato di Vasto, come risulta da carte locali.
Per prima cosa Alfonso pensò all’ avvenire del reame, e valendosi di tutto il suo potere, desiderò legalizzare la filiazione di Ferdinando, suo figlio bastardo, togliendogli la macchia della illegittimità, e facendolo proclamare da un generale e solenne consesso, erede del regno, dopo la sua morte.
Nel 1447, re Alfonso fu nominato Vicario nell’amministrazione e governo di Benevento, da papa Eugenio IV, ma a vita solamente.
Il 1456 fu un anno doloroso e tragico per Montecalvo e per molti paesi circonvicini – non esclusa Benevento e molti altri paesi della diocesi beneventana. Il 5 dicembre, alle ore 11 della notte avvenne uno spaventevole terremoto. Si hanno notizie esatte delle rovine causate da quel cataclisma nell’opera di S. Antonino, Arcivescovo di Firenze –Cronicon, parte III°.
Senza dubbio, la condizione di Montecalvo fu tristissima, poichè il paese restò in gran parte squassato, i cittadini superstiti terrorizzati e gettati nel più crudele dolore, per la perdita di tanti cari che perirono sotto le case abbattute. Secondo S. Antonino, pare che il numero dei morti sia stato di 800. In mancanza di osservatorio sismologico per valutare altri danni, ci contentiamo delle notizie suaccennate, poichè, sufficientemente, ci convincono che fu una vera calamità per il paese, che ci furono scene di terrore e di sangue nel dissotterrare le povere vittime schiacciate sotto le macerie dell’ antiche case, e che quelli che sopravvissero dovettero riedificare il paese. Peggiore fu la sventura in vari altri paesi della terra beneventana. Ecco ciò che scrive il santo di cui sopra:
“Beneventana civitas notabilis ( ubi Metropolitanus dignissimus ) pro maiori parte destructa est, et Ecclesia Cathedralis, ubi dicitur Corpus Apostoli Bartolomei quiescere, deficientibus inde hominibus 350 ex ruinis. (Seguita a dire la Diocesi ) Civitas, quae dicitur la Palude, sive Castrum, usque ad fundaménta collapsa est, et quod magis dolendum est 1033, oppressione ex hac luce subtracti. Apichi nuncupatum in totun desolatum, sublatis per mortem 1020 hominibus. Quod dicitur Montecalvi pro maiori parte destructum, e medio 800 subtractis personis. etc. ,, (Salviamo qualche errore di calcolo).
Nel 1462 leggiamo la guerra dei nibbii e corvi avvenuta nel Covante, tra Apice e Benevento, descritta da G Pontano. I nibbii significavano gli angioini, con a capo il duca Giovanni d’Angiò, e i corvi erano interpretati gli aragonesi, con a capo re Ferdinando I°. La vittoria finale fu di questi ultimi. [Nativo]
Redazione
[Bibliografia di riferimento]
[P. Santosuosso B., Pagine di storia civile di Montecalvo Irpino, Tipografia Fischetti, Sarno SA, 1913] -
Montecalvo e i liberali del 48
[Ed. 00/00/0000] Nel 1848 si avverarono altri rivolgimenti. Erano tutte le regioni d’ Italia – infiacchite da diversi secoli di decadenza che insorgevano reclamando la indipendenza politica e la liberazione da ogni servitù. Questo era il pensiero e il sentimento nazionale.
Nel nostro regno delle Due Sicilie, il malcontento non era cessato contro i Borboni. Uomini insigni nelle discipline civili e penali, di tutte le provincie meridionali, non mancarono di domandare al re un governo rappresentativo. Siamo al 28 Gennaio 1848. « Ferdinando II° di Borbone, re di Napoli (il re Bomba) succeduto a Francesco I – in seguito alla dimostrazione popolare liberale del 27, accoglie il parere favorevole dei suoi fidi, perchè venga concessa al popolo la Costituzione; scioglie il Ministero, e con i nuovi ministri, scelti tutti fra le personalità più spiccate del Partito Liberale, getta le basi di uno Statuto. Il 29 Gennaio 1848, si pubblica in Napoli il Decreto Reale, che promette la Costituzione e dà piena amnistia. »
Ma quelle parvenze di libertà, venivano, mano mano, soffocate con la forza e rese di nessun valore. Il parlamento elevava indignata protesta – dettata dal nostro P. S. Mancini contro il Borbone – il 15 Maggio 1848. Il re accolse la protesta sciogliendo la Camera, e mutando, a suo arbitrio, le circoscrizioni Provinciali in Distrettuali. Mancini fu rieletto a pieni voti a nostro Deputato del Distretto di Ariano di Puglia. Difese i destituiti del 1821 , mise in evidenza i sacri diritti del suo popolo – incoraggiò il movimento.
