• Politica

    Lo SDI attacca i DS: fanno una misera commedia

    [Edito 06/04/2004] Montecalvo Irpino AV A Montecalvo i Democratici di sinistra rinunciano al dialogo con i socialisti – così titola un manifesto affisso questa mattina dallo SDI locale – Quindici giorni di tempo per concordare l’incontro, ma nella mattinata del 2 aprile i Democratici di Sinistra declinano l’invitodichiarando di aver individuato altri “AP-Prodi” – continua il documento murale ironizzando anche sulla nuova lista unitaria che a Montecalvo, oramai, sembra solo un sogno evanescente. Sembra essersi consumato lo strappo definitivo che ha affossato l’unità del triciclo. “Ed ora è giusto che i cittadini di Montecalvo conoscano tutti gli sviluppi della vicenda – si legge nel manifesto – lI 7 febbraio i due partiti avevano iniziato il dialogo presso la sezione dello SDI: fu un incontro con scambi di opinioni da cui emergeva chiaramente la volontà dei Socialisti di realizzare un’aggregazione di centro-sinistra che allo stato attuale nessun gruppo, che si autodefinisca “partito”di sinistra, può ignorare ne tanto meno sforzarsi di attuare. La conclusione dell’incontro fu quella di attendere: i tempi erano prematuri, ma il dialogo era stato positivo. Dopo l’invito all’inaugurazione della sezione, lo SDI aveva fatto seguire molteplici messaggi di apertura ai Democratici di Sinistra: l’incontro con la Margherita e i Comunisti Italiani, i comunicati della stampa e gli innumerevoli volantini fatti circolare sul territorio ne avevano espressamente sottolineato la valenza politica. lI 21 marzo i Socialisti invitarono ufficialmente i DS per mercoledì 24 marzo o per altra data da concordare. Il contenuto dell’invito, sempre secondo le scelte politiche nazionali, puntava su due contenuti essenziali: Accordi per votazioni europee ed Elezioni comunali. I DS rimandarono la data dell’incontro al 2 aprile alle ore 19,30, motivando il rinvio con la non disponibilità del proprio direttivo. Le sorprese tuttavia non erano finite: la mattina del 2 aprile i DS con una elementare telefonata comunicano la rinuncia all’incontro poiché hanno già provveduto a realizzare le proprie alleanze. Il gruppo diessino, improntando temporeggiamenti dell’ultima ora, con girotondi e manovre, ha teatrato per tanto tempo e con spicciola naturalezza una povera commedia, fragile e sleale. Ai cittadini le valutazioni!”. Sembra essere questo l’inizio della campagna elettorale con due schieramenti: da una parte buona parte della sinistra alleata con il movimento civico e dall’altra lo SDI con la Margherita che la notte scorsa ha avuto una riunione fiume dove si è chiarito chi correrà per la carica di sindaco. [Credit│Foto/Samniumprojects]

    Angelo Corvino

  • Cronaca

    Spostati alcuni ambulanti del mercato. Proteste

    [Edito 07/04/2004] Montecalvo Irpino AV – Dopo le polemiche per l’abbattimento di alcuni alberi per consentire i lavori, ancora polemiche sui lavori a piazza Carmine. Questa volta sul piede di guerra sono i commercianti ambulanti del mercato settimanale. Lo svolgimento dei lavori, infatti, interessa alcune aree che abitualmente sono occupate dagli ambulanti. Per questo motivo gli esercenti sono stati spostati da Piazza Carmine lungo la strada provinciale che conduce a Corsano, mentre i colleghi che occupavano via Roma sono rimasti nella sede abituale. Lo spostamento ha, di fatto, decretato la divisione in due del mercato che si presenta su due strade diverse che hanno in comune una piazza. Risultato? I visitatori del mercato sono andati in via Roma e non hanno preso in considerazione l’ipotesi di percorrere anche la strada che va a Corsano. I commerciati, ieri, erano su tutte le furie. “Non abbiamo incassato nulla – dichiara un ambulante – chiederemo un incontro al sindaco perché la situazione così com’è non va bene. Bisogna che si predano dei provvedimenti”.

