• Cultura

    UNA CELLULA TEMPLARE PISANA IN TERRA DI CAPITANATA

    G.B.M. Cavalletti

    Dagli inediti cabrei della commenda gerosolimitana di Troia, tra le più antiche d’Europa, la clamorosa scoperta che questa fu una fondazione templare della città di Lucca, dipendente dal gran priorato di Pisa. Non si chiamò, in origine, così come la storiografia ce l’ha tramandata, di «San Giovanni Battista di Troia», ma dei «Santi Pietro e Giovanni di Lucca».

    Troia, Foggia, Manfredonia, il fiume Rivoli, Biccari, Ariano Irpino, Apice e Montecalvo Irpino, furono le sue grance; Calore, Miscano, Celone, Ufita e Carapelle i suoi fiumi; Rivoli e Manfredonia, i suoi porti; il Regio Tratturo Pescasseroli-Candela e la consolare via Traiana furono le sue strade; la valle del fiume Miscano, strategica cerniera tra il nord e il sud della penisola italica, passo obbligato per le avventure crociate e i commerci mediorientali, fu la sua culla; il ponte del Diavolo in Montecalvo Irpino, come sorta di esorcismo detto anche di Santo Spirito, fu la linfa ispiratrice di storie e leggende. Chi volesse approfondire puo’ leggere il mio saggio pubblicato nel n.ro 3, anno 2021, della rivista «l’Universo» dell’Istituto Geografico Militare di Firenze.

    Didascalia  foto (da sinistra guardando):
    1 Montecalvo Irpino, ospedale di S. Caterina d’Alessandria – Secolo XII-XIII – prospetto est.
    2 Stemma dell’università di Montecalvo sormontato dalla croce templare. Particolare dalla pergamena del 23 dicembre 1484 in archivio D’alessio Trancucci Montecalvo Irpino (in basso).
    3 Montecalvo Irpino – Oasi francescana Maria Immacolata.
    Formelle gerosolimitane già facenti parte del portale della chiesa di Santa Maria Maddalena in Montecalvo.
    4 Montecalvo Irpino, chiesa di S. Sebastiano «degli Spagnoli», detta del Carmine – Statua lignea Madonna del parto raffigurante la Vergine della Libera con croci templari nel palmo delle mani.

    *chi volesse approfondire puo’ leggere il mio saggio pubblicato nel n.ro 3, anno 2021, della rivista «l’Universo» dell’Istituto Geografico Militare di Firenze.

  • Cultura,  Cultura orale

    LI DITTI ANTICHI NUN FALLISCINU MAI (I detti antichi non falliscono mai)

    Mario Corcetto

    La presente raccolta riunisce 418 proverbi in vernacolo montecalvese, non proverbi “montecalvesi”, perché certamente non tutte le massime raccolte sono state coniate a Montecalvo, anche se comunemente usate nel quotidiano. Larghissima parte di esse credo provenga da paesi e popoli vicini, con cui i montecalvesi hanno interagito in passato. Sono entrati a far parte della nostra tradizione, oserei dire ammesse, non prima di avere subito una sagace selezione da parte dei nostri padri che, in quanto ad acume, non li si può ritenere secondi a nessuno. Nel raccoglierli, ho cercato, con rigore metodologico, di tenermi lontano da ogni contaminazione esterna, dovuta ai contatti con persone provenienti da tutt’Italia, che avrebbe potuto compromettere il lavoro di recupero sperato. Per questo motivo, ho trascritto soltanto quei proverbi che sono assolutamente certo di aver sentito dire a Montecalvo.