Complicato nel processo politico del 15 Maggio 1848 – « d’avvocato era mutato in complice e condannato in contumacia a 25 anni di ferri. » Prese scampo in Piemonte, portando con se la nostalgia per la libertà della Patria.
Montecalvo partecipò al movimento della nuova Italia, incoraggiato dal Mancini e da altri uomini del luogo – e mostrò la sua fede patriottica con la stessa fermezza dimostrata nel 1820.
Nella vicina Ariano si formava il governo provvisorio, dai noti caporioni De Miranda – i Polcari – De Florio di Montecalvo – Pietro Narra, similmente di Montecalvo – avendo partè agli avvenimenti T. Grasso, P. Parzanese – D. Giuseppe ed Orazio Santosuosso col loro congiunto di Montecalvo Antonio Santosuosso avo paterno dell’ umile storico – ed altri ; mentre in Montecalvo si segnava una data di persecuzione. Si veggano gli innumerevoli processi, conservati nell’Archivio Provinciale di Avellino, relativi a quell’epoca – e si avrà la prova della nostra affermazione.
Naturalmente, come in tutte le cose di questo basso mondo – anche allora vi furono le due correnti. La conferma diretta di ciò che si afferma, si ha dai documenti dell’epoca, generalmente risaputi, perchè già pubblicati, editi, passati alla storia e che per dovere d’ imparzialità, riportiamo senza alcun commento. Di chi la colpa? Per conto nostro, facendo astrazione su uomini e cose – riteniamo che la colpa fu dei tempi, e di quel poeta, che aveva cantato « Borbonium nomen venerabile ab omnibus » poichè quel canto fu suggestione.
La storia non può essere scritta se prima non è fatta, diceva Luigi Settembrini. Per Montecalvo la storia di questo difficilissimo periodo si è fatta purtroppo, e, debolmente, l’abbiamo anche scritta in più capitoli ma per ragioni indipendenti dalla nostra volontà, non possiamo pubblicarla. Censura… [Nativo]
[Credit│Foto Wikipedia]
Redazione
[Bibliografia di riferimento]
[P. Santosuosso B., Pagine di storia civile di Montecalvo Irpino, Tipografia Fischetti, Sarno SA, 1913] -
Felice da Corsano – Le fonti della beatitudine e l’avventurosa peregrinatio delle sue reliquie
Montecalvo Irpino AV – «Felice da Corsano – Le fonti della beatitudine e l’avventurosa peregrinatio delle sue reliquie»: è il titolo della conferenza tenuta ieri sera dallo storico Giovanni Bosco Maria Cavalletti presso la “Sala del Cenacolo” del convento di Santa Maria della Consolazione in Deliceto (FG).
L’Agostiniano padre Felice da Corsano nacque nella prima metà del XV nel borgo di Corsano oggi frazione di Montecalvo Irpino.
Negli antichi cataloghi agostiniani, nonché nella ricca bibliografia agiografica che lo riguarda, il nome di fra’ Felice da Corsano è indicato con il titolo di Santo o Beato e come tale, ancora oggi, è venerato nei luoghi che massimamente furono interessati dalla sua opera riformatrice. Nel 1775 l’ordine religioso degli agostiniani nel nome del priore generale padre Francesco Saverio Vasquez, e l’ordine del Santissimo Redentore rappresentato dal rettore maggiore padre Alfonso Maria de’ Liguori, (il futuro santo patrono dei moralisti), postulatore il padre redentorista Antonio Maria Tannoja, promossero un regolare processo canonizzazione. La strategia processuale fu impostata secondo i dettami dei decreti emanati da Papa Urbano VIII nel 1634. Questi riconoscevano la santità pubblicamente acclarata da almeno cento anni prima di tale data. Il non conoscere ancora, all’epoca del processo, il dies natalis di Felice da Corsano ne impedì la felice conclusione (cfr. G. B. M. Cavalletti).Durante il convegno il Cavalletti ha evidenziato, attraverso un’accurata documentazione, come Felice da Corsano fosse già da tempo, sebbene mancasse l’ufficialità ecclesiastica, venerato come Beato anche da santi della chiesa cattolica come, tra gli altri, S. Alfonso Maria de’ Liguori e San Gerardo Maiella.