    Redazione

  • Politica

    Uova di Pasqua distribuite a spese del Comune nelle scuole. E’ polemica politica

    [Edito 07/04/2004] Montecalvo Irpino AV – Ieri sono state distribuite circa 440 uova di Pasqua di cioccolato agli alunni delle scuole dell’infanzia, elementari e medie, compresi docenti e personale amministrativo. Le uova sono un regalo dell’assessore alla pubblica istruzione Gianni Iorio e del sindaco Alfonso Caccese. Le uova erano accompagnate da un bigliettino che augurava una buona Pasqua. “Come Comune, come sempre, abbiamo distribuito un dono per Pasqua – dice Gianni Iorio, assessore alla pubblica istruzione e portavoce della Margherita – è un gesto di pace, visto che c’è tanta guerra in giro. Magari ci sono bambini che non lo avrebbero avuto e noi abbiamo pensato di fare un piccolo gesto”. Ma subito si sono scatenate le polemiche. L’opposizione teme che si tratti di un modo per farsi pubblicità da parte di uno dei possibili candidati a sindaco, in modo gratuito a spese della collettività. “I bambini non votano e neanche i genitori si fanno convincere da queste strategie di bassa lega – dichiara Pompilio Albanese, segretario di Rifondazione Comunista – stupisce che non sia stato fatto per 10 anni e lo si fa solo ora. Sarebbe stato bello se era un modo di avvicinare i bambini alla pubblica amministrazione ma non in prossimità della campagna elettorale”. Ad Albanese fa eco Carlo Pizzillo, leader del movimento civico. “Se sono state distribuite a spese personali del sindaco e dell’assessore, non ho nulla da dire – dichiara Carlo Pizzillo – ma se sono a carico della collettività, quanto meno mi sembra poco etico. D’altra parte in questo senso ci sono diversi segnali sgradevoli. Quest’anno, non si sa perché, le cure termali per i cittadini, che sono a carico dell’amministrazione, sono state anticipate a maggio anziché nel tradizionale mese di ottobre. Questo non mi sembra un modo corretto di procedere”. Alleanza Nazionale, attraverso il presidente di circolo fa notare che gli insegnanti del plesso di via Fano è da molto tempo che chiedono la sistemazione del pavimento all’ingresso e che non riescono ad avere risposta, per le uova (si parla di circa 2.500 Euro), invece, i fondi sono stati trovati. Anche AN pone l’accento sulla questione delle cure termali

    Redazione

  • Politica

    Margherita. Non c’è ancora accordo sul sindaco

    [Edito 07/04/2004] Montecalvo Irpino AV – Nulla di fatto nella riunione della Margherita di ieri sera. I gruppi del fiorellino sono ancora lontani tra loro. Non c’era l’accordo sul candidato a sindaco. Continua il duello a distanza tra Giancarlo Di Rubbo e Gianni Iorio che non molla. L’assessore alle politiche sociali non è disponibile a fare un passo indietro come gli viene chiesto di fare da più parti nel partito. Quando andiamo in stampa è in corso un’altra riunione dalla quale è possibile che sia venuto fuori il nome del candidato. Sul fronte opposto il movimento approfitta sempre di più del vantaggio che gli stanno offendo gli avversari. Carlo Pizzillo veleggia tranquillo verso la candidatura e nel frattempo, mentre gli altri devono ancora decidere, già sta incontrando l’elettorato al quale si presenta in forma quasi ufficiale. Intanto nel movimento sono state istituite le commissioni per il programma elettorale. Una novità assoluta per la politica locale. Di cosa di tratta? Gruppi di simpatizzanti e di gente comune che si riuniscono intorno ad un tavolo, divisi per aree, e che intavolano i problemi dei cittadini, i problemi veri della vita quotidiana, ai quali cercheranno una soluzione da sottoporre agli elettori in campagna elettorale. Insomma veri e propri comitati di cittadini che mettono a punto l’impegno da proporre ai concittadini. D’altra parte non poteva essere diversamente. I cavalli di battaglia delle ultime 4-5 campagne elettorali oramai sono obsoleti, superati dai fatti. Ci riferiamo al Comparto Nicola Pappano, alle casette asismiche ed alla ricostruzione post terremoto. Sono opere oramai in via di archiviazione che difficilmente infiammeranno la campagna elettorale. Oggi i temi sono altri e non possono più aspettare: ripresa dell’economia locale, lancio effettivo e scientifico del Turismo, vie di comunicazione (interne ed esterne), modernizzazione dell’abitato in termini di infrastrutture di servizio moderne, incentivazione dell’insediamento d’impresa, urbanizzazione di diverse aree rurali oramai di fatto già urbane in termini di residenti ma non in quelli di servizi, qualità della vita degli abitati. Un capitolo a parte merita la Pubblica Amministrazione, oggi assolutamente disordinata, che necessita di un assetto organizzativo che la metta in condizione, insieme alla nuova classe dirigente politica, di affrontare le sfide del dopo 2006 quando i finanziamenti straordinari a pioggia cesseranno definitivamente e gli Enti Locali dovranno essere in grado di ricercare finanziamenti ordinari e presentare progetti validi. Sfida affrontabile ma che non può prescindere dall’organizzazione funzionale degli assessorati ai quali devono essere assegnate unità lavorative con mansioni precise supportate da efficienti sistemi informatici.