    E’ stato per me divertente scavare nei miei ricordi ed annotare, man mano che mi sovvenivano, queste massime che, se ne può convenire, sono delle vere e proprie perle di saggezza. Esse, con poche parole, riescono a sintetizzare giudizi, dettami o consigli che derivano da esperienze comuni di vita vissuta. Si tratta di confortanti pensieri di verità, capaci di esorcizzare paure, preoccupazioni ed incertezze, fornendo una chiave di lettura dei fatti umani, stemperandone a volte la gravità con la mera testimonianza del già vissuto. Quasi una sorta di nobilitazione dei fatti ordinari e delle miserie, che possono così assurgere a “cultura”. Li potremmo definire delle istantanee di esperienze, capaci di immortalare un sentire piuttosto che un vedere! Sono tutti belli. Alcuni li ho trovati esilaranti, come la pretestuosa condizione de “Lu mijézzu puórcu miju lu vogliu vivu” (Il mio mezzo maiale lo voglio vivo), altri amari, altri poetici… qualcuno forse un po’ scurrile. Ma tutti profondi e capaci di esprimere e tramandare il sapere popolare meglio di qualsiasi trattato. Oltre ad evidenziare una spesso misconosciuta nobiltà d’animo del popolo montecalvese: “A la casa di lu pizzente nu’mmanchino maj li tozzira” (Nella casa del povero non mancano mai i tozzi di pane): per dire che il povero, più che il ricco, sa essere disponibile verso chi è nel bisogno.

    Molti li ho “testati” fuori sede! Ricordo di aver sollecitato una pratica ad un collega di Trento, apostrofandolo dicendo che “La cera si cunzuma e la prucissione nu’cammìna” (La cera si consuma e la processione non cammina). Ai miei diretti collaboratori dicevo spesso: “Ti sacciu piru a la vigna mija” (Ti conosco pero alla mia vigna) per richiamare coi piedi per terra chi tendeva a sopravvalutarsi. Ad un collega che si era venuto a sfogare per l’incauto acquisto di una macchina usata, rivelatasi una fregatura, dissi che: “Lu ciucciu viécchju a la casa di lu fessa móre” (L’asino vecchio in casa del fesso muore). Debbo dire che hanno tutti centrato l’obiettivo! Ho sempre strappato un sorriso ed ottenuto l’effetto sperato.

    Citandoli, non ho fatto altro che esportare saggezza, non mia certamente, ma dei nostri avi.

    Questi proverbi, spesso in metafora, talvolta in rima, hanno tutti la caratteristica di non stigmatizzare comportamenti, quanto di tesaurizzare le esperienze per evitare che si ripetano gli errori commessi.

  • Beni,  Beni artistici e storici,  Cultura

    La LAPIDE di contrada PRATOLA

    Mario Sorrentino

    [Edito 28/03/2011] Lapide apparentemente di marmo, ora scomparsa, ma certamente esistente sino al 3 novembre 2003 (come provano queste immagini). Era usata come coperchio di una fontana abbeveratoio in località Pratola di Tressanti (territorio di Montecalvo Irpino). Delle dimensioni di cm. 40 x 60, recava incisa la seguente epigrafe che non risulta repertata nel Corpus Inscriptionum Latinarum:

     

    “GAVOLEIAE . P . F . R(VFAE)

    O . SEPPIO . Q . F . RVFO

    EX . TESTAMENTO

    ARBITRATV

    CRITTIAE . M . F . POLLAE”,

     

    la cui traduzione probabile è “Morto Quinto Fabio Rufo Seppio, per testamento e (successivo) arbitrato di Crizia Paolina, mater familiae, ( la cosa su cui insiste la presente lapide) appartiene a Gavoleia (?) Rufa, pia foemina.”

    Questa era l’unica epigrafe non funeraria esistente in prossimità di un ager romano probabilmente urbanizzato ai tempi di Cornelio Silla (I sec. a. C.), in località Pratola di Tressanti (v. Sez. n. ). [Nativo]

     