Lo studioso ha inoltre ripercorso le vicissitudini del processo canonico, iniziato nel 1775 presso la curia vescovile di Bovino durante l’episcopato di mons. Tommaso Pacelli, e bloccatosi a causa di gravi lacune documentarie oggi ampiamente colmate dalla nuova ricerca che egli stesso ha condotto unitamente al rev. don Teodoro Rapuano, attuale Delegato Arcivescovile di Benevento per la causa di canonizzazione di Felice da Corsano. Il ritrovamento dei preziosi documenti che indicano la data di morte del beato, avvenuta il 20 settembre dell’anno 1526, rappresenta il motivo principale per cui la causa iniziata oltre due secoli fa potrà giungere ad una felice conclusione
Il reverendo Don Teodoro Rapuano, oltre che Delegato Arcivescovile per la causa di canonizzazione del Beato Felice da Corsano, anche coautore, con il Cavalletti, delle ultime ricerche sulla vita e le opere del Beato, ha presentato una relazione sul tema: “Felice da Corsano: il racconto di una storia ritrovata” ponendo in evidenza la provvidenzialità delle varie situazioni che hanno accompagnato e caratterizzato taluni retroscena della faticosa, ma fruttuosa ricerca.
In una sala gremita in ogni ordine di posto, dopo i saluti di rito delle autorità locali, tra le quali il sindaco dott. Pasquale Bizzarro, il rettore del santuario della Consolazione il reverendo padre Luca Preziosi e l’assessora alla cultura del comune di Deliceto la dott.ssa Adriana Natale, la riunione è stata presieduta dal presidente dell’Archeoclub, Paolo Carmine Pacella.
Tra gli intervenuti, unitamente ai cittadini delicetani, era presente una folta schiera di Montecalvesi fra i quali alcuni provenienti direttamente da Corsano, la patria del beato Felice.
Tra gli altri erano presenti il presidente della Pro Loco di Deliceto Benvenuto Baldassarro, lo storico delicetano Mattia Iossa e l’editore Claudio Grenzi di Foggia.
Redazione
[Bibliografia di riferimento]
[Cavalletti G.B.M. Felice da Corsano – Un raggio agostiniano tra i santi riformatori del XVI secolo , Irpinia Libri, Avellino, 2015] -
Arresti eccellenti per fondi terremoto ’80
[Ed. 10/07/2007] Montecalvo Irpino AV – I militari della Stazione Carabinieri di Montecalvo Irpino, guidati dal maresciallo Vincenzo Vernucci, alle prime luci dell’alba di ieri hanno tratto in arresto quattro persone, due amministratori, un dipendente comunale ed un geometra.
Le misure cautelari sono il risultato di minuziose indagini svolte con il coordinamento della Procura di Ariano Irpino. Il procedimento è stato avviato e condotto dal Procuratore Capo Amato Barile e dal Sostituto Michela Palladino ed ha consentito di far luce sulla distorta gestione delle pratiche riferite alle leggi con cui lo Stato ha erogato a privati ed enti pubblici somme di denaro per la ricostruzione e la riparazione delle abitazioni colpite dai terremoti del ’62 e del 1980.
All’alba di ieri, i Carabinieri della Compagnia di Ariano Irpino hanno tratto in arresto, su ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale di Ariano Irpino Dott.ssa Floriana Consolante e richiesta dalla Procura della Repubblica arianese, Parzanese Gaetano, geometra dell’U.T.C. di Montecalvo Irpino, Caccese Goffredo, avvocato, insegnante presso l’Istituto Tecnico di Ariano Irpino nonché consigliere di maggioranza del Comune di Montecalvo e Durzino Antonio, geometra, traducendoli, dopo le operazioni di rito, presso la Casa Circondariale di Ariano Irpino.
