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Montecalvo dalle pietre alla storia
Prefazione
Alfredo Siniscalchi
Molto si è scritto su Montecalvo e ritenevo del tutto inutile riproporre ancora un libro.
Mi sono dovuto ricredere in quanto “Montecalvo – dalle pietre alla storia” non è il ripetere di cose già raccontate, ma è una ricerca insolita, ricca di curiosità, il tutto confortato da una documentazione ineccepibile.
L’impegno dimostrato dall’Autore è notevole, sia per la raccolta dei dati che per la loro interpretazione in un’ottica indubbiamente insolita.
Il libro è un’esposizione semplicissima dell’evoluzione storica di Montecalvo Irpino che, partendo dalle vestigia ancora esistenti, giunge alle cause che nel passato hanno dato vita al paese che noi oggi conosciamo.
La ricerca dell’Autore è stata difficile in quanto gli innumerevoli terremoti che si sono abbattuti sul nostro paese hanno cancellato le testimonianze che ci avevano lasciate le popolazioni succedutesi nei secoli.
Esistono ancora dei ruderi e l’Autore li richiama: le rovine del Castello e degli Ospedali dell’Annunziata e di Santa Caterina; i palazzi de Cillis e Pirrotti; le chiese di S. Gaetano e di S. Antonio. Ma Giambosco Cavalletti non si ferma ad esaminare le “pietre” del centro, esce dal borgo e nel capitolo VIII analizza i ponti romani di “S. Spirito” e di “Pezza di Cristina”; le “Bolle” della Malvizza; la chiesa di S. Vito; il Castello di Corsano con le chiese di quel feudo.
Due sono gli scopi dell’opera:
– corredare il patrimonio letterario montecalvese di un libro semplice, ma completo, che dia almeno un’idea dello sviluppo storico della nostra comunità;
– educare al rispetto del patrimonio storico-artistico, in particolare i nostri giovani, in un’epoca in cui la conservazione dei beni artistici è compromessa.
Auguro a quest’opera il miglior successo, in quanto ritengo che il fine propostosi dall’Autore sia pienamente conseguito.
[Cavalletti G.B.M. Montecalvo dalle pietre alla storia, Poligrafica Ruggiero, Avellino, 1987] -
PELLEGRINAGGIO PARROCCHIALE A NAPOLI
Antonio Cavotta
[Edito 00/03/2004] In occasione del 70° anniversario della Canonizzazione di San Pompilio Maria Pirrotti, la parrocchia di Montecalvo Irpino ha organizzato un pellegrinaggio a Napoli. La città partenopea è stata inserita come terza tappa del più ampio progetto “Sulle orme di san Pompilio” che si propone come obiettivo l’approfondimento della figura del Santo Scolopio attraverso la visita dei luoghi in cui egli ha vissuto e operato come discepolo del Calasanzio.
Comprendere a pieno la spiritualità pompiliana significa analizzare il suo stesso iter di formazione interiore, che, però, ha indubbiamente risentito di condizionamenti ambientali; la crescita umana e spirituale si è realizzata anche attraverso i vari contatti che san Pompilio ha avuto con persone e luoghi diversi: ecco perché diventa determinante ripercorrere le sue stesse strade, ricercare ogni traccia della sua opera evangelizzatrice, pregare là dove lui stesso parlava con Dio. “Sulle orme di San Pompilio” è il tentativo di risalire alla grandezza del nostro santo, passando attraverso il contatto diretto con la storia personale di Domenico Pirrotti.