    Angelo Corvino

  • Ricorrenze religiose

    Venerdi santo

    [Edito 09/04/2004] Montecalvo Irpino AV – Per tutta la mattinata e il pomeriggio, l’altare dell’Adorazione, allestito nella navata sinistra della Chiesa Madre di S. Maria, è stato visitato da numerosi montecalvesi, che si sono fermati in preghiera davanti a Gesù Eucaristia. In serata è stata celebrata l’Azione Liturgica del Venerdì Santo con la lettura della Passione secondo l’evangelista Giovanni, il bacio della Croce e la Comunione Eucaristica.

    Redazione

    [Credit│Foto/Antonio Cardillo]

  • Cronaca

    L’ MCM presa di mira dai ladri

    Redazione

    [Edito 00/12/2004]Continuano i furti in paese, dopo l’ Oasi ad essere caduta nel mirino dei ladri è l’ azienda dei Mastantuono, tra le più importanti risorse economiche del paese, leader nel mercato del calcestruzzo. Il furto è avvenuto sabato 04 a notte inoltrata.
    I ladri, dopo aver messo fuori uso il sistema di allarme, sono entrati all’ interno dell’ impianto ed hanno portato via due motrici ed un camion ribaltabile. Un danno stimabile intorno ai 250mila euro.

  • Cronaca

    Annullati i festeggiamenti di fine anno

    Redazione

    [Edito 00/12/2004] Il comune di Montecalvo Irpino ha annullato alcune manifestazioni previste per la fine dell’anno, in seguito alla solidarietà dimostrata nei confronti delle vittime del maremoto nel sud-est asiatico. L’amministrazione comunale, in collaborazione con l’associazione Vita, distribuirà candele della solidarietà che potranno essere accese dalle 20:00 alle 24:00 in memoria delle vittime dello tsunami.

