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Ponte di S. Spirito o del Diavolo
Con questo ponte la Via Traiana superava il torrente di Ginestra alla confluenza con il fiume Miscano. Qui, nel 1970, fu trovata un’epigrafe, oggi collocata nel museo provinciale di Avellino e corrispondente al numero di inventario ventitre. Si tratta di un blocco di pietra (alto 130 cm, largo cm. 87 e spesso cm. 40) che reca incisa l’iscrizione, trascritta ed integrata da Consalvo Grella, ex direttore del museo provinciale di Avellino, “IMP.CAESAR DIVI NERVAE F. NER VA TRAIANUS … AU G. GERM (ANICUS) DACICUS PARTHICUS PONT MAX TR. POT.XX IMP.XIII COS. VI P.P. VIAM TRANSLATAMQUE IMPETU? FLUMINIS …..DESTRATUR. SUA PECUNIA IN. LOCO TUTIORE RESTITUIT”. Ruderi di maggiori dimensioni erano ancora visibili nel 1854, quando lo storico Cirelli scriveva di “una colonna miliaria con numero XVI, benché guasta nell’iscrizione.Tuttora (1854) noi l’abbiamo ocularmente veduti, esistono di tal ponte i ruderi di due archi ed uno intero pilastro”.
G.B.M. Cavalletti
[Bibliografia di riferimento]
[AA.VV., Progetto Itinerari turistici Campania interna: la valle del Miscano, Volume 1 , Poligrafica Ruggiero, Avellino, 1993]
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Chiesa di San Pompilio Maria Pirrotti
La chiesa fu edificata in epoca fascista su una parte dell’antico palazzo Pirrotti, di cui occupa alcuni locali a pianterreno. Il suo valore specifico è nel legame al santo, che nacque a Montecalvo nel 1710 e che si distinse per la sua attività in campo educativo e apostolico. La parete esterna della chiesa mostra l’immagine della Madonna di Montevergine, che la tradizione indica come interlocutrice di San Pompilio durante le sue visite in paese. Sulla facciata, caratterizzata da un’accentuata concavità, sono visibili, tra le altre, due lapidi commemorative che riportano gli epigrammi distici elegiaci dedicati al Santo da Papa Leone XIII in occasione della sua visita a Montecalvo nel 1839, nell’ambito del processo di beatificazione. La chiesa conserva alcune statue e tele del XVIII e XIX secolo ed altre opere più antiche dell’edificio stesso, aventi diversa provenienza. Si ricorda l’altare del 1882 , dedicato a S. Niccolò da Tolentino e proveniente dalla scomparsa chiesa di S. Caterina. Dalla chiesa del SS. Corpo di Cristo provengono i due lampadari d’ottone. Della fine del Settecento sono le due statue di S. Pompilio e dell’Immacolata. La chiesa dà accesso all’interessante archivio-sacrario dedicato al Santo, dove, oltre a lettere autografe e documenti vari ( ad esempio i distici di Papa Leone XIII del 1899), sono visibili alcune opere d’arte ed oggetti utilizzati da S. Pompilio. Tra essi la pianeta, il confessionale e l’altare sormontato da una pala raffigurante la “Madonna della Consolazione, San Pietro Martire e il Beato Felice da Corsano”, proveniente alla scomparsa chiesa di S. Caterina o forse la “Madonna dell’Abbondanza, San Francesco di Paola e S. Giovanni di Colonia”. Una leggenda è, invece, legata alla presenza del duplice ritratto ad olio su tela di S. Pompilio (un originale ed una copia) giacché si narra che, nel momento esatto in cui il Santo spirò in Campi Salentina (Le), il fratello Michele sentì bussare al palazzo di famiglia a Montecalvo, ove trovò, appoggiato alla porta, il quadro in questione.
[Crediti│Testo - CTC Centro turismo culturale │Immagine - Google Maps]
Redazione
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Montecalvo Album di Famiglia
Prefazione
Il libro scaturisce dalla magnifica esperienza della mostra fotografica «Montecalvo ieri ed oggi» che, organizzata dalla Pro Loco Montecalvo nel corso delle manifestazioni per l’«Estate Montecalvese1979», ha ottenuto un notevole successo di pubblico e di critica.
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Esso si presenta come un modesto contributo alla divulgazione di un patrimonio storico-fotografico caro al cuore dei Montecalvesi.
