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Antonio De Florio
Mario Aucelli
[Ed. 03/03/2003] Nato a Montecalvo Irpino il 16/06/1936. Già Dirigente Superiore della Pubblica Amministrazione, è attualmente professore a contratto presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Firenze.
Esperto di Legislazione e di Politiche Scolastiche, nella sua lunga attività professionale ha percorso, in qualità di docente e/o dirigente, vari gradi di istruzione della scuola, da quella elementare alla secondaria superiore. Successivamente è passato nei ruoli amministrativi della Pubblica Istruzione, ricoprendo gli incarichi di Provveditore agli Studi di Siena, di Firenze e di Sovrintendente Scolastico per la Toscana.
Negli studi da lui condotti, appaiono notevoli quelli sull’integrazione scolastica dei disabili, anche grazie alla sua pluriennale attività di docente nei Corsi di Specializzazione Polivalente. È stato Responsabile del Servizio Aggiornamento dell’IRRSAE (oggi IRRE) della Toscana e Vicepresidente dello stesso Istituto.
Notevolissima la sua attività pubblicistica: iscritto all’Albo dei Giornalisti della Toscana, ha pubblicato molteplici articoli sulle più importanti riviste di politica scolastica, quali: “La Vita Scolastica” (Ed. Giunti); “Vita dell’ Infanzia” (Opera Montessori); “Rassegna dell’Istruzione” (Ed. Le Monnier); “Rivista dell’Istruzione” (Ed. Maggioli); “Diritto allo Studio” (Ed. Armando).
È stato altresì Direttore Responsabile della Rivista “Scuola Toscana” e Direttore, insieme all’Avvocato Corrado Mauceri, della Collana di Legislazione Scolastica (Ed. Giunti). Le sue opere più rilevanti sono: Nuovo commentario di legislazione dell’istruzione elementare (Ed. Giunti-Lisciani); Come organizzare l’integrazione dei soggetti handicappati (Ed. Giunti-Lisciani); Handicap e funzione sociale della scuola (Ed. Del Cerro).
Ha contribuito, insieme ad altri autori, alla stesura di vari altri volumi attinenti alla politica scolastica e alla formazione dei docenti. Meritano, inoltre, di essere menzionati, per l’attualità delle loro argomentazioni, almeno i seguenti altri testi: Il nuovo ruolo del dirigente scolastico; Autonomia e dirigenza nella scuola; Il problema dell’autonomia scolastica e il ruolo del dirigente scolastico, tutti pubblicati per i caratteri delle Edizioni ETS. [Nativo][Crediti│Foto: Mario Aucelli]
[Bibliografia di riferimento]
[Aucelli M., La memoria restituita: Montecalvesi sulla cresta dell’onda , Inedito] -
Agricoltura, manodopera cara
[Ed. 00/00/0000] Montecacalvo Irpino AV – Una politica agricola più mirata atta a conferire valore al prodotto finito con un prezzo che crei redditività.
L’appello lo lancia l’assessore allo sviluppo, promozione, commercio ed artigianato Nicola Serafino del Comune di Montecalvo Irpino da sempre attento al trend economico del comparto agricolo e alle sue ricadute territoriali.
“Attualmente- spiega Serafino- i prezzi non sono sufficienti a coprire il prezzo della manodopera”.
“Questo non comporta reddito- aggiunge- e produce tagli occupazionali”.
Da qui la preoccupazione dell’assessore al ramo, che auspica un modello di politica agricola più attinente al territorio e alle sue singole esigenze, con una stabilizzazione sui prezzi, al fine di reggere anche la competitività sui mercati internazionali .
“Nonostante gli aiuti comunitari- continua Serafino- quella del settore agricolo è una crisi di ampio respiro non solo nazionale ma di carattere internazionale che si ripercuote sulle zone interne e dunque anche nel nostro territorio”.
Per l’assessore, la via per uscire dalla particolare congiuntura negativa consiste in un controllo più razionale e sapiente sui prezzi alla produzione al fine di innescare una adeguata fonte di ricchezza che abbia i suoi benefici sul versante occupazionale e lavorativo. Intanto, si muove con progetti ambiziosi il lavoro dell’assessorato allo Sviluppo del paese ufitano.
