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E’ ufficiale: Si vota il 12 e 13 giugno 2004
[Edito 00/02/2004] Montecalvo Irpino AV – Ormai è deciso:il governo Berlusconi ha deciso per l’election day. Il consiglio dei ministri ha deciso di far svolgere il 12 -13 giugno le votazioni per il rinnovo del consiglio Europeo e quelle per il rinnovo dei consigli regionali – provinciali – comunali. Interessato in questa tornata elettorale anche il nostro comune che deve scegliere il sostituto di Alfonso Caccese alla guida del paese. Le ipotesi che girano in paese sono tante e tutte attentibili,ma a tutt’oggi nessuna candidatura sembra essere data per certa,tranne quella del geom. Aurelio Bellucci,capo dell’ufficio tecnico comunale che in una intervista ad un giornale locale dà per certa la sua presenza nella competizione elettorale del prossimo giugno. Quali le forze politiche che appoggeranno la candidatura di Bellucci, non è dato ancora di conoscere,ma si pensa che intorno a lui si possano aggregare dei consensi trasversali, considerata la grande stima che raccoglie a livello personale. Ma la partita vera sarà giocata,presumibilmente su altri tavoli. Nei “popolari”(margheritini?), partito guida della coalizione di centro sinistra,sono ancora in attesa di sciogliere il dubbio sulla possibilità del terzo mandato del sindaco uscente, e se questo non dovesse andare in porto sono pronti a confrontarsi i due presunti delfini di Caccese, gli attuali assessori:Iorio e Di Rubbo che sembrano godere di un vasto consenso elettorale. Negli ultimi tempi,le liste presentate oscillavano tra le tre e quattro, con conseguenti tre-quattro candidati a sindaco. Quindi ne mancherebbero ancora due. L’ex sindaco Alessio lazazzera,sembra non interessato alla competizione locale, e la gente si chiede a chi possano andare i voti che sono accreditati al suo partito l’U.D.C.
A sinistra la situazione sembra essere più complicata. I Ds,partito che raccoglie ancora significativi consensi è alla perenne ricerca di un nuovo leader,dopo i problemi della segreteria Ruccio.Si parla di una possibile candidatura del Dott.Carlo Pizzillo,non è la prima volta e i dubbi su questa possibilità sono molti. Tacciono Rifondazione comunista,Sdi e Alleanza Nazionale. [Nativo]Redazione
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I Democratici di Sinistra,ex P.C.I.
Breve cronistoria dal dopoguerra ad oggi
Alfonso Caccese
[Edito 00/02/2004] Nello scacchiere politico locale i Ds (ex P.C.I.),insieme a Rifondazione comunista rappresentano ancora la metà dell’elettorato di montecalvo,da sempre considerata la roccaforte rossa della sinistra nella provincia Avellinese.La prima cellula del partito comunista italiano nasce nel gennaio del 1944 per opera dei confinati politici Antonio Smorto e Concetto Lo Presti ,in via roma a Montecalvo,che con l’aiuto di Pietro Cristino,Pompilio Santosuosso,Antonio Ciasullo,Fedele Schiavone,Antonio Tedesco,Giovanni Cardillo ed altri danno vita nell’immediato dopoguerra(1946-48) al fronte popolare (la spiga),che nelle prime elezioni democratiche conquista l’amministrazione del comune ,eleggendo sindaco il Dott.Pietro Cristino e dopo la sua morte Francescantonio Panzone ,mantenendola ininterrottamente fino al 1962,quando per una manciata di voti la guida del paese è ad appannaggio della Democrazia Cristiana,che guidata dal Dott.Carlo Caccese e dal Prof.Feliceantonio Lazazzera,porta all’elezione del sindaco Marcello De Cillis.In un’alternanza continua di vittorie e sconfitte,dopo l’elezione a sindaco di Aucelli Pompilio(socialista) e i brevi interregni democristiani di Francesco De Furia e Alfonso Caccese (eletto con i voti della sinistra con il famoso compromesso storico) è agli inizi degli anni ottanta che l’allora partito comunista riconquista stabilmente la poltrona del sindaco con un suo esponente Felice