  • Approfondimenti,  Politica

    Viaggio nel mondo della politica. Un simpatico incontro

    Alfonso Caccese

    [Ed. 00/02/2004] Montecalvo Irpino AV – In uno dei tanti pomeriggi mesti e silenziosi ci siamo imbattuti in un gruppo di anziani che seduti su una panchina in piazza Carmine, discutevano di quello che a loro in questo momento interessa di più:lo stato ed il futuro del sistema pensionistico. Incuriositi dal caloroso tono della discussione ci siamo avvicinati e pian piano siamo entrati nella discussione che volutamente abbiamo fatto scivolare su problemi di politica locale. Abbiamo chiesto il loro parere sui comportamenti degli amministratori attuali e se erano soddisfatti del loro operato. Ci hanno risposto,con ampi gesti di rassegnazione,che più di tanto non potevano fare per il paese, vuoi per la scarsa capacità progettuale degli assessori locali vuoi per la grande confusione che regna a livello di competenza provinciale,regionale e nazionale, e che nonostante tutto l’amministrazione guidata dal sindaco uscente Alfonso Caccese è stata di garanzia alla conservazione dei diritti inerenti alla loro condizione di anziani. Su alcuni giovani assessori colorito e netto è stato il giudizio:”songu buoni uagliuni ma non ea cosa loro piglià lu posto di Fonzo”,tradotto per i non montecalvesi :”sono bravi ragazzi ma non è nelle loro capacità sostituire il sindaco Alfonso. A questo punto abbiamo chiesto loro come giudicano il fatto che il sindaco non si possa più candidare. Scrollando le spalle il più anziano di loro ci dice che moralmente la legge è giusta, ma si mostra preoccupato “pi dinta a quali manu amma ii a finii”,non sapendo indicare quale possa essere la persona giusta alla carica di sindaco:“ci stà quaccheduno che ci sape fà pi la gente ma nunnea come l’ati ch’anno diventatu sinnaco”. Di nomi neanche a parlarne sottovoce paventando una discrezionalità di antica data e saggia esperienza. Nonostante  l’incontro volga al termine hanno uno scatto,un sussulto e nel momento in cui stiamo per lasciarli ci chiedono all’unisono:”e bbui co’ chi state”, cu’ li russi o cu’ li janchi?”,impreparati nel rispondere all’inaspettata domanda rispondiamo amaramente “cu nisciuno”. [Nativo]

  • Calcio,  Sport

    Il Montecalvo batte la Bisaccese 4 -1

    Generoso Maraia

    [08/01/2004] Montecalvo Irpino AV – La squadra di mister De Feo doma la Bisaccese ed inizia nel modo migliore il nuovo anno. Per gli uomini di mister Cela la sconfitta di ieri pomeriggio significa abbandonare il sogno di vincere il girone d’inverno. Una partita che gli ufitani hanno saputo interpretare, fina da subito, meglio rispetto ai ragazzi di mister Cela, infatti già al 4pt sono andati in bambola sul contropiede di Zugaro. Fortunatamente sono riusciti a mettere la sfera sul fondo. Ma al 10pt i padroni passano in vantaggio con Musto che chiude nel migliore dei modi la triangolazione con Impronta. Il vantaggio da morale ai padroni di casa e tre minuti più tardi raddoppiano con Melillo, bravo a scambiare con Musto e a caricare il tiro. La Bisaccese accusa il colpo e non trova la forza per reagire lasciando dettare i ritmi di gioco ai padroni di casa che al 18pt vanno vicini al terzo goal con Varricchio, ma Cola non si lascia sorprendere e neutralizza. Al 22pt sono ancora i padroni ad andare vicino al terzo goal questa volta con Impronta. Al 25 gli ospiti si fanno vedere nella metà campo del Montecalvo conquistando una punizione da posizione interessante, ma il tiro di Grippo viene facilmente parato da De Mizio. Al 45’ quando tutti ormai pensano all’intervallo Impronta inventa una delle sue magie calcistiche facendo esplodere l’urlo degli oltre 400 tifosi presenti sugli spalti. Nell’intervallo di mister Cela striglia i suoi ragazzi ed i risultati subito si vedono in campo. Infatti la squadra entra in campo con maggiore convinzione ed incisività ed al 6st Di Pippo accorcia le distanze. Qualche minuto più tardi è Stabile a provarci, ma De Mizio è pronto ad allontanare il pericolo. Al 24st il giovane D’Andrea cambia gioco e lancia Musto dalla parte opposta. Il fantasista arianese si invola verso la porta di Cola, ma viene atterrato. Per il direttore di gara è calcio di rigore. Dagli undici metri si porta lo specialista Impronta che spiazza il portiere e realizza il quarto goal. Dopo il quarto goal la Bisaccese tira i remi in barca e si limita a contenere le volate degli attaccanti di casa. Al 40st, comunque, si rende ancora pericolosa su calcio piazzato con Annunziata. Sul finiere di partita la squadra di casa ha avuto ancora due grosse occasioni per incrementare ancora di più il bottino, ma prima Cola si oppone a Maraio, da poco entrato in campo, e successivamente è il palo a respingere la punizione di Zugaro. Dunque una vittoria meritata per i ragazzi di mister De Feo che hanno saputo dominare e vincere contro un avversario ostico ed imprevedibile. Per i ragazzi di mister Cela le difficoltà provocate dalla neve si sono viste ed il quattro a uno è un’emblematica dimostrazione di quanto il lavoro infrasettimanale sia di vitale importanza. Foto: Generoso Maraia [Nativo]