Dopo aver visitato Melfi, Lanciano e Atessa i fedeli montecalvesi si sono recati in pellegrinaggio a Napoli, città in cui il Nostro è vissuto per ben dodici anni, tra non poche insidie e difficoltà. Il primo appuntamento è stato con la Chiesa di Santa Maria di Caravaggio, sacro luogo dove san Pompilio teneva frequenti predicazioni e nella cui cripta, ancora oggi esistente, trascorreva momenti di fervente preghiera con la recita del santo Rosario e i dialoghi con le anime del Purgatorio. Dai testi del processo di Canonizzazione risulta che proprio in quegli ambienti san Pompilio usasse avvicinarsi ai teschi e, riconoscendo quelli più bisognosi di misericordia, fosse solito introdurre nelle loro bocche piccoli pezzi di pane in segno di suffragio. Dopo un breve momento di raccoglimento, il gruppo ha lasciato la Chiesa di Santa Maria di Caravaggio, per recarsi presso la chiesa del Gesù Nuovo. Qui i pellegrini hanno pregato davanti al corpo di San Giuseppe Moscati, medico e professore universitario che svolse la sua professione con ardore apostolico, proteso a recuperare la santità non solo del corpo ma anche dello spirito, santo della Chiesa Beneventana, canonizzato nel 1987 da papa Giovanni Paolo II. -
Pizzillo: niente spartizioni di poltrone
[Edito 31/03/2004] Montecalvo Irpino AV – Martedì notte c’è stata un’animata riunione del direttivo dei DS. Sul tavolo la decisione se appoggiare o meno l’iscritto del partito Carlo Pizzillo alla corsa per l’elezione a sindaco. Non si è approdati a nessuna decisione. Alcuni componenti del direttivo hanno abbandonato la riunione in segno di protesta. Intanto è lo stesso Pizzillo a puntualizzare alcuni aspetti riguardanti le richieste per le spartizioni delle poltrone. “Mi sembra assolutamente prematuro parlare di assessorati – dichiara Pizzillo – prima si definiscono i programmi da sottoporre agli elettori e da portare avanti. Poi si va alle elezioni ed, in caso di vittoria, si parla di assessorati le cui nomine spettano, per legge, al sindaco. Rifiuto qualsiasi altra logica spartitoria legata a metodi che non mi appartengono. Chi vuole seguire questi metodi si deve rivolgere ad altri e non a me”. Insomma il segnale di Pizzillo sembra essere chiaro, soprattutto per il suo partito che da mesi, per voce del segretario, va predicando “il ripristino della legalità politica ed il cambiamento della gestione del potere”. Insomma i DS sembrano essere stati messi alle strette ed inchiodati alle loro responsabilità: decidere se appoggiare un loro iscritto rinnovatore a sindaco o correre da soli spaccando il fronte dell’opposizione all’attuale maggioranza. Decisione non semplice perché in ogni caso potrebbe determinare una scissione interna. La proposta Pizzillo, infatti, trova qualche resistenza nell’ala oltranzista del partito che non vede di buon occhio le frange di destra del movimento civico che, per altro, si è dichiarato apartitico. Dall’altra parte ci sono i favorevoli all’accordo, garantiti dalla presenza anche di Rifondazione Comunista, il che sarebbe una garanzia nel senso della collocazione politica. Questa parte potrebbe anche decidere di staccarsi e seguire Pizzillo se il partito dovesse decidere di correre da solo. Una palla incandescente nelle mani del segretario Ruccio che continua a mostrare sicurezza e serenità. Intanto questa notte c’è stato un altro incontro tra il movimento, Rifondazione e DS. Nella Margherita, invece, si spera nella posizione solitaria dei DS e continua sempre più serrato lo scontro a distanza tra Gianni Iorio e Giancarlo Di Rubbo. Il partito sembra orientato verso quest’ultimo ma Iorio non sembra essere disponibile a fare un passo indietro il che potrebbe inasprire i toni. Per alcuni l’unica soluzione, se Iorio non recede, sarebbe individuare una terza persona che, allo stato attuale, non si capisce chi possa essere visto che Iorio e Di Rubbo rappresentano le punte di diamante della nuova classe dirigente cresciuta nelle file del Partito Popolare oggi Margherita.
Angelo Corvino
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Dalla Democrazia Cristiana alla Margherita
Breve cronistoria dal dopoguerra ad oggi
Alfonso Caccese
[Edito 00/03/2004] Nell’immediato dopoguerra, negli anni compresi tra il 1945 e il 1948, nel chiuso delle sacrestie e nell’austerità dei luoghi religiosi, a Montecalvo Irpino,come d’altronde in altri paesi della provincia di Avellino, un gruppo di giovani professionisti locali, costituiscono la prima sezione della D.C. Momento difficile,perchè in quegli anni il paese era altamente in fermento. Abbastanza attivi sono i rappresentanti della vecchia borghesia locale,attaccati visceralmente alla monarchia ,che fronteggiano con vigore l’avanzare del fronte popolare costituito dai comunisti e dai socialisti,abbastanza radicati nelle campagne montecalvesi, mentre nel paese si respira aria di”Uomo qualunque”, di Parrittiana memoria. Primo banco di prova per la verifica degli schieramenti in campo,il referendum costituzionale del 1948. Storici restano i comizi sui balconi di Piazza Vittoria, dove molti oratori si alternano con toni moto aspri ad affermare le proprie ragioni,facendo maturare tra la folla acute discussioni sfociate spesso in liti furibonde e cruente. Come in tutto il resto dell’Italia anche Montecalvo si pronuncia per la nascita della repubblica con pochi voti di scarto.