Aucelli, capo di una coalizione dove il P.c.i. ottiene la maggioranza relativa dei voti. Ma le vicende della politica nazionale(1992, vedi tangentopoli) si riflettono anche nella realtà locale e dopo un decennio di guida amministrativa e con la svolta della “bolognina” di ochettiana memoria,anche da noi si verifica la scissione del partito comunista italiana che dà vita a tre formazioni diverse: I Ds,Prci,Pdci,disperdendo la forza elettorale della sinistra che cede così la guida del paese agli antichi nemici: i Democristiani che all’insegna del rinnovamento portano sulla poltrona di sindaco l’allora giovanissimo Avv.Alessio Lazazzera. Ma il ciclone della politica si abbatte anche sulla democrazia cristiana divisa in tre tronconi:Ppi,Ccd,Cdu e le elezioni seguenti sono ad appannaggio dei popolari che con una schiacciante vittoria,figlia delle divisioni degli altri partiti, riportano alla carica di primo cittadino Alfonso Caccese.La ricucitura all’interno della sinistra è lunga e faticosa e non ancora del tutto compiuta e dopo il primo quinquennio popolare,per fronteggiare l’avanzare dei forzisti Berlusconiani e i destristi di Alleanza Nazionale,capeggiati dal Dott.Mario Flovilla,la segreteria Ds, con alla guida l’emergente Giuseppe Ruccio,decide di seguire la linea della politica nazionale unendosi in un cartello elettorale con i popolari del riconfermato sindaco Alfonso Caccese,partito ancora abbastanza forte, e con quello che rimane dei socialisti del dopo Craxi.Scelta apparentemente giusta, perchè vengono premiati dall’elettorato con la maggioranza assoluta e finalmente dopo anni,un’esponente della sinistra storica assume la carica di vice-sindaco:la dott.ssa Antonella Panzone. Dopo un paio di anni i diessini escono dalla maggioranza ed il resto è storia di questi giorni. [Nativo]
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Il Sindaco: Come si sceglie
[Edito 00/02/2004] In una democrazia non del tutto compiuta, come la nostra,tutti hanno il diritto di eleggere ed essere eletti nelle cariche istituzionali,ottemperando ovviamente alle varie regole ad esse connesse. La scelta,in una piccola realtà,quale la nostra,può avere strade diverse. Di solito (fino ad oggi) la scelta del candidato sindaco è stata fatta dai partiti politici che essendo la casa degli elettori al loro interno indicavano la persona competente e degna di assumere tale incarico e là dove la candidatura espressa da un partito poteva sembrare non vincente si andava alla ricerca di aggregazioni con altri soggetti politici per dare maggior forza alla candidatura stessa,magari sottoscrivendo un’accordo di programma sulla conduzione amministrativa della cosa pubblica. Nel bene e nel male questo metodo ,dal dopoguerra ad oggi,pare abbia funzionato abbastanza bene,tant’è che i sindaci eletti,sono sempre stati persone di alto profilo personale e politico contraddistinti da indubbia moralità ed indiscusso rispetto verso l’elettorato. Oggi, sembra che le cose stiano in maniera un pò diversa. Prima ci si autocandida alla carica di primo cittadino e dopo si passa al filtro dei partiti e alla ricerca di consenso sulla propria persona, puntando maggiormente sull’immagine personale e non alla presentazione di un progetto politico. Ed è qui che il diritto democratico di tutti di scegliere o essere scelti,viene meno perchè scavalcato a priori da decisioni individuali anche se degne di massimo rispetto. Questo metodo è una dispersione della potenzialità professionali attribuibili a chi persegue il progetto di aggregare intorno all’amministrazione del paese tutti coloro che potrebbero concorrere al miglioramento di essa,anche perchè in questo modo viene by-passata la funzionalità e la capacità di dialogo tra le forze politiche e quindi degli elettori che tramite le sezioni sono deputati ad assolvere a questo ruolo. E’ evidente che in