  • Il nostro passato,  Storia

    L’eroicità del Ten. Vincenzo Lo Casale

    COMBATTIMENTI DI SEROBETÌ E DI AGORDAT PRESA DI CASSALA

    Alfonso Caccese

    [Ed. 00/01/2004] Il 21 Novembre 1888, con il grado di Tenente del 1° reggimento Cacciatori del corpo speciale d’Africa, partiva per la campagna d’Africa il nostro concittadino Vincenzo Lo Casale. Nato a Montecalvo Irpino il 12 ottobre 1856 da Luigi e da Sanità Diomira, aveva preso in moglie, l’8 marzo 1897, la Signora Clelia Zanetti.
    In Africa, prese parte alle campagne del 1888 -89 – 90, distinguendosi per eroicità e valorosità. Il 4 febbraio 1894, veniva decorato con la medaglia di bronzo al valor militare per il combattimento di Agordat, dove si distinse per impeto e coraggio,quando verso la metà del dicembre del 1893 circa diecimila Dervisci mossero da Cassala verso Agordat e giunsero in vista di quel forte il 21 di quel mese, fermandosi tra i villaggi di Algheden e Sabderat. A fronteggiarli corse il colonnello ARIMONDI, governatore interinale della colonia in assenza del generale BARATIERI allora in Italia; aveva a sua disposizione il battaglione Fadda, il battaglione Galliano, lo squadrone Asmara (cap. FLAMORIN), lo squadrone Cheren (cap. CARCHIDIO), la batteria Ciccodicola, la batteria Bianchini e la banda del Barca del tenente MIANI; in complesso 42 ufficiali, 32 uomini di truppa italiana, 2106 ascari, 213 cavalli e 8 cannoni, oltre la compagnia Persico con le bande dell’Acchelè-Guzai, in marcia verso Agordat. Comandante in seconda era il ten. col. CORTESE. Verso il mezzogiorno del 21 dicembre 1893 l’ ARIMONDI fece muovere all’attacco l’ala destra, ma questa, sopraffatta dal numero dei nemici, dopo un furioso combattimento, dovette ripiegare ordinatamente, lasciando una batteria e costringendo al ripiegamento anche l’ala sinistra. Verso le ore 13 però, entrate in azione le riserve, gli italiani passarono al contrattacco, respinsero i Dervisci, riconquistarono i pezzi e, dopo sanguinose mischie, misero in rotta completa il nemico, che fu inseguito per alcune ore.
    Brillanti furono i risultati della vittoria: i Dervisci lasciarono sul terreno 1000 morti, 72 bandiere e oltre 700 fucili; gli Italiani tre ufficiali morti, due feriti e 230 uomini di truppa morti e feriti. Fra i nemici morti si annoverò l’emiro Ahmet M, comandante supremo. Per togliere ai Dervisci un’importantissima base d’operazione contro la Colonia Eritrea, il generale BARATIERI decise di assalire Cassala, sebbene questa città non fosse compresa nella nostra zona d’influenza, e il 12 luglio del 1894 radunò ad Agordat il corpo che doveva operare, composto del I Battaglione Indigeni del maggiore TURITTO (3 compagnie coi capitani SEVERI, SPREAFICO e SANDRINI), del II Battaglione Indigeni del maggiore HIDALGO (5 compagnie coi capitani MARTINELLI, BARBANTI, MAGNAGHI, ODDONE e il tenente BERUTO), del III Battaglione Indigeni del capitano FOLCHI (3 compagnie coi capitani CASTELLAZZI e PERSICO e il tenente ANGHERÀ), della 2a compagnia Perini del IV Indigeni, dello squadrone Cheren (cap. CARCHIDIO), e della sezione d’artiglieria del tenente MANFREDINI, in tutto 1600 uomini, dei quali 56 ufficiali e 41 uomini di truppa bianca; in più 145 cavalli, 250 muli e 183 cammelli.