Non ha l’intenzione di essere una cronologica successione fotografica, ma ha l’intento di avvicinare il lettore ad una Montecalvo solo in parte esistente, testimone di un passato ricco di elementi culturali, più propriamente storici e sociali, che dimostrano le autonome capacità di vita del popolo montecalvese.
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Il titolo «ALBUM DI FAMIGLIA», non è casuale.
Nostra intenzione è che quest’opera non sia semplicemente un «libro», ma abbia le caratteristiche di un vero e proprio «album» che, come tale, serbi i ricordi, belli o brutti, ma sempre cari perché tali, di un popolo che attraverso i secoli ha vissuto momenti di gioia di dolore, di angoscia e di speranza, di ansia e di serenità.
Abbiamo lasciato, alla fine di ogni capitolo, alcune pagine libere, perché ognuno, potendovi inserire, come in un vero album, personali ricordi fotografici, senta questo libro più caro e più familiare».
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Un doveroso riconoscimento è da farsi alla Pro Loco, e in particolare al Presidente Sig. Antonio Cusano che, avendo promosso la mostra fotografica «Montecalvo ieri ed oggi», si è reso ancora promotore della preparazione di quest’opera continuamente spronando e incoraggiando noi Autori durante la lunga e impegnativa opera di stesura.[Bibliografia di riferimento]
[Cavalletti G.B.M. – Stiscia A., Montecalvo – Album di Famiglia, Pro Loco Montecalvo, Calitri, 1981]Redazione
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L’irresistibile ascesa di Antony Racioppi
Montecalvo Irpino AV – L’irresistibile ascesa del giovane calciatore svizzero-montecalvese Antony Racioppi, in forza alla squadra dei Young Boys e alla nazionale under-21 svizzera. Il padre, Mauro Racioppi, è originario di Montecalvo Irpino. Quando Wikipedia dedica una pagina a una persona, significa che questa è stata ritenuta meritevole di attenzione. È anche vero che le pagine su Wikipedia possono essere create pure per argomenti controversi, ma non è il caso in questione. In realtà, sono veramente pochi i nostri concittadini, passati e presenti, ad essere menzionati nella famosa enciclopedia online È proprio da Wikipedia che attingiamo informazioni (e foto) sulla carriera sportiva di questo giovane atleta.
Racioppi ha iniziato la sua formazione nelle giovanili dell’Olympique Lione e nel 2016 è stato promosso alla seconda squadra del club francese. Ha fatto il suo debutto il 21 gennaio 2017 durante una partita di Championnat de France amateur vinta per 2-0 contro il Villefranche. Il 25 settembre 2020 è stato acquistato a titolo definitivo dal Digione, con cui ha fatto il suo esordio in Ligue 1 l’8 novembre nella partita pareggiata 1-1 contro il Metz. Il 10 settembre 2019 ha disputato la sua prima partita ufficiale con la nazionale under-21 svizzera, scendendo in campo come titolare contro il Liechtenstein.Francesco Cardinale
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Anniversario della tragica scomparsa del grande Torino.
[Ed. 04/05/2004] Montecalvo Irpino AV – Questa mattina, anniversario del tragico evento 4 maggio 1949, essendo un sacerdote francescano ho celebrato la Santa Messa per i campioni dei miei sogni di gioventù, giustamente campioni. La tristezza occupa tutto il mio essere ricordandomi chi eravamo e come ci hanno fatto diventare. Io so tutto perciò dentro di me c’è tutto per poter dire certe cose. Non sono tipo che mi lascio prendere dal rancore ma è necessario che i cannibali, le arpie, le iene che si sono intrufolate nel sacro recinto granata se ne vadano al più presto perchè, al di là della giustizia umana che non sempre paga i meritevoli, c’è una giustizia divina che prima o poi cadrà come una montagna sulle spalle di chi offende i valori della vita, anche quelli sportivi. Il Toro non finirà perchè è un valore vero piuttosto finiranno quelli che, ne abbiamo tanti di esempi, si sono, improvvisamente ed iniquamente arricchiti vendendo plastica e derivati. Potete capire cari amici,fratelli granata, che veleno c’è dentro di me. In questi ultimi anni, anche per alleviare il dolore dello scempio in atto, ho creato in questo paese tutto il movimento calcistico giovanile:pulcini, esordienti, giovanissimi, allievi vestendoli di granata dalla testa ai piedi, avendomi spesso regalato con le loro genuine prestazioni delle sensazioni incredibili, rivedendo in loro le varie gesta dei campioni morti a Superga tragicamente e che non nasceranno mai più perchè i valori di quei tempi erano sportivi, quelli di oggi sono originati, come dice il poeta latino, “DALL’AURI SACRA FAMES”. [Nativo]
