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Le canzoni del gruppo folk di Montecalvo
[Ed. 30/11/2004]” …nato in seno alla Pro-Loco negli ultimi anni Settanta, il gruppo folkloristico montecalvese propone, allargandoli oltre i confini regionali e nazionali, aspetti interessanti e piacevoli della cultura popolare di Montecalvo Irpino e , di riflesso, della più vasta area geografica in cui essa si sviluppa e dalla quale ha ricevuto inevitabili influenze. Situazioni di vita legate principalmente alla civiltà agro-pastorale si intrecciano con le affascinanti figure mitologiche che dalle epoche sannita, romana e medioevale, fino ad oggi, hanno arricchito l’immenso patrimonio folkloristico…” G.B.M. Cavalletti
A l’ acqua di Bagnuolo [Demo]
Spectrum audio visualization for Wordpress
(Palladino – Cavalletti)
Voci: A. Schiavone, L. Cavotta, A. Palladino,
G.B.M. Cavalletti e A. StisciaCurri curri [Demo]
(Palladino – Cavalletti)
Voci soliste: G. Di Stefano, A. SchiavoneNuttata di vientu [Demo]
(Palladino)
Voci soliste: A. Panzone, A.PappanoLa Fiera di Santa Caterina [Demo]
(Stiscia)
Voce solista: Antonio Romano[Continua]
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Il castello ducale Pignatelli
[Ed. 00/09/2017] Il castello ducale Pignatelli, costruito nel punto più alto del paese, deve il nome dagli ultimi suoi feudatari ovvero ai duchi Pignatelli di Montecalvo. Il castello, costruito con buona probabilità sui resti di un precedente fortilizio romano, viene per la prima volta menzionato nella Cronaca di Alessandro Telesino, a mezzo della quale si apprende che, nel 1137, Ruggero II si accampò nei pressi durante il suo viaggio in direzione di Paduli. Dell’impianto originario del castello sono rimaste solo poche tracce a causa del terremoto del 1456. Le strutture oggi visibili, oggetto di un recente e profondo restauro, sono quelle di cui alla ricostruzione voluta dalla famiglia Pignatelli e poi di quella dei Carafa. Al castello si accede per il mezzo di un artistico portale in pietra arenaria risalente all’anno 1505 e delimitato da due belle colonne ioniche antistanti in rilievo le quali sorreggono un frontone rettangolare nel quale è ben visibile lo stemma della famiglia Gagliardi. Il portale immette al cortile interno dove un successivo portale archivoltato conduce ad uno degli ambienti ubicati al piano terra. All’esterno sono ancora ben visibili una splendida torre di forma cilindrica, contraddistinta dalla presenza di una cisterna, con annesso pozzo, situata al primo livello, e le cortine murarie che circondano tutta la corte interna del castello. Esse risalgono sia al periodo rinascimentale che alla più antica struttura difensiva di origine medioevale, che all’origine era costituita dalla torre circolare e da un recinto fortificato.
[Crediti│Testo - Tripadvisor]
Salvatore M.
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Il pane di Montecalvo: la ricetta
[Ed. 10/02/2005] Il Pane di Montecalvo,conosciuto e apprezzato in ambito regionale,risulta particolarmente gustoso,in quanto, viene prodotto,ancora oggi,seguendo le antichissime procedure di lievitazione naturale,cotto in forno a legna,utilizzando prodotti base strettamente ecologici.
La Farina: farina di grano duro di montagna (saravolla-saragolla) di produzione locale;
Molinatura:molinatura tradizionale con attrezzature,così dette a nastro,risalenti agli anni 40 ,che non alterano le proprietà organolettiche del grano;
Lievito:Lievito naturale(crescente) ottenuto da pasta madre inacidita e rinnovata,conservata a Temperatura ambiente,in un apposito recipiente di terracotta smaltata(vacila);
Impasto:Farina di grano duro,acqua,sale e crescente;
Lievitatura: Lavorazione della pasta(ammassare),con l’azione combinata delle braccia e delle Mani,a mo di pugno,con una azione perforante e avvolgente dell’impasto,fino alla Bollatura (emissione di bolle d’aria dal profumo acidulo),il tutto in un apposito contenitore in legno di forma rettangolare(fazzatora),dove l’impasto rimane per una prima lievitata;
Pezzatura e Lievitazione:Spezzettatura della pasta,fatta con le mani(scannatura)e arrotondamento della stessa (attonnatura) e posa in ampi fazzoletti di cotone grezzo e di poi alloggiata in appositi cestelli di canna,a dimorare per la seconda lievitazione(riparare);
Infornatura: rilievitata,la pasta viene posizionata su di uno strumento in legno(palummessa)di forma semicircolare,con lungo manico in legno,per l’infornatura nel forno a legna,non prima di aver operato un taglio a croce sulla pasta,per favorirne la cottura interna e per tradizione religiosa;
Il Forno: in laterizio locale,a cupola schiacciata ed alimentato esclusivamente a legna leggera(fascitielli).