  • Costume e Società

    A televisione

    Mario Corcetto

    Tra i ricordi della mia prima età, un posto di rilievo occupa la televisione e le emozioni che l’arrivo del piccolo schermo seppe regalare ai montecalvesi di allora. Non so quanto internet e la tecnologia di oggi abbiano saputo dare alle moderne generazioni in termini di emozioni. Dubito, però, che i nostri giovani possano aver provato le nostre sensazioni e che i loro animi abbiano vibrato quanto i nostri di fronte alla scatola magica da cui uscivano immagini e suoni. E non certo perchè i giovani di oggi sappiano emozionarsi meno, quanto perchè per noi la televisione non era l’evoluzione di qualcosa preesistente, non si aggiungeva a niente. Se non forse al cinematografo, che, tuttavia, non si presentava così aderente quotidianità.

    Non avendone la competenza, non posso parlare né degli aspetti sociologici né degli innegabili meriti dello strumento televisivo, che indubbiamente ha rappresentato un validissimo mezzo di divulgazione di cultura, usi e costumi contribuendo non poco ad italianizzarci ed a perfezionare quel processo integrativo iniziato con l’Unità d’Italia.

    Posso solo raccontare delle emozioni che l’esordio di tale mezzo seppe regalare a noi teleutenti di allora, peraltro in maniera ancora tanto discreta da non saturare la vita e l’animo di ognuno. Lasciando in tutti ancora lo spazio per continuare ad emozionarsi e a sognare in proprio.

  • Editoria

    Contributi per la Storia di Avellino e dell’Irpinia – Volume IV

    Giovanni Bosco Maria Cavalletti

    [Ed. 00/02/2022] Ancora una volta lo storico avellinese Armando Montefusco ci sorprende con una delle sue pubblicazioni, come sempre impreziosita dall’impeccabile impaginazione e dalla magnifica grafica dell’ottimo Geppino Del Sorbo, destinate, per la grande valenza scientifica che le contraddistingue, a diventare punto di riferimento per quanti vogliano avvicinarsi alla linfa delle nostre comuni radici sannito-irpine.
    Le 375 pagine del sudato lavoro si aggiungono alle altre 2.435 distribuite tra i primi tre volumi, i precedenti due tomi de «I Gesualdo nella Storia e nelle Genealogie del Regno» e il volume unico «Monografie per la Storia di Avellino».
    Un lavoro imponente paragonabile, per mole e valore storiografico, alle monumentali edizioni storico-araldiche del XIX secolo.
    A differenza di queste, però, le opere dell’amico Armando si allargano ad un contesto molto più ampio, abbracciando i vari settori culturali della nostra provincia: la ricostruzione degli alberi genealogici, resa vitale dalle note biografiche e da una narrazione spesso aneddotica; la riscoperta e la riproposizione ai lettori dell’ingente patrimonio architettonico, artistico e ambientale dell’intero territorio provinciale; le straordinarie ricostruzioni urbanistiche del capoluogo, ma anche di molte delle nostre contrade, frutto, il più delle volte, dei ben noti infausti eventi come i terremoti e le epidemie; offrono il destro, di volta in volta, per ricordare eventi e persone del nostro passato che grazie alla rinnovata visibilità che da tali libri riemerge, rivivono restituendoci spaccati di vita di un tempo che solo agli occhi di chi non vuol vedere appare lontano.
    Il corposo corredo grafico e fotografico, frutto anch’esso della professionale ricerca dell’autore presso i ricchi fondi archivistici, quelli dell’Archivio di Stato di Avellino in particolare, virtualmente ci restituisce pezzi importanti di quel mondo già vissuto dagli avi e preziosa eredità, oggi, per chi voglia costruire un futuro che non prescinda dalla storia passata. E’ in questa luce che “Piazze, Chiese, Strade, Fontane ed altre opere di Pace Tra Ottocento e Novecento”, giusto per restare ai contenuti della nuova opera, riemergono dal soporoso oblio delle distratte comunità; riaccendono il nostro orgoglio di eredi e stimolano un rinnovato amore per la Terra di appartenenza.
    “Perla” tra le perle, è la descrizione dell’antico e scomparso feudo di Corsano, “Capitolo 8°/ Montecalvo e il Feudo di Corsano/ Una perla della Valle del Miscano” (pp. 204-239), che fa rivivere la storia della mitica terra corsanese, affascinante nelle memorie di ferali epidemie e di inquietanti invasioni di serpenti; generosa di cavalieri offerti alle belliche imprese delle epiche crociate; patria del beato Felice, attivo protagonista nell’agone teologico dell’era luterana e abitatore della celebre grotta delicetana (Deliceto-FG) che porta il suo nome, fonte ispiratrice di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori che al suo cospetto donò al mondo le celestiali note di “Tu scendi dalle stelle”.