Il quarto arrestato, Alfonso Caccese geometra già sindaco di Montecalvo Irpino fino al giugno 2004 e attualmente consigliere di maggioranza presso il Comune montecalvese e Vice Presidente del Consorzio Smaltimento Rifiuti AV/2 di Ariano Irpino, è stato invece tradotto agli arresti domiciliari. Essi, secondo l’ordinanza, si sarebbero resi responsabili di concorso in corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, in abuso d’ufficio, in falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atto pubblico e in certificati e autorizzazioni amministrative e in truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. -
Manifestazione del 7 aprile 1946
Montecalvo Irpino AV
[Ed. 00/00/0000] [Nativo]
Pietro Cristino (sotto braccio alla sin. del prof. Vinciguerra di Ariano Irpino con soprabito chiaro in primo piano), socialista, è stato eletto primo sindaco democratico di Montecalvo Irpino, con la lista frontista della Spiga
Partenza della sfilata della Spiga da corso Umberto in occasione dell’elezione a sindaco del farmacista Dott. Pietro Cristino
Sfilata lungo Corso Vittorio Emanuele
Sfilata lungo Corso Vittorio Emanuele
Insediamento del Sindaco Pietro Cristino
I componenti politici della “Spiga”, schierati davanti al comune. Si notano il Sindaco Cristino, il confinato politico Antonio Smorto, il giovane “Ciccio” Panzone e il giovane insegnante elementare Michele Lazazzera.
[Le foto qui rappresentate sono proprietà intellettuale degli eredi Cristino; esse costituiscono un ritaglio delle originali. Per vederle nella loro interezza, è necessario visitare la pagina nativa. Non è consentito alcun uso al di fuori della visualizzazione. L'autore degli scatti è Nicola Auciello, padre del fotografo Giovanni. La pubblicazione e la digitalizzazione delle stesse è stata consentita ad Angelo Siciliano da Agnese Cristino, coniugata con Oreste, figlio di Pietro Cristino.]
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Ricordando Giuseppe e Pietro Cristino nella terra del silenzio
Angelo Siciliano
[Ed. 00/00/0000] [N. 10/12/1991] Parlare di Giuseppe e Pietro Cristino, oggi, nell’epoca del crollo delle ideologie, dopo l’implosione dei regimi totalitari dell’Est europeo, ma anche di guerre sanguinose – basti pensare a quella del Golfo Persico e all’altra tra le nazioni dell’ex Iugoslavia – che sicuramente hanno trovato una concausa nel crollo del Muro di Berlino del 1989, che ha segnato la fine della guerra fredda e dei blocchi contrapposti, guidati dalla fine della seconda guerra mondiale rispettivamente da USA ed URSS, potrebbe anche significare andare ad indagare fatti, persone e vicende del Novecento, la cui storia, oltre che non sempre ripercorsa e chiarita adeguatamente e a sufficienza, ci appare distante anni luce. E proprio tale distanza consente che tanti personaggi di primo piano, che hanno fatto la storia civile e sociale del nostro paese, possano essere spesso posti in discussione per le scelte politiche fatte e per il loro operato nel secondo dopoguerra, in quanto hanno contribuito, seppure indirettamente, a quel sistema politico nazionale bloccato, rimasto senza alternativa. Si è parlato e si parla anche di democrazia incompiuta. La realtà è che per più di quaranta anni ci hanno governato più o meno le stesse persone, realizzando – caso unico tra i paesi occidentali – una sorta di “dittatura” in democrazia, che ha determinato conseguenze assai gravi: invecchiamento e inefficienza delle Istituzioni pubbliche; alcuni fenomeni gravi di collusione tra politica e criminalità organizzata; intere regioni alla mercé di mafia, ‘ndrangheta o camorra che insanguinano il Sud sostituendosi allo Stato come se questo avesse rinunciato alle proprie funzioni; malcostume diffuso della pratica del pizzo e della bustarella per cui, sempre più spesso, la cronaca nera è ricca di casi di burocrati e amministratori locali divenuti essi stessi, in prima persona, i gestori del malaffare. È il “diritto negato” ad alimentare spesso faide tra i malavitosi e comportamenti omertosi anche tra i cittadini. I partiti politici si sono trasformati in qualcosa di diverso da ciò che erano originariamente: da strumenti di democrazia sono diventati organizzazioni di potere. Tuttavia pare che ora qualcosa cominci a cambiare e fasce non trascurabili della popolazione non sono più disposte a concedere la propria delega in bianco ai politici, portati sempre più ad anteporre gli interessi particolari, di pochi privilegiati, all’interesse generale della collettività. I problemi sono tanti. Da locali o nazionali che erano, sono divenuti di portata planetaria. Non sarà di certo la logica delle lobby, delle multinazionali e della propensione al consumismo a prospettare le soluzioni più eque o più giuste per la nostra società.