Padre Lorenzo Mastrocinque
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Montecalvo, maxi rissa in centro due ragazzi feriti con bastoni e coltelli
[Ed. 00/05/2004] Montecalvo Irpino AV – Momenti di tensione in pieno centro cittadino. Intorno alle 20.00 due gruppi di persone si sono fronteggiati a suon di schiaffi, pugni e calci ed anche coltellate. Si è trattato di una vera e propria rissa in stile far west. Testimoni parlano della presenza anche di catene. Altri riferiscono di uomini a bordo di auto nel tentativo di investire gli avversari che hanno reagito colpendo i parabrezza con oggetti contundenti. Nell’episodio sono rimaste coinvolte circa dieci persone. Due ragazzi sono stati accoltellati e trasportati all’ospedale di Ariano Irpino. Le loro condizioni, però, non sono gravi. Altre dieci hanno cercato di sedare gli animi. In centinaia, soprattutto donne e bambini, hanno assistito alla scena che si è svolta in corso Vittorio Emanale, sul corso che tradizionalmente ospita il passeggio domenicale. Chiuse immediatamente tutte le attività commerciali. Pare che la scaramuccia sia partita in un bar. Allo stato attuale non si conosce il motivo che ha scatenato la rissa. Comunque sono stati usati oggetti contundenti come l’espositore delle civette dei giornali. Uno dei coinvolti nell’episodio, infatti, ha usato l’oggetto metallico come arma di difesa. Alla fine il bilancio è di diversi feriti, tra cui uno ha riportato una lesione al collo dovuta ad un colpo di catena. Sul luogo i Carabinieri della locale stazione guidati dal maresciallo Vincenzo Vernucci e le volanti accorse in appoggio da Ariano ma all’arrivo dei militari gli animi si erano già quasi sedati. Rimaneva solo alcune persone le altre si sono date alla fuga. Durante la notte i carabinieri hanno dato la caccia agli autori della rissa. Si cercano anche due albanesi. Sembra che si sia trattato di una spedizione punitiva organizzata per rimediare ad un’offesa subita la notte precedente. Già nella serata di sabato, infatti, c’era stato un episodio simile. Alcune persone, intorno alle 23.30, avevano dato vita ad un’altra rissa. A scatenare l’episodio sembra siano stati degli apprezzamenti fatti in un bar. Un episodio di poco conto che però è finito in rissa. Addirittura, sembra che i due autori della scaramuccia iniziale siano andati via senza nessuno scontro fisico. A continuare, secondo le testimonianze raccolte dai carabinieri, sono state altre persone. Insomma non ci sarebbero veri e propri motivi all’origine dei fatti. Nella notte di sabato intorno alla mezzanotte Montecalvo era pattugliata da 4 volanti dei Carabinieri ed una gazzella della polizia. Uno spiegamento di forze inusuale per la cittadina che, tradizionalmente, è un posto tranquillo ma che periodicamente si trasforma in un ring a cielo aperto. [Nativo]
Angelo Corvino
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Visita alla casa generalizia delle scuole pie
[Ed. 01/04/2003] Roma – Visita alla casa generalizia delle scuole pie. Foto Franco D’Addona
Redazione
Didascalie
- Statua di S. Pompilio M. Pirrotti Venerata nella chiesa di S. Pantaleo delle Scuole Pie.
- Altare che custodisce il corpo di S. Giuseppe Calasanzio fondatore delle Scuole Pie
- Il letto ove mori S. Giuseppe Calasanzio
- Cella di S. Giuseppe Calasanzio – Scrittoio
- Il reliquiario che conserva, incorotti, la lingua e il cuore del santo di S. Giuseppe Calasanzio
- Una delle tele di S. Pompilio Pirrotti custodite nella pinacoteca della casa generalizia
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Montecalvo: si apre il confronto per i delegati alla Comunità Montana
[Ed. 18/09/2004] Montecalvo Irpino AV – Cè fermento nelle forze politiche, sia nella maggioranza che nella minoranza. Nel gruppo che guida l’amministrazione comunale è aperto il confronto per l’individuazione dei delegati alla Comunità Montana. Al comune di Montecalvo spettano tre seggi nel parlamentino extracomunale dei quali due alla maggioranza ed uno alla minoranza.