    [Montefusco A., Contributi per la Storia di Avellino e dell’Irpinia – Volume quarto, Ed. CORRIERE, Rotostampa srl – 2021]

  • Calcio,  Sport

    Utile pareggio del Montecalvo con il Carotenuto

    De Feo

    [Ed. 13/01/2004] Montecalvo Irpino AV – Il Montecalvo frena la sua corsa e non va altre lo zero a zero contro i ragazzi di mister Vasta. Una partita, comunque, condizionata da un’espulsione durante il rientro negli spogliatoi alla fine della prima frazione di gioco. Infatti durante il rientro Mainiero del Montecalvo ha colpito Acierno, colpevole di aver commesso un brutto fallo su un giocatore di casa allo scadere del tempo,ed è stato espulso. Per quanto riguarda, invece, la cronaca della partita sono gli ospiti ad avere la prima palla per passare in vantaggio, ma Acierno non approfitta dell’errato retro passaggio della retroguardia di casa. Al 12pt la squadra di casa crea il primo vero pericolo per la porta difesa da Piccolo, ma Impronta non aggancia per un soffio il suggerimento di Possemato e la sfera si spegne a fondo campo. Al 18pt un involontario passaggio del direttore di gara libera al tiro De Vita, ma senza troppa fortuna. Al 21pt il Carotenuto parte in contropiede con Monteforte il quale apre verso Ferrante che lascia partire un tiro da dimenticare. Al 25pt De Vita ancora vicino al goal, ma sulla sua strada trova la parata del portiere ospite. Al 32pt ancora una ghiotta occasione per il Montecalvo, ma il tiro di Zucaro viene ribattuto dalla difesa. Un minuto più tardi sono ancora una volta i padroni di casa a sfiorare il vantaggio sfortunatamente Impronta non ne approfitta. Al 42pt Acierno approfitta di un’indecisione del centro campo e si invola verso la porta difesa da De Mizio. Ad un certo punto prova il pallonetto che finisce abbondantemente fuori. Al 43pt sono ancora gli ospiti a rendersi pericolosi questa volta con Petrillo. Il primo tempo di gioco finisce in parità, ma durante il rientro c’è un po’ di confusione ed il direttore di gara espelle Mainiero. Al rientro se pur con un uomo in meno la squadra di casa inizia all’attacco la gara, ma la prima occasione è ancora per il Carotenuto con Acierno. Al 6st Musto ci prova con una gran botta da fuori area, ma trova Piccolo pronto alla parata. Al 13 il Carotenuto risponde con Romanini, ma il suo tiro esce di poco. Al 25st De Mizio salva il risultato sulla botta di Del Nastro. Sul capovolgimento di fronte Impronta ancora una volta spreca una buon’occasione per portare i suoi in vantaggio. Al 30st Monteforte da calcio piazzato mette di poco alto sulla traversa. Al 40st Musto si libera e lascia partire il tiro sul quale Piccolo non si lascia sorprendere. Allo scadere i padroni di casa ancora una volta vicini al gola del vantaggio, ma il tiro di Maraio viene parata da Piccolo. Un pareggio tutto sommato giusto anche se i padroni di casa hanno avuto maggiori possibilità di centrare i tre punti. L’espulsione di Mainiero ha certamente condizionato la seconda parte dell’incontro. Il Carotenuto, invece, ha disputato una gara molto accorta ed alla fine ha conquistato un punto importante su un campo molto difficile. Foto: Generoso Maraia [Nativo]