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Gianni Iorio: sono pronto se i partiti decidono
[Edito 00/03/2004] Montecalvo Irpino AV – “Uniti per Montecalvo siamo noi” esordisce Gianni Iorio, portavoce della Margherita cittadina, giocando con le parole con il nome del movimento civico,rispondendo alle voci della presunta spaccatura all’interno del fiorellino.”Tra di noi c’è la, la massima serenità. Noi siamo uomini di partito, stiamo lavorando per vincere la la prossima competizione elettorale e dare continuità alla nostra azione amministrativa.”
Su cosa punterete?
“Su due concetti semplici ma che possono essere il futuro della nostra cittadina.L’agricoltura e il turismo. Per parlare di turismo bisogna lavorare ancora sul centro storico,recuperarlo e renderlo fruibile. Questo è un percorso che intendiamo portare avanti con Don Teodoro Rapuano e Padre Filippo Lucarelli”.
In questi giorni ci sono altalene di voci sui possibili candidati a sindaco della Margherita, cosa c’è di vero?
“ Nulla saranno i consiglieri comunali uscenti ed il partito a decidere chi sarà il candidato. Se toccherà a me ne sarò onorato se dovesse Giancarlo Di Rubbo, lavoreremo tutti perché sia eletto. Questo è lo spirito di partito.”
Sul fronte delle alleanze come vi state muovendo?
“Siamo aperti a sinistra, questo è chiaro da molto tempo. La sinistra è il nostro alleato naturale ed è chiaro che noi vi guardiamo con interesse.D’altra parte noi siamo già una coalizione che oltre a noi vede presenti anche lo SDI ed i Comunisti Italiani.”
Quindi vedete bene un accordo anche con DS e PRC?
“Certamente anche in prospettiva delle elezioni europee dove con DS e SDI avremo una lista unica. E’ per questo che siamo aperti a sinistra, ripeto sono quelle le nostre alleanze naturali. Se poi la sinistra dovesse decidere di andare da sola noi rispettiamo la sua decisione senza compromettere le elezioni europee. Discorso diverso sarebbe se ci fosse l’alleanza trasversale con il movimento”
Cosa succederebbe?
“Da noi non sarebbe vista in modo positivo perché fuori dalle logiche politiche, allora ci sarebbero conseguenze anche per l’europee”.
E le voci che vi danno in trattativa anche con il movimento?
“Se il movimento vuole parlare anche con noi può farlo. Ma deve sapere che noi siamo già una coalizione. Pizzillo può dare una mano, ma il sindaco dovrà essere dell’attuale coalizione di maggioranza. Un contributo si può dare anche facendo l’assessore. D’altra parte per la massima carica ci vuole esperienza amministrativa. [Nativo]
[Credit│Corriere dell'Irpinia]
Redazione
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Albanese: Non rispondo all’appello di Iorio
[Edito 00/03/2004] Montecalvo Irpino AV – Sull’appello lanciato ad una parte della sinistra da Gianni Iorio,portavoce della Margherita, replica immediatamente Pompilio Albanese, segretrario di rifondazione Comunista che negli ultimi 10 anni è stata all’opposizione della giunta Caccese.
Albanese come risponde all’appello di Iorio?
” Non rispondo. Prima di tutto non ci hanno mai chiamati per un incontro, già questo la dice lunga e poi perchè il centrosinistra a Montecalvo è già fallito una volta”.
Che intende?
“La fuoriuscita dei consiglieri dei Ds dalla maggioranza di Alfonso Caccese, dove erano stati eletti, ha sancito di fatto la crisi del centrosinistra e di quella pratica politica, ma allo stesso tempo, ha aperto gli spazi alla democrazia attraverso la possibilità concreta di creare nel paese una vera alternativa democratica all’attuale maggioranza che oramai sono più di dieci anni che guida il paese”.