  • Cultura,  Cultura rurale

    Il dopo Scotellaro: trasformazioni epocali nel mondo contadino meridionale

    Angelo Siciliano

    [Edito 25/09/2003] Percorrendo in auto le strade del Mezzogiorno d’Italia, in Irpinia, Puglia, Basilicata e Calabria ci s’imbatte spesso in antiche masserie e case agricole abbandonate. I loro muri perimetrali resistono ancora alle ingiurie del tempo, ma i tetti sono in parte o in tutto sfondati. È la conseguenza dell’abbandono, a seguito dei notevoli cambiamenti succedutisi, anche nel mondo contadino, nella seconda metà del Novecento. Le masserie, le Regiae massariae, erano il sistema d’organizzazione feudale dell’agricoltura, introdotto nel XIII secolo dall’imperatore Federico II, giunto sino a noi a metà Novecento. Ad occhio, s’intuisce che alcune di quelle masserie dovevano essere splendide, quando erano abitate e funzionanti, con centinaia di ettari di terra coltivata. Ancora oggi se ne può immaginare il decoro e la vitalità. Orgogliosi dovevano esserne i massari, che di solito ne erano gli affittuari, perché i proprietari, nobili o borghesi, risiedevano in città. I massari, che giravano a cavallo o col calesse (sciarabàllu), da quelle case-aziende gestivano, da padroni assoluti, stuoli di lavoratori ingaggiandoli nelle piazze dei paesi. Qui si radunavano i braccianti (jurnatiéri), che accorrevano talvolta anche da paesi lontani, per offrire le proprie braccia, dove si presumeva che vi fosse lavoro a sufficienza. Alcuni dei lavoranti per i massari, per la verità solo una piccola minoranza, erano assunti a metà agosto, con contratto annuale, e prendevano servizio l’otto settembre successivo. Si trattava di ualàni (bifolchi, bovari), lavuratóri (uomini in grado di svolgere differenti tipi di lavori), serve, picuràli e purcàri (pecorai e porcai). A parte le serve, erano detti tutti uarzùni (garzoni) e facevano ritorno alle proprie case ogni quindici giorni (quinnicìna), per rinsaldare il rapporto affettivo familiare, per la pulizia personale e la biancheria pulita. Lo ualànu era il capo dei dipendenti del massaro. Ne aveva la responsabilità, era pagato meglio degli altri, ma si alzava all’una di notte, per avviare le mucche al pascolo, e di giorno arava la terra con un aratro (pirticàra) tirato da due buoi aggiogati (rétinaparìcchju di vuóvi). Grave era lo sfruttamento del lavoro minorile sia nelle campagne che nelle botteghe artigiane. Già dall’età di cinque o sei anni, i minori, senza distinzione di sesso, erano obbligati a collaborare nel lavoro dei campi con i propri familiari. Alcuni maschietti erano affidati dalle proprie famiglie ai massari, come uarzùnciéddri, e lavoravano per anni interi come pastorelli. La loro paga annuale era costituita di solito da un maialino, che era ritirato dalla famiglia di appartenenza. Crescevano da analfabeti e tornavano a casa dalle proprie madri, solo in occasione delle feste religiose importanti che si tenevano in paese. Anch’essi potevano cambiare padrone a metà agosto. I dipendenti assunti per un anno intero erano detti salariati fissi, perché avevano diritto a ricevere vitto e alloggio dal massaro. Percepivano il salario per l’intero anno, sia in denaro che in beni, cioè grano, formaggio e maialini da fare allevare alle proprie consorti. Alcuni uarzùni ottenevano, dal massaro, la concessione di qualche pezzo di terra a mezzadria (tèrr’a la parte), da far coltivare alle proprie consorti. I braccianti, invece, erano assunti a tempo determinato, manodopera per i lavori più vari: zappatori, mietitori, raccoglitori, potatori, boscaioli ecc.. Erano pagati a giornata. Un’altra figura rilevante era il fattore. Egli curava gli interessi, facendone spesso le veci, del grande proprietario terriero che aveva scelto di dedicarsi personalmente alla coltivazione delle proprie terre, senza cederle a un massaro. Le colombaie delle masserie sono disertate da decenni dagli abituali frequentatori, i colombi. In qualche edificio rurale abbandonato, se i locali a piano terra sono ancora agibili, li si adopera come deposito di macchine e attrezzi agricoli, e non è raro notare, all’esterno di queste strutture, qualche carcassa malconcia di vecchia auto, in disuso e non rottamata, monumento involontario della civiltà tecnologica che è mutata velocemente. Molte case rurali furono edificate e consegnate ai contadini con i terreni agricoli circostanti, in attuazione della Riforma agraria. Spesso i criteri spartitori erano clientelari, ma quelle case furono abbandonate quasi subito, non appena ci si rese conto che le condizioni di vita erano misere, a causa di un reddito insufficiente, anche per una minima sussistenza. Oggi sono dei ruderi e rappresentano la parte più evidente degli avanzi della civiltà contadina, che ha tentato di innovarsi soccombendo alla modernità. Testimoniano di epoche in cui il 70-80% della popolazione, per lo più analfabeta, traeva sostentamento dalla coltivazione della terra e in parte dall’allevamento del bestiame. Sono i resti di una civiltà secolare, probabilmente millenaria, a cui l’archeologia sociale e l’antropologia, se non l’avessero già fatto, potrebbero rivolgere con profitto la propria attenzione. Il tempo provvederà a cancellare tutto, sotto l’azione disgregatrice degli agenti naturali.