questa situazione i cittadini perdano il loro orientamento ideologico diventando prede di miserrimi ricatti o faraoiniche promesse di insperabili miglioramenti di vita strettamente legati alla sfera personale. Non si è più interrogati su come costruire o migliorare le attese di un paese piccolo come il nostro,ma si è interrogati su quello che di più sul piano individuale può essere offerto dall’uno o dall’altro concorrente della contesa elettorale. Ma il rischio maggiore è quello di non sentirsi più soggetto attivo nella scelta dei propri rappresentanti e distaccarsi completamente dalla vita democratica del paese scivolando nel disinteresse più totale verso tutte quelle conquiste che la lotta democratica ci ha dato. [Nativo]
Alfonso Caccese
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MONTECALVO – R.SANSEVERINESE 1-0
Generoso Maraia
[Edito 22/02/2004] Montecalvo Irpino AV – Grazie ad una rete di Raffaele Melillo il Montecalvo supera la temibilissima Real Sanseverinese ed ora può guardare al futuro con maggiore tranquillità. Una vittoria sofferta,per le tante palle sciupate sotto porta ma fortemente voluta dai ragazzi di mister De Feo che hanno fatto vedere di che pasta sono fatti. L’uno a zero sta molto stretto ai padroni di casa che avrebbero
meritato di segnare almeno altre tre reti, ma i vari attaccanti di turno hanno spesso sciupato clamorosamente goal fatti. Fin dalle prime battute si è capito che la squadra di casa voleva la vittoria ad ogni costo e Musto prima e Zucaro poi trovavano sulla loro strada un Di Filippo in giornata di grazia che ha negato la gioia del goal ai due attaccanti ufitani. Alla mezzora ancora una palla gola per i padroni di casa ed ancora sui piedi dell’attaccante Musto che spreca clamorosamente da posizione vantaggiosa.Quando gli oltre quattorcento tifosi presenti sulle tribune pensavano che la prima frazione di gioco dovesse chiudersi a reti invilotate ci pensa Raffaele Melillo ad infiammare gli animi dei tifosi realizzando la rete che varrà la vittoria.Nel secondo tempo i ragazzi di De Feo continuano a rendersi pericolosi e a sciupare palle goal. Alla .mezzora della ripresa la Sanseverinese si affaccia pericolosamente in zona goal, ma l’attento De Mizio fa buona guardia ed allontana il pericolo.Una vittoria meritata per i ragazzi di mister De Feo che hanno costruito molte palle goal durante l’arco dei novanta minuti ed alla fine, se pur tenendo con il fiato sospeso tifosi e dirigenti fino alla fine, sono riusciti a conquistare tre pun ti fondamentali per la lotta retrocessione. Ed ora in vista del recupero con il Gesualdo gli ufitani possono tirare un respiro di sollievo ed affrontare il futuro con maggiore serenità. [Nativo] -
La lettera aperta del consigliere D’Agostino
Duro atto d’accusa: questi i fallimenti a Montecalvo
[Edito 27/02/2004] Montecalvo Irpino AV – Il consigliere comunale Domenico D’Agostino, subentrato in consiglio dopo l’allontanamento di Flovilla, ha distribuito ieri una lettera aperta: Stilare un bilancio sui cinque anni di amministrazione trascorsi , rappresenta un’impresa ardua anche per chi, come me, ha avuto la possibilità di accomodarsi sui banchi all’interno del consiglio comunale – si legge nel documento –In ogni caso il giudizio complessivo, visto da “ un nostalgico conservatore” quale io sono, dovrebbe essere positivo considerato che il paese sembra tornato indietro di trenta anni – D’Agostino è critico ed ironico ed attacca l’operato dell’amministrazione comunale uscente – la mancata manutenzione delle strade di campagna, tranne casi sporadici, ha riportato alla luce asinelli e muli quali mezzi di comunicazione per i contadini,regalandoci visioni suggestive, senza considerare la sosta forzata al passaggio al livello ( di una stazione ferroviaria che fu) garanzia di immagini concilianti con lo spirito di chi osserva; gli