Per le caratteristiche biologiche di base e per le modalità di realizzazione,il pane nel suo formato tradizionale(panelle o ‘scanate)ha un tempo di conservazione di circa una settimana,mantenendo sempre,una propria morbidezza e insaporendosi col passare dei giorni.
La scorza gustosa,racchiude una mollica compatta e la presenza di cavità(cammere) sono la dimostrazione della perfetta esecuzione del procedimento,che fanno del Pane di Montecalvo,sicuro vanto della nostra millenaria terra. [Nativo]Antonio Stiscia
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Il complesso architettonico chiesa e ospedale di S. Caterina
[Ed. 20/11/2004] Il complesso architettonico Santa Caterina, venne concepito ed edificato dai Cavalieri Montecalvesi del Sacro Ordine Gerosolimitano (Cavalieri di Malta) che di ritorno dalle Crociate diedero vita ad un Ospedale , con annesso Monastero, dedicato a Santa Caterina d’Alessandria, Vergine e Martire, e il cui culto venne portato in Occidente proprio dai Crociati.
L’Ospedale è tra i più antichi dell’Ordine dei Cavalieri di Malta, ed ha funzionato regolarmente, salvo i vari terremoti, fino agli inizi del XIX Secolo, com’è comprovato dalle numerose visite pastorali dei vari Metropoliti di Benevento, a cui questa terra è legata culturalmente, politicamente e storicamente da sempre, godendo così delle stesse eccezionalità del Ducato Beneventano facendone così un unicum nel Regno di Napoli fino all’Unita di Italia.
Nel 700 e concomitante con gli eventi Giubilari, Montecalvo ospitava buona parte dei Pellegrini che attraversando la Diocesi, si recavano a Roma, per il fatto che poteva contare su due Ospedali (S. Caterina e Annunziata). Nel XVI Secolo il complesso Architettonico di Santa Caterina apparteneva all’Ordine Agostiniano e retto dal Beato Felice da Corsano (Corsano attuale contrada di Montecalvo e un tempo Feudo assestante) a cui devesi una delle riforme più importanti allo interno della Chiesa cattolica “Delicetana”, con la creazione di svariati Conventi. Il Beato Felice da Corsano, morto in odore di Santità, fu venerato in vita e in morte ed ebbe fra i suoi maggiori cultori S. Gerardo Maiella e Sant’Alfonso Maria dei Liguori.
La grandiosa struttura, addossata alle mura Medioevali, sorge maestosa su più livelli. Il livello più basso si svolge sulla Lungara Fossi dove sono visibili e praticabili ampi locali e su cui svetta una Torre quadrangolare. Dalla sovrastante Via S. Caterina e ancora visibile il portale di ingresso al Monastero e alcuni locali con finestratura che furono riempiti col materiale di risulta degli abbattimenti eseguiti a seguito degli eventi sismici del 1930 e del 1962. Nel 1962 furono completamente rasi al suolo il complesso monastico superiore e la Chiesa, sulla cui pavimentazione, cementata, venne posizionata una baracca in ferro, ancora oggi esistente e abitata da due nuclei familiari,
L’intervento di recupero si rende praticabile e auspicabile , con la eliminazione della baracca, il completo svuotamento dei locali interrati che in uno ad una introspezione archeologica, porterebbero alla luce i locali del complesso più antichi, nonché il recupero del materiale della demolita Chiesa.