Esiste davvero un’accordo di Rifondazione con i Ds?
” Sì. Le nostre due forze, a seguito di un accordo di programma, hanno siglato, qualche giorno fà ina intesa. Ma da sole non possono rappresentare una vera alternativa, in termini di consensi, alla maggioranza uscente”.
State pensando ad un’accordo con il movimento civico di Pizzillo?
“E’ chiaro che la presenza di un movimento come quello di Uniti per Montecalvo, rappresenta un valore aggiunto per tutte le forze politiche. Poi,il fatto che abbiano scelto di sostenere Carlo Pizzillo, quale iscritto dei Ds, a sindaco conferma che, praticamente, si và ad avviare la ricostruzione del progetto politico che animò la lista della colomba nove anni fà, dove il candidato a sindaco di allora venne indicato dai Ds, ed era appogiato da Rifondazione e dai movimenti civici. Oggi la proposta Pizzillo, esponente Ds, è partita da Rifondazione in tempi non sospetti, ha trovato vasti consensi nel movimento e consegna ai Ds il ruolo guida nella sinistra a Montecalvo”.
Per Iorio la sinistra unita in una lista va bene, anche in alternativa alla Margherita,ma possibili accordi trasversali non saranno accettati e minaccia ripercussioni sulle europee. Esistono davvero gli accordi trasversali?
“Non capisco chi sia Iorio per dire alla sinistra cosa deve fare,comunque gli accordi trasversali non esistono. E’ una sua provocazione che lascia il tempo che trova. Invece il fatto che Pizzillo riesce ad aggregare intorno al suo nome forte consensi, anche al di fuori degli schieramenti politici significa due cose: che è un candidato a sindaco forte e che allo stesso tempo raccoglie i frutti di un malcontento e di un forte dissenso popolare nei confronti della maggioranza uscente. Su questo Iorio deve riflettere visto che è uno degli esponenti di punta della maggioranza uscente”. [Nativo][Credit│Corriere dell'Irpinia]
Redazione
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Montecalvo, il presidente Sabatino predica umiltà
[28/03/2004] Tra le compagini aritmeticamente ancora in lotta per la salvezza, il Montecalvo è di sicuro la più tranquilla. Ventotto punti in classifica, una sfida da recuperare ed un recente ruolino di marcia invidiabile nella bacheca ufitana: tutti gli ingredienti per pensare ad una missione ormai compiuta, cui manca solo l’ausilio della matematica. Dati quasi trionfalistici per una matricola quale la squadra gialloblù, ma nessuno ha voglia di montarsi la testa. Il presidente Vincenzo Sabatino predica attenzione: “Finché la matematica non decreterà la nostra salvezza dovremo mantenere i piedi per terra e continuare a lottare. I risultati dello scorso turno, in fondo, hanno lasciato quasi tutto invariato in coda. Mi ha stupito – ammonisce il massimo dirigente ufitano – qualche vittoria clamorosa. Noi continueremo a giocare come sappiamo, senza chiedere né concedere nulla a nessuno”. La tranquillità potrebbe arrivare sin dalla prossima sfida in casa della Pro Calcio: un’eventuale vittoria, infatti, proietterebbe in basso gli avellinesi, favorendo proprio la salvezza del Montecalvo. “Al ‘Partenio B’ troveremo una squadra per certi versi più affamata di punti di noi: bisogna far attenzione. Non c’è dubbio, però, che in caso di vittoria potremmo essere più sereni” [Nativo]
Emilio Limone
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Montecalvo Irpino e il risorgimento nazionale.