  • Cinema,  Cultura

    Dibattito sul film di Mel Gibson “La passione di Cristo”

    [Edito 12/05/2004] Montecalvo Irpino AV – Il grande successo dell’ultimo  film del regista americano Mel Gibson, ha favorevolmente impressionato e contagiato  l’ambiente della nostra comunità parrocchiale, tanto da impegnare il nostro parroco, il vulcanico Don Teodoro Rapuano, nell’organizzazione di un dibattito – conferenza, dove si tenterà di dare risposta alle tante domande che sono sorte spontanee nelle coscienze dei montecalvesi che hanno già visto il film e di quelli che lo vedranno nei prossimi giorni. Interrogarsi e ottenere risposte sulle problematiche che il film di Gibson  esprime, particolarmente nella “rappresentazione del dolore” delle ultime dodici ore della vita di Gesù Cristo, espressa con particolare tensione, dimostra senz’altro la volontà di compiere un salto di qualità del nostro modo di essere “cristiani”. Ed è partendo da queste considerazioni che l’incontro dibattito del 12 maggio presso il cinema Pappano si preannuncia come una seria oppurtunità da cogliere per  confrontarsi su tematiche fondamentali, come quelle della religiosità, della sofferenza, dell’amore e della tolleranza, oggi alla base della costruzione di un nuovo sistema di vita che più che mai deve essere globale ed incidere sulle coscienze di ogni essere umano. Ringraziamo Don Teodoro, per il tempismo con il quale, ancora una volta è riuscito a percepire  e ad essere pronto a rispondere alle esigenze spirituali di tutta la comunità parrocchiale montecalvese. [Nativo]

    Alfonso Caccese

  • BENI ARCHITETTONICI E PAESAGGISTICI,  Chiese

    S. Maria antico splendore e nuovi misteri

    [Edito 23/03/2002] Montecalvo Irpino AV  – Dopo quarant’anni, ieri sera, grazie a don Teodoro Rapuano ed alla buona volontà dei parrocchiani, la chiesa collegiata di Santa Maria Assunta è stata riaperta al culto dei fedeli. L’Arcivescovo di Benevento S. E. Serafino Sprovieri, davanti a centinaia di persone, ha celebrato il rito della nuova dedicazione, rito che in passato hanno già officiato il cardinale Piazza, futuro patriarca di Venezia, nel 1937 e Vincenzo Maria Orsini, futuro papa Benedetto XIII, nel 1693, infatti, i vari terremoti hanno, di volta in volta, decretato la chiusura della chiesa. Ma la passione che i fedeli hanno verso la loro chiesa madre ha sempre fatto sì che essa risorgesse; in stile tardo gotico, con i caratteristici archi a sesto acuto e l’inserimento in una navata laterale di una cappella rinascimentale, attribuita da alcuni studiosi alla scuola del Bramante, la chiesa è uno dei luoghi simbolo di Montecalvo. In essa è stato battezzato ed ha celebrato messa, S. Pompilio Maria Pirrotti. L’arcivescovo Sprovieri, nel suo discorso ai fedeli, ha sottolineato la grandezza di S. Pompilio ed a proposito del Santo ha parlato del recente ritrovamento della statua della Madonna dell’Abbondanza: “In questa chiesa manca ancora la padrona di casa – ha detto riferendosi alla statua – cioè la mamma che qui è configurata nella Madonna dell’Abbondanza – a questo punto è stato interrotto da un forte applauso ed ha continuato – che porta con sé un mistero ed è colma di affetto dei nostri avi. Una statua che non è ancora qui – infatti si trova nei depositi della soprintendenza, dove è stata restaurata a tempo di record, in attesa della presentazione ufficiale – ma che lo sarà presto, con il suo mistero che può sembrare inquietante ma che è, per me, esaltante. A guardarla le nostre pupille si riempiono della sua tenerezza. I suoi occhi cosa portano? Portano l’immagine della nostra realtà fatta, spesso, di peccatori. Come i tralci tagliati, l’uomo che si distacca da Dio secca e muore, conserva le sue sembianze ma spiritualmente diventa uno scheletro ed un teschio. Guarderemo la statua con attenzione, ma non per leggervi cattivi presagi”. Alla cerimonia religiosa erano presenti numerose autorità civili tra le quali il sindaco Alfonso Caccese ed Alfredo Siniscalchi, alto dirigente della presidenza del consiglio. Tra le autorità religiose Mons. Pompilio Cristino della curia di Benevento.

    Angelo Corvino

    [Crediti Foto│...]