impianti sportivi sono finalmente inutilizzabili, lo sport fa male alla salute, meglio evitarlo; la fattiva, costante e carsica (neanche tanto) collaborazione di qualche professionista esterno all’amministrazione ha consentito la realizzazione di opere importanti e vitali per tutta la collettività; finalmente si è tornati ad un rapporto di sudditanza tra chi è preposto a funzioni pubbliche e chi è utente del servizio pubblico: basta con la disponibilità e la trasparenza ad ogni costo”. Il documento continua su tutta una serie di di argomenti, dalla politica della casa, a quella del lavoro, entrambe senza successi, sottolinea, qui a Montecalvo… [Nativo]
[Credit│Corriere dell'Irpinia]
Redazione
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Montecalvo, in vista delle elezioni amministrative
[Edito 20/02/2004] Montecalvo Irpino AV – Le ultime ore sono state ore concitate nella politica locale. Ci sono stati una serie di eventi che sembrano aver cambiato letteralmente le carte in tavola. Andiamo per ordine. Alla notizia che alcuni ambienti della Margherita e dei Socialisti avrebbero visto bene alla guida del paese : Alfredo Siniscalchi, impegno, per altro, che l’alto funzionario dello Stato, stando a delle voci non sarebbe interessato a ricoprire anche se non è giunta nessuna comunicazione ufficiale, si sono scatenate una serie di reazioni: prima fra tutte è spuntato un movimento espressione di un costituendo comitato civico. Al nuovo movimento, che non avrebbe assolutamente nessuna collocazione politica, avrebbero aderito numerosi grossi nomi della società civile locale.
Per la guida circolavano tre nomi: Giuseppe Stiscia, Giuseppe De Cillis e Carlo Pizzillo anche se quest’ultimo sembrerebbe quello più accreditato. Una situazione nuova che potrebbe stravolgere completamente lo scenario politico ed i progetti elettorali soprattutto in casa Margherita. Insomma alla nuova formazione avrebbero aderito personalità notoriamente sostenitrici di uomini oggi collocati nella maggioranza. Si è parlato di una candidatura offerta anche a Gianni Iorio, che ieri parlava direttamente di sue possibili dimissioni non si è ben capito se da coordinatore della Margherita o da assessore .Una situazione in continua evoluzione. Gli animi si risvegliano c’è una grande volontà da parte di tutti di voler cambiare – dichiara – Giuseppe Ruccio segretario cittadino dei Ds. Ad una amministrazione inerte per dieci anni non è un movimento di cittadini che deve far paura. Deve far paura il resoconto che non può fare. Il movimento di cittadini è conseguenza delle scelte sbagliate. Sul nome di Pizzillo, Pompilio Albanese si mostra possibilista,la personalità di Pizzillo non è in discussione dichiara il segretario di Rifondazione Comunista – bisogna capire se è interessato ed in tal caso chi lo propone. Visto che è la sinistra quella più legittimata a farlo. D’altra parte noi lo abbiamo sempre indicato come una delle personalità della sinistra in grado di capeggiare una lista progressista e democratica come era la Colomba 10 anni fa che era composta dai DS, da Rifondazione ,e da un simbolo civico. Pizzillo potrebbe avere tessuto un tela mirante ad aggregare un seguito personale in una aggregazione civica e cercare alleanze nei partiti della sinistra in contrapposizione alla attuale maggioranza. Stando alle notizie che sono circolate nelle ultime ore il movimento dovrebbe ufficializzare la propria posizione nei prossimi giorni, al massimo all’inizio della settimana prossima. [Nativo][Credit│Corriere dell'Irpinia]
Redazione
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RIMEDITARE DUNQUE QUESTA INTERESSANTE FIGURA…
(Da Duc in altum – Lettera Pastorale per l’Anno del Discepolato in onore di S. Bartolomeo – Benevento 2001 )