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Pianeta Donna, spazio alla mondanità
[Ed. 25/06/2005] Montecalvo Irpino AV – L’edizione 2005 di Pianeta Donna si presenta ancora più ricca di novità rispetto al passato. Numerosi gli eventi in scaletta: alcuni si sono già celebrati il 22 e 23 giugno a Ischia, in concomitanza con Amare Moda Mare e oggi a Castelvolturno, dove si tiene il torneo di golf legato all’evento. La giornata si chiude con un avvenimento mondano: il galà, all’interno del quale ci sarà una cena spettacolo, una premiazione e una sfilata di moda organizzata per l’occasione.
La quinta edizione non si ferma qui. Continuerà anche a luglio, quando il 30 e il 31 a Montecalvo Irpino Pianeta Donna si abbina alla manifestazione organizzata da Fate & Streghe. La conclusione del progetto si terrà come lo scorso anno a Capri.
L’appuntamento è alla Certosa Grande dell’isola azzurra per il 18 e 19 settembre.
“Coldiretti — dichiara Vito Amendolara, direttore della confederazione di Coltivatori diretti della Campania — è protagonista di questa iniziativa, nella quale crede fermamente. Valorizzare il ruolo della donna nella società è per noi un impegno prioritario. All’interno di Coldiretti il successo delle imprese guidate da donne è in forte crescita”.
“L’idea Pianeta Donna — chiarisce Franco Campana, componente del comitato organizzatore dell’evento — parte dal tentativo di valorizzare la figura della donna impegnata nel mondo dell’economia, nella società, nella cultura e in tutti i campi della vita”.
L’organizzazione della manifestazione è affidata a Europa 2000, alla società Fate & Streghe, all’Associazione regionale per la Moda che opera nel settore della promozione turistica, dell’immagine, dell’artigianato.
“La manifestazione — continua Campana — vuole proporre un’immagine più attuale e veritiera degli spazi che la donna ha conquistato nella nostra società”.
Lo spaccato presentato nel corso della manifestazione non si limita a Napoli e alla Campania. L’intenzione degli organizzatori punta ad accendere i riflettori sulla condizione della donna in tutto il mondo. Vogliamo favorire l’integrazione della donna nella società e promuovere i principi e i valori della multiculturalità”.
“Nel corso degli appuntamenti di Pianeta Donna — precisa Amendolara — intendiamo approfondire, analizzare e discutere dei problemi del settore e promuovere una passerelle dell’imprenditoriale internazionale”.
Molti gli obiettivi che si propongono gli organizzatori.
Innanzitutto consolidare un appuntamento per far arrivare in Campania i personaggi celebri della cultura, dello sport e dell’imprenditoria, analizzare i problemi e le prospettive del settore nell’economia nazionale e internazionale; approfondire notizie sui mercati emergenti; promuovere l’immagine della regione nel Mediterraneo; favorire l’espansione del commercio, la promozione dell’artigianato e la crescita economica in genere.