    Generoso Maraia

  • Calcio,  Sport

    Con l’ Atripalda una sconfitta scandalosa

    [Ed 22/01/2004] Atripalda AV – Per colpa di un gruppo di giovanissimi tifosi locali la partita di calcio tra la formazione dell’Atletico Atripalda ed il Montecalvo stava per trasformarsi da campo di calcio in campo di battaglia. I giovani teppisti prima hanno inveito verbalmente contro il capitano degli Ufitani De Feo, colpevole a loro dire di aver acceso un po’ gli animi e poi alla fine del primo tempo hanno colpito di striscio, con una pietra, De Vita, che sportivamente non ha chiesto l’intervento dei sanitari ed è sceso regolarmente in campo nel secondo tempo. Gli ultras, se non bastasse questo, per tutto il secondo tempo hanno ripetutamente colpito la panchina ospite con numerose pietre. Infine a fine partita qualche tifoso locale è entrato negli spogliatoi venendo alle mani con il giocatore allenatore De Feo. Fortunatamente la ragione di qualche persona sensata ha avuto il sopravvento ed è riuscita a placare gli animi. Da segnalare anche il fatto che la dirigenza locale non ha chiesto la supervisione della forza pubblica, arrivata solo quando un gruppo di tifosi del Montecalvo, visto cosa stava succedendo hanno provveduto a chiamare i carabinieri. Dopo esser arrivati al campo, in due, hanno fatto davvero poco per placare gli animi. Per qual che riguarda, invece, la partita è stata condizionata dai ripetuti e grossolani errori del direttore di gara il salernitano Naddeo e dalle sue due collaboratrici ed il risultato finale punisce oltre modo gli Ufitani che avrebbero meritato anche il pareggio. In vantaggio vanno i padroni di casa al 22pt con Borrelli che approfitta di una scivolata di Cocca. Dopo il vantaggio la squadra di casa prende maggiore coraggio e qualche minuto più tardi sfiora il doppio vantaggio con Coscia. Al 27pt ancora una buona occasione per l’Atripalda, ma per un soffio non si chiude lo scambio tra Borrelli e Zottoli così De Mizio può allontanare il pericolo. Al 29’ Cocca colpisce al volto, probabilmente volontariamente, Borrelli che cade a terra. Il direttore di gara vede tutto ed espelle il giocatore ufitano. L’episodio contribuirà e non poco all’incivile risposta dei tifosi locali. Al 30pt ci prova il Montecalvo, ma Maraio viene messo giù. Ma, Naddeo, tra le proteste degli ospiti, fa cenno che si può continuare. Al 34pt il Montecalvo va due volte vicino al pareggio, ma prima è il palo a fermare la botta di Impronta e poi Di Palma quella del giovane Fioriello. In pieno recupero il Montecalvo pareggia con una gran botta di Maraio. Nel secondo tempo la squadra di casa entra in campo con maggiore determinazione ed al 1st già si rende pericolosa, ma De Mizio non si lascia sorprendere. Al 3st il portiere ospite è ancora protagonista su gran botta di Antonucci. Dopo queste due occasioni il gioco e visto al il surriscaldarsi degli animi dei giocatori e dei tifosi si deve attendere il 33st per vedere Zottoli provarci, senza troppa fortuna, con un colpo di testa. Due minuti più tardi doppia occasione per i padroni di casa, ma la difesa ospite fa buona guardia ed allontana il pericolo. Al 41st gran punizione dal limite di Borrelli con la palla che sorvola di un pelo la traversa. Al 44st l’episodio che chiude la partita, infatti il direttore di gara assegna un calcio di rigore alla formazione di casa che, a mio modesto parere ha visto solo lui. Dagli undici metri si porta lo specialista Zottoli che non fallisce. A tempo abbondantemente scaduto Zottoli realizza la sua doppietta personale approfittando di una debole rimessa dal fondo della squadra ufitana. Dunque l’Atripalda conquista tre punti importantissimi per continuare a sperare di conquistare l’Eccellenza, ma quello fatto vedere dai suoi tifosi nulla ha a che fare con il mondo del calcio. Il Montecalvo, invece, incappa nella prima sconfitta dell’era De Feo. Una sconfitta che alla vigilia poteva anche starci, ma il trattamento riservato agli ufitani sia dai tifosi che dal direttore di gara è a dir poco scandaloso. [Nativo]

    Generoso Maraia