Tra le proposte da inserire all’interno del Puc (piano urbanistico comunale), avanzate da Serafino, c’è quella di realizzare un campo da golf nel territorio di Montecalvo e una pista per eliporto.
“Due programmazioni- mette in evidenza- idonee a creare sviluppo e ad attrarre, nel contempo, investitori esteri”. Previsti una serie di confronti anche con le amministrazioni del vasto comprensorio sulle politiche territoriali. [Nativo] [www.denaro.it]Redazione
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La Pacchiana
Breve descrizione del costume tipico Montecalvese
Antonio Stiscia
[Ed. 18/02/2005] Quando si parla di pacchiano,nel gergo corrente ,ci si rifà ad un modo di essere e di vestirsi stravagante e appariscente privo cioè di quella classe e/o di quel decoroso equilibrio che offende i canoni della bellezza estetica.
Non è certamente il nostro caso, il termine PACCHIANA, nella originaria etimologia, si rifà ad una manifesta voglia di divertimento, di allegria, un miscuglio di odori e sapori, di canti e tarantelle che facevano pensare alla Pacchia.
Il costume montecalvese “La Pacchiana” ;non può considerarsi nemmeno tale per il semplice fatto che viene indossato, ancor oggi, da molte donne anziane fatto questo che lo rende un reperto vivente storico, culturale, antropologico in continua evoluzione.Descrizione del vestito-costume
Intimo
Mutandoni ampi lunghi fino al ginocchio, arricchiti di merletti(puntine) di varie forme, spessori e colori, che si intravedevano nei momenti più o meno naturali del corpo e che si manifestavano durante i balli sfrenati del tempo-tarantelle… Particolarità dei mutandoni è che prevedevano uno spacco nel mezzo per consentire il rapido e riservato esercizio degli elementari bisogni corporali..
L ‘effetto, sicuramente sexy, veniva accentuato dalla presenza di Calzettoni di lana spessa, di colore nero, fermati a mezza coscia con nastri e reggi calze a molla.
I calzettoni venivano realizzati con una tecnica particolare, con 3 o 4 ferri di acciaio, che consentivano la realizzazione delle calze, quasi su misura, della fanciulla o signora che fosse, conservando quella tenuta e aderenza, necessaria nei tanti momenti della vita. (continua)
La camicia e il sottanino erano la biancheria intima, la cui funzionalità e rimarcata dalla parola, la particolarità era dovuta alla tramatura del tessuto che significava la condizione sociale della donna, ma sempre con una finezza, grazia e sapiente utilizzo dei materiali.
Le Scarpe venivano realizzate in cuoio e pelle dagli abilissimi artigiani montecalvesi (scarpari) il cui altissimo numero oltre 100, per tutto il decorso secolo,rappresentarono una formidabile realtà economica per il paese.
Le scarpe di Montecalvo, realizzate su misura, conobbero un successo territoriale grandissimo, alcuni scarpai meritarono l’appellativo di maestri (masti) per la perfezione e la bellezza delle loro creazioni.
L abito vero e proprio era cost composto:
Gonna in lana castorino di colore nero, con applicazioni in cotone e/ o filo bianco, solo sotto la parte inferiore, quella cioè non coperta dal vantesino.
Vantesino: parola di chiara derivazione latina (ante- sinum) a significare la particolare destinazione del manufatto.
Realizzato in panno di lana di colore verde erba, con ricami, applicazioni (varianti in stoffa anche di colore nero, di seta in bianco con ricami a rilievo e perline nel vestito da sposa).
Corpetto: avente la chiara funzione strategica di sorreggere il seno anche alle poco dotate, era realizzato in panno a strati e con accorgimenti nei bordi a mo di antiurto, con la funzione di tenere ben coperta la parte posteriore della cassa toracica, particolarmente vulnerabile nelle donne.
Particolarità del corpetto (buttunera) e la presenza di una doppia fila di bottoni di argento di forma discoide, aventi la funzione di mettere in risalto la condizione della donna maritata.
La Cammisola, camicia importante con pizzi agli orli di color senape e con evidenti ricami a punto croce e/o spugnetta con le iniziali della ragazza e/o della famiglia.Copricapi:
Tovaglia: copricapo in lino grezzo, che come dice la parola aveva una funzionalità che andava oltre il semplice copricapo, infatti la grandezza, la forma rettangolare e il tipo di tessuto facevano si che il copricapo, alla bisogna poteva diventare un giaciglio, una tovaglia da cucina o un necessaire per i fanciulli.