[Edito 08/05/2006]… Domenico (così si chiamava prima di vestire l’abito religioso nell’Ordine delle Scuole Pie) era nato il 29 settembre del 1 710 da nobili genitori, Girolamo ed Orsola, che avevano saputo inculcare anche in lui, sesto tra undici figli, l’aspirazione a ideali alti. Egli ricorderà sempre il motto scolpito accanto allo scudo nobiliare di famiglia: “Virtus et hanor semper!”. Una buona partenza, dunque. Ma sta di fatto che egli avvertì la vocazione religiosa e che essa si configurò per lui entro due chiare coordinate: servire Dio e revisionare se stesso, conformandosi a Gesù Cristo, modello assoluto della perfezione. L’ambiente dignitoso di casa sua, per molti aspetti esemplare sia moralmente che culturalmente (alla scuola del padre, avvocato rispettato, aveva arricchito la mente con quanto di meglio si poteva apprendere allora), dovette comunque apparirgli “manieroso”, secondo le mode dell’epoca, e quindi poco trasparente alle voci inferiori di cui era come innamorato. Perciò scappò a Benevento, chiedendo asilo presso un collegio religioso. Iniziò in tal modo quel processo di inferiore purificazione dagli aspetti difettosi, che si tradusse in un atteggiamento permanente di penitenza. E tanto travaglio scolpì l’educatore eccellente, capace di influenzare positivamente gli allievi, qualunque fosse l’argomento loro proposto. Una volta sacerdote, poi, dilagò in molte regioni sia con la predicazione che con la direziono spirituale, aspetto questo che evidenzia ancora una volta la sua proclività a formare. Una figura così merita di essere capita ed imitata.
… Rimeditare dunque questa interessante figura, aprendo il suo sguardo serioso di penitente ed imitarla: è forse una delle più gravi urgenze del nuovo millennio. Volendo con forza additarla ai montecalvesi, accettai volentieri l’istanza del Parroco che ha chiesto di unificare le due parrocchie esistenti, ponendole entrambe sotto il titolo di san Pompilio.
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I MIRACOLI E SAN POMPILIO
Padre Martino Gaudiuso
[Edito 08/05/2006] E’ un riferimento ricorrente – quasi, ormai, un luogo comune – pensare ai Santi come a persone che hanno in esclusiva il racconto di una vita ricca di comportamenti e di episodi fuori dall’ordinario unitamente alla capacità di far miracoli, soprattutto dopo la morte.Non dovrebbe meravigliare più di tanto se si considera che proprio Gesù nell’inviare i suoi Discepoli in missione diede loro autorità sugli spiriti maligni e il potere di guarire le malattie (Lc. 9.1). E ancora, dopo la resurrezione, disse agli stessi Discepoli: quelli che avranno fede faranno segni miracolosi: cacceranno i demoni invocando il mio nome, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e berranno veleni senza aver nessun male: poseranno le mani sui malati e li guariranno (Mc. 16. 17-18).Il carisma dei miracoli è presente già nelle prime Comunità cristiane e sempre è rimasto nel vissuto della Chiesa. Ma ciò che a prima vista potrebbe sembrare la competenza di una categoria di persone all’interno della Chiesa, di fatto era ed e l’ovvia manifestazione della verità e della forza della Parola di Dio, JHWH dice e crea (Gen. 1 e 2): Gesù agisce nella stessi maniera del Padre: egli e il Verbo di Dio! L’ufficiale dell’esercito romano si rivolse a Gesù con questa fede; gli disse: basta che tu dica soltanto una parola e il mio servo sarà guarito (Mt. 8.8).Il miracolo non è venuto mai meno ncll’csperienza della Chiesa: l’umanità ha ancora un cuore ed un volto sofferente, che soltanto la carità di Cristo può guarire e salvare.Certamente è aumentata la fede dei cristiani, per i quali la Parola stessa e salvezza: le tue parole, Signore, sono spirito e vita. ripetiamo spesso nella Liturgia. E’ questa convinzione che si fa preghiera al momento opportuno: preghiera di intercessione per chi è nel bisogno estremo, sia del corpo, per una sanità in pericolo, sia dello spirito, per la sua debolezza.