L’ampio spiazzo, recuperato ad una funzione di pubblica fruibilità , consentirebbe il recupero pressoché completo di una delle zone piu belle ed integre del Centro Storico (Via S. Caterina) in gran parte abitata e con la presenza di porte e mura medioevali ancora praticabili. Con questo intervento si porrebbe fine ad un colpevole disinteresse per un Monumento straordinario della storia civile e religiosa del nostro paese. [Nativo]Antonio Stiscia
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Le poesie di Antonio Stiscia
A S. ANTONIO
Quannu nascisti a ò Portogallo
iri billillo e cu li ‘scacche e curalle
ti mettierono o nome e Fernando
che ognuno sapeva, pure cantando.
Ma tu, nunn’ iri nato pi esse nurmale
iri sapiente e combattevi il male
camminasti tanto e avevi poco desco
quannu incuntrasti a frate Francesco.
Parlavi forbito e incantavi le genti
arricchivi i cuori, cu tutte le menti.
Poi a Padova ti hanno fatto Santo
ma in tutto il mondo sei unico vanto.
Ma è a Montecalvo che sei glorioso
amato da S. Pompilio, come te diletto sposo.
Prega per noi, o verbo del mondo!
Parla per noi che ne abbiamo bisogno!
Perché sei di Dio il più bel conio
o amatissimo San Antonio.ALLA MADONNA DELLA LIBERA
A te ricorro con animo felice
O Vergine santissima, LiberatriceCon le tue mani respingi l’affanno
Scacci il peccato, sminuisci il danno
Porti nel grembo il divin Salvatore
Figlio di Dio e Nostro SignoreInsieme a Lui hai fatto un patto Santo
Preservare il mondo e MontecalvoTu da sola, risplendi la Chiesa
Sei bellissima e meravigliosa
Basta guardarti per qualche momento
E ogni anima rinasce contenta
Sei come un bocciolo di rosa maggese
Ad annunciare la vera primavera del PaeseA DIGNITA’
Ognuno da quando nasce
Si porta stu fardello
Chi si la stipa nd’a na cascia
E chi la mostra,fiero,all’occhiello.
Pochi sanno a che serve stu decoro
Chi la scambia per onestà,chi per onore.
Io l’ho scoperto in tempi non sospetti
Assaggiando a un matrimonio,nu cannellino e sei confetti.
Dell’anima del confetto non è certo il contenuto
E per questo che lo si mastica con fare risoluto
E’ proprio il cannellino simbolo di dignità
Perché lo si succhia tranquillo, sapenno che la Cannella ci stà.LA MAMMA DELL’ EMIGRANTE
Sono tante le mamme italiane
Che hanno i figli, a loro lontani
La miseria di un tempo era tanta e tanta
Ma Lei di lavorare, non era mai stanca
Le bocche a tavola da sfamare
Erano troppe da accontentare.
A Lei spettava un triste primato
Scegliere tra i figli il più preparato
Ad andare assai assai lontano
Per assicurare, a tutti, un pezzo pane.
La mamma dell’emigrante sapeva soffrire
Fingendo di ridere, al figlio partire
Poi sfogava la rabbia di dentro
Con un pianto greve,che sembrava canto.
Quando era il giorno del suo compleanno
Il posto del figlio era vuoto allo scanno
Perché dal momento che se ne era andato
Quel posto non era stato più occupato,
perché è a tavola che voleva sentirsi
come la rondine che i figli accudisce.
Le cose del figlio guai a chi le tocca
Ogni sua cosa resta intatta
Perché quel figlio non se n’è andato
E stato costretto a far 1 ‘emigrato.
Aspettava Natale per devozione
Aspettava la festa con la stessa emozione
Con la stessa ansia della Madonna
Che aspettava il figlio che forse,ritornaTRE CANI
Tengo 3 cani, dint ‘o giardino
1 vecchio, 1 giovane e 1 bambino
Li guardo spesso nel fare quotidiano
Ed hanno atteggiamenti di tipo umano.
Il più vecchio è tranquillo mangia e riposa
Il giovane corre e abbaia senza posa
Il più piccolino non si da patimento
E’ goloso e pensa solo al divertimento.
Penso che noi uomini abbiamo responsabilità
Anche le bestie ci vengono a copià
Quando li vedo litigar per un osso
E questi accadimenti, francamente, non capisco
Penso che anche loro,restano stupiti
Quando vedono gli uomini litigar per i partiti.
Ben sapendo, con canina saggezza
Chi mangia la carne del paese
Per cui addentando l’ osso con fierezza
Ricordano che la fame non ha pretese.