Pannuccia: copricapo in lino fine per le grandi occasioni, con ricami a punto croce e frangiatura a cascata sulle spalle.
Maccaturo: copricapo in lana di color carne (nero in caso di lutto) che cade sul laterale delle guance, ricco di frange annodate, sovrastato da ricami a bassorilievo in spugna, con motivi floreali.
Il costume da pacchiana aveva numerose varianti, dovute alla condizione della donna e infatti si ha un costume da bambina, da giovinetta, da donna promessa, da donna sposata, da vedova (tutto in nero).
Discorso a parte merita il Vestito da Sposa , che non prevede alcun copricapo, ma uno scialle in seta con fronzoli, il vestito tutto in bianco, conserva la gonna nera e un vantesino bianco ricco di ricami a bassorilievo con l’apposizione di perline anche vitree di vario colore. [Nativo] -
La Valle del Miscano – Montecalvo Irpino
Giovanni Bosco Maria Cavalletti
[Ed. 00/00/0000] Che sia lo spettacolare burrone del Fosso Palumbo ricamato di grotte arrampicantisi tortuose verso l’antica chiesa collegiata di Santa Maria, o che sia il dolce ondulare del paese che, ormai in declivi di nuove costruzioni, stringe, abbracciandolo verso l’alto, l’imponente castello feudale, Montecalvo offre, da Nord o da Sud, un primo suo volto accattivante e misterioso (foto 2). Dal grande piazzale del castello lo sguardo spazia intorno ai quattro punti cardinali. Da Ovest a Nord si domina l’intera Valle del Miscano con la vista di Buonalbergo, di Casalbore, di Ginestra degli Schiavoni, delle alture di Castelfranco e della Dormiente del Sannio. Da Sud a Est la Valle dell’Ufita con i paesi della Baronia e il massiccio del Partenio con, nelle belle giornate di cielo pulito, il santuario di Montevergine. Le gialle arenarie dei calanchi, i misti profumi di acacie e ginestre, gli orti squadrati dalle esperte mani dei contadini, ereditarie di tecniche agricole trasformate in arte dal tempo, creano una particolare attrazione che invita, man mano, l’eventuale turista o l’occasionale passante, a raggiungere il centro dell’intero contesto. E qui, tra gli sberleffi delle maschere in pietra poste a proteggere il paese dagli spiritelli maligni, nei vicoli ricchi di fregi e portali, attraversando suggestivi sottopassaggi dai quali improvvisi si offrono allo sguardo stupito sprazzi di cielo e incantevoli dirupi, e possibile rivivere le eccitanti emozioni che il grande Musorgskij dovette provare se e vero, come si ha per tradizione, che ospite al castello di Montecalvo della sua compatriota Maddalena Pignatelli, compose la celeberrima sinfonia ” Una notte sul Monte Calvo”(foto 3) . Effettivamente la duchessa Maddalena Pignatelli, figlia di Pietro Fesenko, consigliere dello zar Nicola II, aveva frequentato, in gioventù, la corte moscovita ed e probabile che li avesse conosciuto il celebre musicista. Il fascino arcano che promana dal cuore del paese, soprattutto in quelle strette e bizzarre stradine del Trappeto, ove pare che il cielo precipiti giu per calanchi, predispone il volenteroso a dare credito agli antichi racconti di streghe che avrebbero ispirato la celebre sinfonia. E cosi sembra di sentire ancora nell’aria il fruscio delle agili scope con cui le leggendarie janare, nelle tempestose notti lunari solcavano il cielo montecalvese per raggiungere il mitico noce di Benevento. E nell’origine stessa del Mito e l’inizio della storia medioevale di Montecalvo. Il Longobardi beneventani, al cui patrimonio culturale tante figure fantastiche furono attinte dagli antichi abitanti della Valle del Miscano, furono gli iniziatori cruenti di una nuova civiltà, frutto della fusione dei caratteri germanici con quelli sannito-latini attraverso la mediazione cristiana. Fu nel VI secolo che nacque l’embrione della Montecalvo attuale.