Un posto dovrebbe essere ad appannaggio dell’ assessore Giacomo Pepe dello SDI ,come accordo pre elettorale, per il secondo posto, invece, è aperto il confronto. Circola voce che dovrebbe essere assegnato al vice sindaco Giovanni Iorio ma nel gruppo di maggioranza esistono dei malumori
Prima di tutti a richiedere una certa visibilità sarebbe il consigliere Guido Palladino, assessore nella giunta Caccese rimasto escluso dalla ripartizione delle deleghe di giunta del nuovo esecutivo cittadino. Palladino, infatti, già in passato è stato componente dell’organismo sovra comunale e avrebbe intenzione di ritornarci in modo da avere, anche lui una certa visibilità politica ma non è dello steso avviso una parte della coalizione. A questa ed altre situazioni, secondo i bene informati hanno spinto un gruppo in seno allo maggioranza nei tentativo di creare una corrente composta da quattro consiglieri comunali, che avrebbe intenzione di fare fronte comune e mettere, per così dire, le briglie al primo cittadino. Sempre secondo i ben informati la nuova corrente avrebbe già tre esponenti e cercherebbe il quarto. Altro elemento sarebbe una forte conflittualità con l’assessore Serafino. Sul fronte della minoranza è Carlo Pizzillo a far sentire la sua opinione affidata ancora un volta all’organo di diffusione ufficiale del movimento il sito www.alternativapermontecalvo.it. Qui il capo dell’opposizione, ancora un volta nel forum con gli elettori ha espresso sue lamentele per come viene gestita l’informazione da parte dell’esecutivo. Al centro della contestazione la riunione sul Piano Integrato Rurale del quale Montecalvo si propone come capofila e di cui l’opposizione ha appreso dell’esistenza dalle colonne del nostro giornale Questo, secondo Pizzillo è un fatto che la dice lunga sui modi della maggioranza e su come cerca la collaborazione dell’opposizione. [Nativo]
Angelo Corvino
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Ogni anno torna a Montecalvo per riabbracciare mamma Rosa
[Ed. 20/01/2008] Montecalvo Irpino AV – La storia della famiglia Pizzillo scorre tra le dita della signora Fiorella, settima e ultima figlia di Filippo e Rosa, che sfogliano gli album fotografici e i ricordi di una generazione in bianco e nero. Lei è nata vent’anni dopo Antonio, il fratello maggiore andato via di casa che era soltanto un ragazzino, eppure parla di lui come se non fosse mai partito, come se fosse rimasto sempre qui, a Montecalvo. Invece con Antonio che dal 1967 vive in Guatemala sono poi emigrati, uno alla volta, anche gli altri fratelli. Solo Fiorella non ha lasciato il paese e mamma Rosa, che ha quasi novant’anni, e vive ancora nella casa di campagna dove con l’aiuto di papà Filippo, deceduto nell’82, ha allevato la numerosa prole. «L’affetto che mi lega ad Antonio è indescrivibile – ha esclamato la più piccola dei Pizzillo – E pensare che tra me e lui c’è una notevole differenza d’età, eppoi è stato sempre in giro, sempre in viaggio, eppure il nostro rapporto è così affettuoso e saldo. Provo una sincera ammirazione per la tenacia che ha. Mette l’anima in tutto quello che fa». Hanno gli stessi occhi, gli stessi lineamenti, Fiorella e Antonio, che sono poi quelli ereditati dalla signora Rosa che in Guatemala è stata ben cinque volte. Anche lo spirito avventuriero è lo stesso. «Tra tutti i figli che ho – ha affermato la matriarca dei Pizzillo – Antonio è sicuramente quello più legato a me. È un mammone. Mi ha detto che d’ora in poi tornerà spesso al paese perchè vuole stare più tempo vicino alla sua mamma. Un modo per aggirare le distanze e recuperare quel tempo trascorso in fretta, e altrove, in un posto tanto lontano che si fatica pure a trovare su una mappa geografica tanto è piccolo e nascosto in quella sottile lingua di terra che unisce i due continenti americani». E lì che il costruttore Antonio Pizzillo risiede dal giorno del matrimonio con la signora Celia Oliveiro, madre dei suoi due figli, Fabrizio e Alessandro. Quando sfiora le foto di quelle