“Sono molte — afferma Gennaro Masiello, presidente di Coldiretti Campania — le iniziative che ogni anno Coldiretti, sia a livello regionale che su scala nazionale, organizza per favorire il protagonismo delle donne nelle imprese agricole e nell’economia in genere. Siamo convinti — continua Masiello — che questa sia la strada per arricchire e far crescere il nostro territorio. Negli ultimi anni sono molte le donne che si sono iscritte alla nostra confederazione. Ritengo – conclude Masiello – questo un successo importante che segna la bontà di tante iniziative messe in campo”. [Nativo]Anna Di Emilia
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Il Palazzo Peluso
Montecalvo Irpino AV – Corso Vittorio Emanuele
Il palazzo Peluso appartenne in precedenza alla famiglia Ciampone, che abitò a Montecalvo già nel XVI secolo. I Peluso, famiglia di famosi avvocati, abitarono invece a Montecalvo a partire dalla seconda metà del XVII secolo, stabilendosi in quella dimora che nel XVIII secolo fu dotata dell’attuale assetto. Venduto di recente alla famiglia De Julis, esso é stato successivamente e per ben due volte ceduto ad altri. Allo stato attuale, purtroppo, esso non è conservato nella sua integrità in quanto subì una parziale demolizione sul lato che va verso via S. Antonio. Tra gli elementi superstiti della facciata sul corso Vittorio Emanuele è l’ingresso, a sagoma mistilinea, inquadrato da un ricco portale in pietra scolpita. Esso è reso particolare dalla presenza di cornici con numerose modanature e, ai lati, di paraste impostate su un alto zoccolo e terminanti in un capitello scolpito con volute aggettanti. Volute più schiacciate rendono articolato il portale nella sua definizione laterale. Tangente ad esso è il balcone del piano nobile, che ha un profilo leggermente arcuato e circondato anch’esso da cornici modanate. In sommità, impostato su paraste laterali, è un accenno di timpano ricurvo, che si interrompe al centro per fare spazio allo stemma in pietra della famiglia Peluso. Oltre il suddetto balcone, l’originale facciata presentava una serie di otto balconi, in corrispondenza dei quali erano poste rispettivamente delle finestrelle quadrate con relative cancellate. Tra gli spazi interni sono superstiti le cantine estese per tutta l’area del palazzo. Particolare elemento di pregio è la presenza di affreschi settecenteschi conservati in alcune sale e nella cappella privata del palazzo. Parte dell’edificio è stata demolita dopo il sisma del 1980.[ Correlati: Nel Sito / Sul Web]
Redazione
[Bibliografia di riferimento]
[Cavalletti G.B.M. Montecalvo dalle pietre alla storia, Poligrafica Ruggiero, Avellino, 1987]
[AA.VV., Progetto Itinerari turistici Campania interna: la valle del Miscano, Volume 1 , Poligrafica Ruggiero, Avellino, 1993] -
Presentato il programma per la raccolta differenziata
[Ed. 11/02/2008] Montecalvo Irpino – Il Comune si attrezza per contribuire a risolvere il problema relativo alla emergenza rifiuti ed individuare alcune aree potenzialmente idonee per lo stoccaggio: si tratta delle zone Valli, Trigna-Mauriello e Brecce. La decisione è emersa al termine della conferenza dei capigruppo, che si è svolta ieri sera nella sede del comune di Montecalvo Irpino, alla presenza del sindaco Giancarlo Di Rubbo. Il tema in discussione riguardava la condivisione delle problematiche legate ai rifiuti, l’esame della ordinanza emessa dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, l’individuazione delle aree di conferenza provvisoria e la programmazione della raccolta differenziata. Il primo cittadino ha espresso sconcerto per l’assenza delle organizzazioni sindacali, “perché – ha affermato – mai come in questo caso la solidarietà delle istituzioni e delle rappresentanze sindacali deve realizzare l’azione di corretta informazione e di supporto al Commissario delegato per porre finalmente la parola fine a decenni di incuria ed incapacità”. I capigruppo, Alfonso Caccese e Carlo Pizzillo hanno condiviso l’iniziativa assunta da Di Rubbo e l’assessore Carlo Serafino ha proceduto a presentare la bozza di programma per la raccolta differenziata, basata sul codice identificativo del produttore a lettura elettronica con scheda personale di carico, dal cui novero, a fine anno saranno calcolate le detrazioni dall’importo della tassa. [Nativo]
[Credit│irpinianews.it]
Redazione
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“Caro” Comune!
Mario Corcetto
Montecalvo Irpino AV – “Caro” Comune!
Chi inquina paga, dice l’Europa. No, ribatte il comune di Montecalvo, pagano tutti. Anzi chi inquina di meno deve pagare di più! Un paradosso? Macché, una triste realtà.
Sia fatto 100 il costo della TARI. Per i non residenti il Comune di Montecalvo prevede un abbattimento del 20%, per cui chi non risiede paga 80. Sì, ma facciamo un po’ di calcoli. Un residente paga 100 ma usufruisce del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti per 12 mesi (11 se uno se lo concede di vacanza). Dividendo il costo pieno (100) per 12 ne deriva un costo mensile di 8.34 (9.09 se va in vacanza per un mese). Un oriundo, invece, in un anno usufruirà del servizio per un mese, massimo due, con un costo mensile di 80 o 40, in proporzione molto di più (fino a 10 volte tanto).