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Montecalvo Irpino – Il centro storico
[Ed. 19/01/2004] Per tornare indietro nel tempo e rivivere le storie e le leggende del passato, ripercorriamo le strade del centro storico alla ricerca di quel che resta dell’antichità. Iniziando da Piazza Porta della Terra, all’altezza dell’attuale casa comunale, vi era una piazza che tutt’ora esiste, chiamata Largo Mercato: al suo interno sul suolo occupato oggi dal municipio c’era la chiesa dedicata a S.Bartolomeo funzionante fino al 1656. Di fronte si nota il Palazzo La Vigna, situato fra l’odierna Viale Pini e Piana Porta della Terra cosi denominata per l’esistenza di una porta che chiudeva la vecchia cinta muraria di Montecalvo.
A seguito dell’ultimo sisma avvenuto il 23 novembre 1980, sono andate distrutte alcune costruzioni che attorniavano la Piazza, e Via Dietro Corte, ridandogli quasi l’aspetto di un tempo quando di là delle mura era già aperta campagna. Sul suolo dove esisteva casa Pirrotti, famiglia d’origine nobile, oggi si trova la Chiesa dedicata a S.Pompilio M.Pirrotti, figlio prediletto ed orgoglio di Montecalvo e di tutta l’Irpinia. Annesso alla Chiesa c’è l’Ente Rosa Cristini, fondato con lo scopo di educare i fanciulli. Dell’antica casa Pirrotti rimane oggi solo il portale in pietra che immette nel vecchio cortile e le cantine su cui poggiano le fondamenta.
Sul portale c’è la riproduzione in pietra dello stemma di famiglia, mentre tra la chiesa ed il cortile si trova l’archivio sacrario del Santo. Salendo verso l’odierna Piazza S.Pompilio, risalente al 1930, degradata dall’incuria degli uomini e abbandonata dagli amministratori locali, sul lato destro si ammira il Palazzo Caccese, uno tra i più imponenti per proporzioni ed eleganza architettonica. In questa piazza fino al 1930, esisteva la chiesa del santissimo Corpo di cristo, tra le più antiche di Montecalvo. Accanto alla chiesa, all’imbocco di Corso Umberto, era situato il campanile arricchito da una meravigliosa cupola d’arte gotica rivestita in ceramica di vari colori.
Allo stesso punto si apre Via S.Maria, con la bellezza dei Palazzi: Bozzuti, Pizzillo, Luparella, Caccese – Antinozzi, ancora oggi esistenti. La famiglia Bozzuti, d’origine napoletana, è una delle più nobili dell’epoca, fra I discendenti annovera, dottori, giuristi e sacerdoti, ma anche la nobile donna Orsola Bozzuti, che diventata sposa di Girolamo Pirrotti, dà i natali a San Pompilio Maria Pirrotti. La famiglia Pizziilo, arriva a Montecalvo, circa neI 1693, proveniente da Atripalda e fra i valenti giuristi, notai e la nobildonna suoi discendenti si distinguono Orsina Pizzillo, moglie d’Angelo Cammisa, discendente del più famoso Angelo,consigliere del Fernando Re I d’Aragona.
Arrivati all’ingresso del castello, ridiscendendo per un vico parallelo a Via S. Maria si può ammirare lo splendido portale del Palazzo Acquanetti, oggi totalmente restaurato, alla fine del vico, ritornando su Corso Umberto I, di fronte, si osserva, il Palazzo De Marco. Edificato nel diciottesimo secolo, oggi tornato al suo antico splendore, colpisce per la raffinatezza dei portali, le cornici delle finestre. Proseguendo per Corso Umberto I, sulla destra si ammira il Palazzo De Cillis risalente al XVII° secolo, con un interessante ed originale portale ad arco costituito da ornamenti in stile floreale e la chiave di volta che regge un grande stemma di famiglia e dei balconi, addirittura databili in età tardo rinascimentale. Poco prima del palazzo De Cillis, dove Via S. Caterina confluisce con Corso Umberto 1°, all’altezza dell’attuale Palazzo Siniscalchi, si accede ad un luogo caratterizzato dalla presenza di molti portali in pietra scolpiti meravigliosamente, denominato “Chiassetto Caccese”.