La morale e chiara, ma la voglio ribadire:
Noi siamo come i cani, asserviti al pezzo grosso
Che mangia, sempre, la nostra carne
E ci fa litigar per un osso ![Nativo]
Antonio Stiscia
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Montecalvo: leggenda folklore, miti e spiritualità
[Ed. 30 /03/2004] Non è un paese come gli altri Montecalvo Irpino(av), nel cuore della verde Irpinia, dove le contraddizioni della storia e del vivere quotidiano trovano, da sempre, un giusto inspiegabile equilibrio.
In un vasto territorio collinare di 5353 ettari, attraversato da 2 fiumi e con una popolazione attiva che da secoli non e mai scesa sotto i 4400 abitanti, si sono avute e si ripetono le storie piu straordinarie .
E’ il paese delle streghe (janare) e dei folletti (scazzamarielli), delle belle donne che indossano, ancora, il costume tipico(la pacchiana) ricco di ori e merletti e sgargianti pacchiani colori.
E’ il paese dei 30 palazzi, delle innumerevoli chiese, dei Papi che vi hanno soggiornato e dei Santi che vi son nati (San Pompilio Maria Pirrotti 1710/1766) e il Beato Felice da Corsano(fondatore dell’ordine delicetano). E’ il paese delle tante Madonne, famosa fra tutte quella dell’Abbondanza sec XVll, nel cui occhio destro si ripete il mistero della più famosa madonna di Guadalupe.
Ma è anche il paese delle teste calde, dei rivoluzionari, e degli uomini che, anche in odore di santita, manifestavano sempre il proprio pensiero, con quella schiettezza e fierezza, tipica dei popoli sconfitti da tutto (terremoti,epidemie,invasioni ed emigrazioni) ma mai domati.
Un popolo amante del bello e dei piaceri della vita, con una spiritualità concreta e mai fanaticante, con una visione mitteleuropea del mondo e una voglia di esserci ad ogni costo, nei fatti della storia (carboneria,massoneria,repubblica partenopea,moti del 21 e del 48, garibaldinismo,brigantaggio,correnti letterarie-arcadia,società di mutuo Soccorso… )fino alle piu recenti vicende della storia repubblicana(1 ° esperimento di compromesso storico). -
Occupazione degli alloggi popolari
[Ed. 00/08/2003] Montecalvo Irpino AV – Nella notte tra venerdì e sabato diversi montecalvesi avevano deciso di sfondare la porta d’ingresso di uno dei nuovi stabili di rione San Pietro. Si tratta degli alloggi ricostruiti al posto delle vecchie casette asismiche. I cittadini, probabilmente sulla scia di quanto già avvenuto in passato per altri alloggi, avrebbero cercato di introdursi abusivamente nell’immobile dl proprietà del Comune che è pronto per essere consegnato ai legittimi assegnatari e per il quale sarebbe in corso la regolare procedura di assegnazione. [Nativo]
Redazione
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La Polisportiva Montecalvo conquista la promozione
[Ed. 00/08/2003] Montecalvo Irpino AV – Le conseguenze del decreto salva calcio potrebbero arrivare anche nella piccola cittadina a nord est di Ariano dove la locale squadra di calcio, che milita nel campionato di prima categoria, potrebbe essere ripescata in promozione essendo una delle migliori seconde. L’avvenimento però coglie quasi impreparato il paese, non tanto per la “buona” notizia, ma per la condizione degli impianti sportivi che certo non sono adatti ad un campionato di serie superiore.