nozze esotiche e solitarie gli occhi chiari di Fiorella si rigano di lacrime. Le vite parallele dei Pizzillo si incontrano a Montecalvo almeno una volta l’anno. Allora tutta la famiglia, sparsa per l’Italia e per il mondo, si ritrova attorno all’arzilla mamma Rosa che benedice figli, nipoti e pronipoti. Nel cuore e nelle parole della mamma oggi c’è soprattutto quel figlio che sta così lontano, quel primogenito che lasciò gli studi per aiutare la famiglia, per portare presto i soldi a casa. «Mio cognato è tenace e determinato – ha affermato Luigi Zarrillo, professore di francese – È un irpino caparbio, e per questo, ma anche per la sua straordinaria intraprendenza negli affari, che ha ricevuto molti riconoscimenti in Guatemala». [Nativo]
Il Mattino
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Ha costruito in Guatemala residence
Barbara Ciarcia
Antonio Pizzillo [Ed. 20/01/2008] Nel Paese dell’eterna primavera Antonio Pizzillo ha scelto di passare le stagioni della sua vita. In Guatemala è finito per un inciampo del caso, e per amore della moglie Celia. Per lavoro ha girato mezzo mondo. Nella metà degli anni sessanta, durante un viaggio, incontra quella ragazza dal sangue misto, figlia di un italiano e di una panamense, che cambierà il percorso della sua esistenza. Con lei progetta il suo futuro in una terra esotica e ancora ignota. La parabola di un uomo che si è fatto da solo, e che ha fatto e rifatto il piccolo Stato dell’istmo, inizia però lontano da qui, in una contrada di Montecalvo irpino. Antonio ha tredici anni, e le idee già chiare, quando va via di casa e saluta mamma Rosa promettendole di tornare presto e con tanti soldi. Papà Filippo, agiato proprietario terriero e valoroso soldato al fronte, è stupito dal coraggio di quel primo figlio che non ha visto crescere, ma non si oppone e lo lascia andare. A quel tempo la terra rendeva poco, meglio il mare: e così Antonio partì marinaio su una nave per nove lunghi anni. Seguì il congedo dalla Marina italiana, e di nuovo le faticose trasferte su terraferma come tecnico specializzato per conto dell’Italsider, prima a Genova e a Taranto, poi in Africa per la Snam. Antonio riprese a viaggiare come un nomade fino al giorno dell’incontro fatale con la fascinosa studentessa che lo ha condotto alla scoperta e alla conquista del Guatemala. Il paese delle meraviglie presto fu scosso e rivoltato da sanguinari e spregiudicati dittatori che hanno ridotto la popolazione alla miseria, ma per fortuna non Antonio Pizzillo che è riuscito comunque a realizzare la sua sconfinata opera imprenditoriale. I progetti in cantiere per un nuovo e dinamico Guatemala gli hanno salvato la vita, e lo hanno messo al riparo dai pericoli e dai regimi che pure si sono susseguiti negli ultimi decenni nello Stato amerindo. Lui pertanto, in mezzo alle turbolenze, ha tirato sù villaggi residenziali sulla costa del Pacifico, e li ha battezzati con i nomi di Montecalvo, Buonalbergo, Casalbore. I paesi della sua infanzia, della sua valle, quella del Miscano, che pure ha picchi e crinali morbidi come le sagome degli altipiani latinoamericani. E ancora Pizzillo ha creato una grande scuola privata nella zona residenziale di Ciudad de Guatemala, la capitale del Paese, gestita dalla consorte e dal figlio Alessandro, e centri di distribuzione commerciale, motel, aziende: in una sola parola ha dato lavoro a centinaia e centinaia di guatemaltechi. «Mi ritengo certo un fortunato – sostiene Pizzillo, imprenditore simpatico e vulcanico – ma ho sempre lavorato moltissimo per ottenere risultati gratificanti. Non mi reputo un ricco e ozioso milionario, piuttosto un onesto e infaticabile operaio. La fortuna poi va inseguita e coltivata, specie in un Paese come il Guatemala che ha avuto alterne fortune sociali e politiche». Mentre lo Stato faceva i conti col suo passato e ritrovava la sua giusta forma di governo Antonio Pizzillo produceva, e continua a produrre, ricchezza per sè e per tanti indios che lavorano alle sue dipendenze. [Nativo]