A tale zona si può accedere anche da Via Longara Fossi, attraverso un grande arco ancora oggi intatto, da dove è visibile, incastonato in un angolo del palazzo, un leoncino che sembra divorare un essere umano, simbolo della lotta tra male e bene nell’arte cristiana classica. La famiglia Caccese, d’origine Normanna, stabilitasi a Montecalvo, in seguito alle invasioni del Normanni intorno al 1100, prima nelle campagne di Corsano e dopo una mortale pestilenza, riunitasi intorno al centro abitato del nascente paese di Montecalvo,può essere considerata come una delle prime famiglie aborigena del luogo. Infatti, la presenza, ancora oggi, di moltissimi discendenti di questa famiglia, unica in Italia, dimostra l’assoluta appartenenza e coinvolgimento di questa famiglia nelle vicende storiche di Montecalvo lrpino. Ha annoverato, nel corso dei secoli, sacerdoti, giuristi, scrittori, ufficiali, sindaci, notai ed altri.
Poco lontano, uno stupendo panorama si offre, in tutta la sua incantevolezza, agli occhi dei visitatori. In lontananza si colgono le morbide linee delle montagne Sannite, ma da vicino scorgiamo un incantevole panorama della zona, forse, la più antica di Montecalvo “il Trappeto”, in tutto il suo fascino. Un costone d’arenaria che, in apparenza, dà l’immagine di un gruppo d’antiche costruzioni fatiscenti, ed invece ci troviamo di fronte a delle grotte scavate nel tufo su nove livelli, chiuse all’imbocco da una specie di facciata, che ricorda I famosi “ Sassi Di Matera”, per molti secoli adibiti ad abitazioni dove convivevano uomini ed animali. L’origine è ancora incerta, e sulle volte d’alcune grotte si possono trovare ancora oggi fossili di conchiglie Incastonate nella falda tufacea.
Al termine di Corso Umberto I, si trova la Chiesa di S. Nicola. Distrutta dal terremoto del 1930, ricostruita dopo il 1962, sorge al centro di Piazza Carmine, oggi,d’impianto moderno,con a lato una magnifica piazza che ha al centro una splendida fontana ricca di giochi d’acqua. Al suo interno è collocata la statua lignea della Madonna della Libera, molto venerata dai montecalvesi. Da poco restaurata, la statua della madonna è ritornata al suo antico splendore. [Nativo]
Alfonso Caccese
[Bibliografia di riferimento]
[Cavalletti G.B.M., Montecalvo dalle pietre alla storia, Poligrafica Ruggiero, Avellino, 1987] -
Suoni e Sapori della Valle del Miscano con Canti e Cunti Montecalvesi
Sabato 21 gennaio ore 20:00 presso l’Agriturismo Serafino Family presentazione dell’album rievocativo “Canti e Cunti Montecalvesi VOL.1” del cantore Alberto Tedesco.
Durante la serata è possibile degustare i piatti della tradizione contadina della Valle del Miscano i quali saranno raccontati attraverso le parole e i suoni che armonizzano la valle.
In questo piccolo viaggio nel passato ci sarà in formazione acustica la band Rural Jazz “Fujenti” e l’attrice Consuelo Giangregorio.
Il progetto artistico pone come obiettivo principale quello della ricerca delle tradizioni musicali che hanno attraversato il territorio. La Valle del Miscano è stata un crocevia di diverse strade di collegamento tra l’Europa e l’Oriente, questo ha fatto in modo che la nostra terra fosse contaminata da una grande diversità culturale, la quale ha dato vita ad una miscela di suoni, racconti e sapori che caratterizzano tutto il territorio. Un esempio è la cultura abruzzese che grazie alla via della Transumanza (Regio Tratturo) ha inciso molto nella storia musicale della Valle del Miscano.
Canti e Cunti Montecalvesi VOL.1 è un album rievocativo e ricalpesta le tracce lasciate dai nostri avi.
“L’idea nasce dall’esigenza di rendere accessibili a tutti i racconti e i canti della civiltà arcaica contadina Montecalvese, ogni racconto e canto che ho interpretato viene da uno studio sia intellettuale che spirituale che mi ha tenuto coinvolto negli ultimi anni. L’album è composto da nove tracce audio in cui si alternano Racconti e Canti. Per ogni singola traccia ho cercato di mantenere inalterata la terminologia dialettale e le melodie di un tempo, lavoro per me non facile perché si tratta di testi in dialetto dell’800 e di melodie difficili da recuperare, ma grazie al sostegno del prof. Angelo Siciliano e della sua ricerca sulla civiltà arcaica contadina Montecalvese (per me un pilastro portante) e grazie all’aiuto di Francesco Cardinale (ricercatore appassionato di etnomusicologia) sono riuscito ad entrare in una buona prospettiva di studio e di reinterpretazione dei Cunti e dei Canti.