E’ facile classificare i Santi (gli intercessori presso Dio) in due categorie: quelli miracolisti, perciò più … popolari, e gli altri più … riservati, e quindi meno noti, ma non per questo meno interessanti!
fede: la comunione dei Santi.Loro sono ora amici e coeredi di Cristo; “a causa infatti della loro più intima unione con Cristo i Beati rinsaldano tutta la Chiesa nella Santità, nobilitano il culto che essa rende a Dio qui in terra e in molteplici maniere contribuiscono ad una più ampia edificazione. Ammessi nella patria e presenti al Signore, per mezzo di Lui, con Lui e in Lui non cessano di intercedcre per noi presso il Padre, offrendo i meriti acquistati in terra mediante Gesù Cristo, unico Mediatore tra Dio e gli uomini. servendo al Signore in ogni cosa e dando compimento nella loro carne a ciò che manca alle tribolazioni di Cristo a pro del suo Corpo, che e la Chiesa. La nostra debolezza quindi o molto aiutala dalla loro fraterna sollecitudine” (Cono. Val. li, L.G 49).
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Le lapidi di Aequum Tuticum
Francesco Cardinale
Il Lapidario di Aequum Tuticum è stato rimosso dalla baracca di Sant’Eleuterio, dove le lapidi erano state sistemate provvisoriamente, per essere trasportate nella villa comunale presso il Museo della Civiltà Normanna. Questa operazione è stata promossa dalla soprintendenza e dall’assessorato alla cultura del Comune di Ariano Irpino. Le lapidi sono state posizionate in parte all’interno del Castello e in parte all’esterno, nei pressi dell’ingresso al Museo. Le foto qui allegate mostrano i reperti quando erano ancora nel loro luogo d’origine.
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Ruocchili e Cicatielli
Antonio Stiscia
[Edito 28/09/2004] I Ruocchili e cicatielli ( broccoli e cicatielli ) sono un piatto tipico di tutta l’ Irpinia, anche se in ogni paese se ne possono ritrovare versioni differenti, con sfumature riguardanti gli ingredienti o le modalità di preparazione, così come avviene a Montecalvo Irpino. E’ difficile stabilire l’ origine di questo piatto, in quanto si tratta di un piatto semplice e spontaneo, preparato con ingredienti di facile reperimento in un ambiente rurale così come in un ambiente paesano. Il consumo di Ruocchili e cicatielli è diffuso perlopiù a livello familiare, in quanto si tratta di un piatto fatto principalmente in casa. Esso è collegato in particolar modo alla stagione invernale. I Ruocchili e cicatielli si preparano nel modo di seguito esposto. Si mette un chilo di farina di grano duro a fontana sulla spianata, facendovi un buco al centro in cui vengono aggiunti acqua calda e sale. Poi si impasta per una decina di minuti fino ad ottenere un impasto compatto e morbido che si stende in bastoncini di circa tre millimetri di spessore; tali bastoncini si tagliano in altri bastoncini di circa tre centimetri di lunghezza, che vengono incavati con le dita dalle massaie. A parte si lava un chilo di broccoli e si fa lessare per tre minuti circa, aggiungendovi poi i cicatielli che devono bollire per circa dieci minuti. In un altro tegame si fanno rosolare nell’ olio cento grammi di pezzetti di pancetta con aglio e, a piacere, peperoncino piccante con cui si condiscono i cicatielli e broccoli. [Nativo]