Vecchie reminiscenze degli studi di diritto tributario riportano alla mente la circostanza che la tassa sia dovuta a fronte di un servizio fruito. Ha carattere commutativo, dicono quelli che sanno, poiché è il corrispettivo di una prestazione. Si dirà: ma anche la predisposizione di un servizio, di cui per fatti personali si gode per tempo limitato, ha un costo. E su questo si deve convenire. Non si può organizzare un servizio alla bisogna del singolo.
Tuttavia, da una verifica effettuata nei paesi limitrofi, tutti facenti capo ad Irpinia Ambiente per lo smaltimento dei rifiuti, è emersa la seguente situazione che rappresenta plasticamente la sproporzione di quanto sia addebitato agli oriundi montecalvesi per il costo del servizio, in relazione a quanto speso dai vicini
CALCOLO PER UNA SECONDA CASA DI 50 MQ (al netto del 5% dovuto alla provincia) Comune N. abitanti Utenti figurativi Costo fisso a mq Quota variabile Abbattimento Costo annuo in euro Differenza € Montecalvo Irpino 3336 2 0.73 323 20% 287 – Castel Baronia 1061 1 0.25 (già abbattuto) 61.59 (già abbattuto) 50% 74.09 – 212,91 Scampitella 1036 2 0.85 150 15% 163.62 – 123.38 Montaguto 417 1 0.24 45.57 – 57.57 – 229.43 Flumeri 2586 2 0.22 279 30% 203 – 84 Bonito 2216 1 0.77 52.74 30% 63.86 – 223,14 Dalla tabella comparativa risulta evidente che, rispetto agli altri comuni esaminati, l’amministrazione montecalvese NON ha:
– individuato, a fronte di costi che dovrebbero essere analoghi, forme di contenimento della spesa per i cittadini;
– adottato agevolazioni significative nei confronti dei non residenti.
Peraltro, tra i paesi esaminati Montecalvo è il più popoloso, circostanza che dovrebbe far realizzare le cosiddette economie di scala, con conseguente abbattimento dei costi.
A questo punto qualche considerazione si impone. Va ricordato, in primis, che i non residenti pagano l’IMU, per legge non applicata alla prima casa dei residenti. Questo tributo, sommato alla tassa in parola, colloca coloro che non hanno rappresentanza politica locale tra i contribuenti più generosi per le casse comunali.
La divisione pedissequa del costo tra i contribuenti, non richiede alcuna valutazione essendo un mero fatto ragionieristico. Mentre il più alto momento istituzionale di chi rappresenta ed amministra una comunità è la valutazione politica degli atti pensati, disposti e attuati: sia nella ricerca di soluzioni vantaggiose per tutti i cittadini, sia per un’equa ripartizione degli oneri, sia per il rispetto delle minoranze, soprattutto di quelle presenti ma non rappresentate politicamente. Sì, perché gli oriundi sono presenti. Fanno parte della comunità. Partecipano alle spese comunali. Concorrono alla manutenzione del patrimonio immobiliare. Alimentano l’economia del paese. Frequentano parenti ed amici che, loro sì, sono elettori!
Per quanto precede, io cittadino “diversamente presente”, auspico un deciso intervento per il contenimento degli oneri, evidentemente possibile non in ipotesi ma riscontrato attraverso l’indagine condotta. L’onere della ricerca di forme di risparmio lo vedo in capo agli attuali amministratori, che hanno ancora il tempo per un atto riparatorio e per lasciare una giusta eredità a chi gli succederà. E lo vedo in capo alle opposizioni che dovrebbero istituzionalmente farsi carico di raccogliere e far propria la voce delle minoranze ed esercitare la funzione di pungolo politico nei confronti di chi amministra.
Sono convinto che non sarà azione semplice. Che richiederà coraggioso impegno. Ma sono altrettanto convinto che sarà azione meritoria che gratificherà tutti, elettori e non. Chi ingaggerà questa “battaglia”, comunque vada, sarà ripagato lautamente dalla gratitudine dei montecalvesi vicini e lontani. Si fa politica pure per questo. O no!?
Un caro abbraccio a tutti.
Mario CORCETTO (mariocorcetto@tiscali.it)