Canti e Cunti Montecalvesi VOL.1 si interseca perfettamente con il progetto musicale “Fujenti”, infatti durante i concerti della band, periodici tra il Sannio e l’Irpinia, i brani eseguiti in stile World Music sono intervallati dai Cunti Montecalvesi.” –Alberto Tedesco voce dei Fujenti.
Durante la serata sarà proiettato un video riassuntivo della ricerca effettuata sul territorio da Francesco Cardinale e Antonio Cardillo (Autori di “Alan Lomax – Passaggio a Montecalvo”) nel corso degli anni, dalla quale il cantore trae ispirazione per la rievocazione
La cena sarà un vero e proprio viaggio nei sapori della Valle del Miscano, un menù ricco dell’Agriturismo Serafino accompagnerà la serata teatro-musicale.
Minestra Maritata
Polenta con “Sausicchio di Pignata”
Ruocchili e Cicatielli
Spezzatino
Dolce
E’ obbligatoria la prenotazione al numero 3356377187 (Nicola Serafino)
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Riaprono le scuole
[Ed. 15/09/2004] Montecalvo Irpino AV – Ufficialmente oggi è iniziato il nuovo anno scolastico per tutti gli studenti di ogni ordine e grado. A montecalvo, dopo anni di attesa, finalmente la popolazione scolastica ,questa volta, si è trovata di fronte a delle inaspettate novità. Infatti sono stati messi dalla dirigenza scolastica, anch’essa mutata nella figura del suo primo dirigente, i nuovi locali di Via Palombaro, dove sono state trasferite le classi della scuola elementare. Una struttura moderna e funzionale adattissima alle esigenze degli alunni che oltre ad avere arredi nuovi, avranno a disposizioni anche adeguati laboratori per un miglior sviluppo della didattica. Cambiamenti , anche dal punto di vista del percorso didattico. Infatti con l’entrata a regime della riforma “Moratti”, i ragazzi saranno seguiti nella loro formazione da un maestro ” tutor” che li guiderà nel loro cammino scolastico. Ma tante sono le attività e le novità in cantiere. Agli alunni e ai docenti un appassionato in bocca al lupo. [Nativo]
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Cena medioevale nel borgo antico di Montecalvo
[Ed. 00/08/2007] Montecalvo Irpino AV – Successo inatteso e massiccia partecipazione di pubblico per la “due giorni medioevale” programmata dalla Pro Loco Montecalvo il 3 e 4 agosto 2007 e che ha coinvolto emotivamente la cittadinanza montecalvese che , con curiosità e compostezza , si è riversata nelle stradine del centro storico e del borgo antico. Per loro, in alcuni punti strategici, sono stati allestiti dei punti di ristoro, le “taverne medioevali” dove hanno potuto gustare antichi sapori e respirare, per qualche ora, l’aria della storia. La due giorni per le vie del borgo antico, voluta dagli amministratori della Pro Loco e scaturita dalla fervida mente del vulcanico presidente Pompilio Albanese, ha cosi fatto rivivere nei “paesani”, nei numerosi turisti e negli emigranti che,numerosi, ogni anno affollano il nostro paese, un pezzo di storia della Montecalvo antica. Già nel titolo “Cena medioevale: Tra le mura del borgo antico”, è racchiusa l’idea degli organizzatori di voler stimolare una naturale simbiosi tra il paese e la sua millenaria storia. Nelle viuzze del borgo così è stato possibile visitare l’accampamento militare dei soldati in partenza per la Terra Santa, allestito ai piedi della duecentesca chiesa di S. Maria Assunta, assistere alla festa nuziale del matrimonio tra Giovanni Mansella, signore di Montecalvo, e Margherita de Tocco, alla partenza dei muratori per Crepacore, il giorno delle Palme, per la ricostruzione del Castello tolto ai Saraceni e momenti spettacolari in Piazza S. Pompilio con l’esibizione di danzatori, musici,frombolieri, giocolieri della “Compagnia Balestrieri di Assisi”. Foto Franco D’Addona [Nativo]
Alfonso Caccese
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Michael Schumacher Home Page