[Edito 00/02/2004] Dopo la restaurazione borbonica è nel 1820 che nel meridione diventa corposo il sentimento di libertà politica con i primi ferventi per l’unificazione della nostra nazione. Dopo l’esperienza di Napoli , che aveva vissuto una fiammata di libertà, ora sono le popolazioni irpine pronte a scuotersi e a muovere in armi al primo segnale favorevole. Il Re Ferdinando I, temporeggiava nel prendere coscienza del volere del popolo , che richiedeva assolutamente una Costituzione democratica a tutela delle proprie libertà, e se da un lato la prometteva solennemente , dall’altro meditava un modo come ritornare al potere assoluto. L’occasione per compiere questo ennesimo atto criminale fu colto dal Re, nell’ottobre del 1820, quando allontandosi da Napoli,a Lubiana avanzò una formale richiesta di aiuto dell’esercito austriaco volendo ristabilire così con la forza la restaurazione contravvenendo ai patti giurati nella Costituzione. I patrioti, avvisati per tempo, prepararono subito una valida difesa organizzandosi in contingenti militari armati. Dalla nostra provincia furono molti quelli che accorsero a formare queste bande armate. Montecalvo, contribuì con lo stesso fervore all’azione in favore della Costituzione desiderata, partecipando attivamente alla guerra contro gli austriaci e molti dei suoi concittadini erano presenti allo scontro armato a Rieti – Antrodoco e l’Aquila contro gli invasori, agli ordini del generale Guglielmo Pepe, a capo del moto costituzionale organizzato da ufficiali dell’esercito napoletano. Al comando dei reparti costituzionali, Pepe affrontò le truppe austriache mandate dal Congresso di Lubiana a restaurare la monarchia assoluta a Napoli. A Rieti le truppe liberali napoletane vennero sconfitte nel marzo del 1821 e Pepe dovette esulare e come conseguenza si ebbe la ricaduta delle nostre popolazioni nell’antica schiavitù Borbonica. A tutt’oggi conosciamo una quarantina di nomi di nostri conterranei partiti per quella spedizione.
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Il portafogli del signor Del Vecchio
Redazione
[Edito 09/02/2004] ]Montecalvo Irpino AV – Franco D’Addona è da sempre appassionato di fotografia, come testimoniano i numerosi scatti presenti su questo sito. Recentemente, Franco è riuscito a farsi pubblicare una sua foto persino da Panorama, il più diffuso “magazine” nazionale. La foto ritrae un portafoglio realizzato con una vecchia confezione di latte Parmalat in Tetrapak. Franco ha colto l’attimo in cui un signore, suo cliente, stava pagando il conto alla cassa del supermercato e ha estratto dal suo abito questo insolito portafoglio. [Nativo]
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Robert: Un figlio della nostra terra
Alfonso Caccese
[Edito 00/02/2004] Atteso con ansia da milioni di ragazzi,anche se disprezzato dalla maggior parte della critica televisiva, Grande fratello4,non cessa mai di stupire e di catturare anche l’attenzione di persone,come me,non inclini a seguire questo tipo di spettacolo forviante,costruito su vicende frivole che nulla hanno a che vedere con il mondo reale. Ebbene, dicevo che se anche non l’ho mai seguito nelle edizioni precedenti,questa volta mi sono interessato alla partecipazione del nostro vicino di casa:Robert,da Buonalbergo. Anche se credo che sia stato scelto più per il suo originale modo di esprimersi che per particolari doti di spettacolo. Ma non è questo il punto sul quale mi vorrei soffermare. Della sua storia mi ha colpito,anzi confermato,un ipotesi importante e significativa, che da tempo cerco di dimostrare sulle pagine web del sito “Cultura e tradizioni” e cioè l’esperienza della nostra gente che allontandosi dal proprio luogo di origine,per ovvi motivi, porta con sè tutto il suo bagaglio, appunto,di cultura e tradizioni del passato,per poi riconsegnarcelo fresco e genuino come nel caso del nostro Robert, che se pur nascendo e formandosi in australia,terra di emigrazione dei suoi genitori,e di tanti anche nostri paesani,ritorna in Italia,presentandosi al grande pubblico televiso come un vero personaggio ruspante, orgoglioso della sua beneventanità e legato svisceratamente al mondo contadino dei suoi genitori,in quel piccolo centro che è Buonalbergo. Nelle sue performance televise, si nota quella capacità tipica delle nostre zone di sapersi adattare ed adeguare a qualsiasi ambiente e la sua scarsa loquacità, credo dipenda, non da problemi di linguaggio ma dalla consapevolezza,tutta nostrana,di scarso interesse per le discussioni frivole che all’interno della casa si sprecano banalmente, lui cerca di rispettare lo spirito del gioco e di rapportarsi con gli altri in maniera trasparente ed onesta,sempre pronto a dare una mano ai suoi coinquilini. Quale possa essere il suo destino all’interno della casa, non lo sappiamo, ma credo che sia riuscito in poco tempo a farsi voler bene da tutti per la sua generosità e la sua discrezionalità. [Nativo]