Foto. Archivio Franco D'Addona
[Nativo]Redazione
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Vecchione espugna Montecalvo
[Ed. 13/10/2003] Casalbore AV – Con il minimo sforzo il Rione Mazzini porta a casa l’intera posta in palio. Ancora una bella prestazione per gli uomini di mister Vetrone, ma alla fine arriva l’ennesima sconfitta e la classifica resta ancora ferma a zero punti. Tanta la tensione ad inizio gara. La posta in palio era alta. Da una parte il Montecalvo che vuole sbloccare la spiacevole classifica, dall’altra parte, un Rione Mazzini intenzionata ad approfittare delle mezze battute d’arresto della squadra di vertice per schizzare in alto. La partita inizia senza riserve. Si porta subito all’attacco la squadra di casa che appare convinta e tonica. Il gioca profuso è tanto, ma la prima vera occasione pericolosa gli uomini di mister Vetrone la confezionano al diciassettesimo quando il giovane Fioriello prolunga di testa per Maraio che a tu per tu con il portiere si fa fermare la potente botta. Al venticinquesimo al Montecalvo viene annullato un goal per fallo di mano dell’ attaccante Maraio. Qualche minuto più tardi il direttore di gara annulla un’altro goal all’attaccante ufitano per posizione di fuori gioco. Inutili le proteste la giacchetta nera è convinta della sua decisione e lascia proseguire. La ripresa si apre con gli ospiti all’attacco e dopo tre minuti, con l’unico tiro nello specchio della porta, vanno in goal con Vecchione. Dopo lo svantaggio la squadra di casa ricomincia a tessere gioco, ma al 65′ Erba esce bene sul lanciato paleggio. Al 75′ l’estremo difensore compie un vero miracolo sul colpo di testa di Melillo. Dunque una partita a senso unico, ma che ha visto la vittoria di mister Iannone che ha saputo approfittare dell’unica azione favorevole. Per la squadra di casa, anche se sul campo esprime bel gioco non riesce a finalizzare le occasioni, raccoglie la quarta sconfitta consecutiva che segna un campanello d’allarme per il prosieguo del campionato. [Nativo]
Generoso Maraia
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Alfonso Caccese – Una vita da sindaco
[Ed. 30/11/2002] Montecalvo Irpino AV – L’approvazione in parlamento della legge che vieta la candidatura a sindaco di chi lo è già stato per due volte consecutive, nei paesi superiori a tremila abitanti, ha tolto al sindaco uscente, geom.Alfonso Caccese, la possibilità di riconfermarsi alla guida del paese. Classe 1940, è stato primo cittadino per oltre vent’anni, ed ha avuto una discreta carriera politica. Cresciuto a pane, sport e politica, si è sempre distinto per la sua caparbietà e il suo benevolo modo di rapportarsi alle persone a lui vicine. Sposato e con una figlia, entra sulla scena locale agli inizi degli anni settanta come presidente della polisportiva montecalvo che sotto la sua vulcanica direzione raggiunge risultati insperati per una piccola realtà locale, quale Montecalvo. Per il suo impegno e la sua dedizione per il miglioramento del paese è scelto per guidare la Democrazia Cristiana e tentare di togliere l’amministrazione del paese alle forze della sinistra da sempre dominanti. Politico di razza, tenace e accorto, riesce alla fine degli anni settanta nel suo intento, e anticipando quello che in campo nazionale sarebbe stato poi chiamato “compromesso storico” realizza una giunta comunale con la partecipazione di esponenti del P.c.i. Da quel momento in poi si attiva , progettando e realizzando opere infrastrutturali tendenti alla modernizzazione del paese. Esperto navigatore e osservatore attento dei cambiamenti sociali è sempre pronto ad anticipare i tempi e ad ottenere grandi consensi nel panorama politico provinciale. Dopo il terremoto del 1980, concluso il suo primo mandato di sindaco, approda nella giunta provinciale dove ricopre la carica di assessore e nel frattempo diventa presidente della nascente ASL.N.I di Ariano Irpino. Ma non demorde. In consiglio comunale è un autentico oppositore della maggioranza, costantemente in difficoltà per la sua opera di picconatore. Spera di ritornare prima o poi sulla poltrona del sindaco. Intanto continua il suo impegno politico e raggiunge la presidenza della comunità montana dell’Ufita. Agli inizi degli anni novanta, dopo lo sfaldamento dei partiti per il fenomeno di mani pulite, coglie al volo una grande possibilità offertagli dalla confusione politica generale e con un gruppo di giovani rampanti riesce nel 1995 ad essere eletto ancora una volta sindaco. Un monocolore targato partito popolare che da lui guidato riesce in qualche modo a tenere in piedi una pubblica amministrazione ereditata sull’orlo del collasso dalla maggioranza uscente. Riconfermato nelle amministrative del 1999, sorregge con serenità, le sorti del paese fino ad oggi ,anno di scadenza del suo mandato. Ma questo per lui non rappresenta un ostacolo perchè è deciso a vendere cara la pelle e a dimostrare a tutti che non è ancora tempo di pensionamento. [Nativo]
Alfonso Caccese