[Ed. 00/10/2002] Montecalvo Irpino Av – Non lasciatevi ingannare dai modi spartani in cui il backup del sito, dedicato al campione tedesco, si presenta: questo è stato il primo contributo inviato sul web qui da Montecalvo Irpino, sono passati anni da quel sei febbraio del 1997… davvero un’ eternità se consideriamo lo sviluppo che ha avuto INTERNET negli ultimi tempi. Allora le stime, in quanto a utenti Internet italiani, erano poco più di 300.000 e a Montecalvo (paese di circa 4000 anime) non più di una decina. I provider non erano i network di oggi, ma piccoli imprenditori di casa nostra come quelli del pop Peoples NT SOFTWARE di Ariano Irp. Il sistema operativo di allora era win3.1 e gli editor html erano un bene prezioso e pertanto anche molto raro …tanto è che a volte per scrivere pagine web si faceva uso di notepand (blocco note). L’autore di questo sito è Mauro Cardillo. I provider che lo hanno tenuto in “vita” sono stati SAIL e MARCHEUROPA [Nativo]
Redazione
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Montecalvo – Mister Nardone pensa in grande
[Ed. 30/09/2004] Montecalvo Irpino AV – Guai a chiamarla ‘matricola’. A Montecalvo Irpino le porte del campionato di Promozione si erano aperte, per la prima volta, solo un anno fa grazie al ripescaggio dovuto ai paradossali effetti del famoso “caso Catania” che, partendo dal torneo cadetto, aveva portato la sua scia fino alle categorie dilettantistiche. Una fortunata coincidenza che permise alla compagine ufitana di affacciarsi nel secondo torneo regionale non senza grandi ambizioni. Superando lo scetticismo di tutti, infatti, l’annata dei gialloblù si rivelò più che soddisfacente, con la tranquilla conquista della salvezza e la voglia di stupire ancora. Nella stagione appena iniziata la dirigenza ha affidato le redini della squadra all’esperto tecnico Ignazio Nardone cui spetta l’arduo compito di emulare il predecessore Massimo De Feo. Una scelta importante, quella del sodalizio montecalvese che riporta in panchina uno degli allenatori più ambiti della categoria, tornato ad allenare dopo l’addio al Venticano nella seconda parte dello scorso torneo. A disposizione del mister una rosa di tutto rispetto, ricca di giovani ai quali saranno affiancati motivati veterani. “Durante la fase di allestimento della squadra” – racconta Nardone – “abbiamo deciso di confermare alcuni uomini dell’anno passato, tra cui spicca il nome di Mainiero ingaggiando poi giovani di belle speranze che potranno davvero fare bene”. Ricco, dunque, il calciomercato degli ufitani che ha visto giungere a Montecalvo elementi validi quali i fratelli Nardone dal Venticano, i gesualdini Perrina e Peluso, Bosco e Falcone dal Vallesaccarda, il talentuoso diciottenne Fioriello e l’attaccante albanese Kazazi l’anno scorso messosi in mostra in terra sannita con la maglia del Ferrini Benevento. L’avvio di stagione è stato scoppiettante, con i gialloblù dominatori del girone 18 della Coppa Italia a discapito delle più quotate Eclanese e Bisaccese, costrette ad arrendersi di fronte ad un Kazazi scatenato. “La prova offerta nella competizione tricolore – ammette Nardone – ha esaltato tutti. Abbiamo dimostrato di essere un buon gruppo e siamo consapevoli che con l’impegno si possono raggiungere i risultati prefissi. E’ importante, però, mantenere i piedi per terra e concentrarsi per il difficile campionato, che quest’anno vede nel nostro girone le ostiche compagini beneventane. Puntiamo ad una tranquilla permanenza in Promozione, sperando di toglierci in seguito qualche soddisfazione”. Il calendario sembra non creare eccessivi problemi ai montecalvesi: “Abbiamo ‘steccato’ la prima, ottenendo solo un pari contro il sorprendente Mas Avellino, non ci resta che lavorare sodo e conquistare la salvezza quanto prima possibile. Le prossime sfide, in fondo, non sono proibitive. L’ambiente ci permette di lavorare bene ed è nostra intenzione – conclude il trainer di Mirabella – ripagare la fiducia di tutti”. [Nativo]
Emilio Limone