• Rally,  Sport

    Torna il grande rally

    [Ed. 06/10/2003] Montecalvo Irpino AV – Nella mattinata di domenica, il grande rally è tornato a far capolino a Montecalvo. Sono lontani i tempi del rally del Miscano durante i quali centinaia d’appassionati delle quattro ruote affollavano le strade della nostra valle per vedere correre i piloti. Ad onor del vero la manifestazione organizzata ieri (domenica 05.ottobre), ben riuscita, non ha fatto rimpiangere quelle gare dei tempi passati. Un’innumerevole folla d’appassionati ha seguito le due prove speciali valide per il memorial Diego Scolaro. [Nativo]

    Redazione

    Foto Franco D’Addona

  • Cultura,  Danza

    Saggio di fine anno della “Dance Time School” – La Magica notte delle Bambole

    [Ed. 19/06/2004] Montecalvo Irpino AV – Sabato 19 giugno 2004,nei locali del cinema Pappano a Montecalvo Irpino, si è tenuto il consueto saggio di fine anno della scuola di danza “Dance Time School”, della maestra Angela Castiello.
    La manifestazione ha visto una partecipazione di circa trenta ragazze che si sono esibite di fronte ad un pubblico caloroso ed emozionato. Il tema rappresentato “La Magica notte delle Bambole”, ha impegnato le mamme e le scenografe in una grande e raffinata ricerca di costumi particolarmente fini e di buona fattura. L’impegno delle giovani ballerine è stato all’altezza della situazione e ha contribuito alla buona riuscita dello spettacolo. [Nativo]

    Alfonso Caccese

    Foto Franco D’Addona

  • Cronaca,  Forum

    Giovanni Di Stefano: il ricordo di un amico

    [Ed. 23/10/2004] Montecalvo Irpino AV –  “……te ne sei andato nel modo peggiore e, per me, inaspettato. Le scuole elementari, con le partite a pallone “abbasci’a la palestra”, la squadra del torneo “pulcini” (te lo avevo detto che non sapevo giocare a pallone, fu anche colpa mia se arrivammo ultimi…), il nostro “gruppo di ricerca” delle scuole medie, perché dovevamo ritrovare i reperti archeologici “abbasci’a lu munnizzaro”, poi mutato in “gruppo di sopravvivenza” per sperimentare la vita nei boschi con la costruzione di capanne e la caccia alla selvaggina….le partite a palline in piazzetta e “li mazzi di giacuini” (figurine dei calciatori) le consumazioni al bar con gli amici per festeggiare il nostro compleanno (eri nato due giorni prima di me): tutto accalcato alla rinfusa in un angolo della tua mente, di tanto in tanto risvegliato dal tuo sorriso benevolo e dalla tua disponibilità, di certo un pò sbiadito dal tempo e stemperato dalle tante difficoltà che pure hai conosciuto, infine riverso su un muretto “a la funtana di lu Palummaro” in una mattina d’estate. Vedrai che non sarai morto invano, forse ci vorrà ancora del tempo ma la tua amara fine sarà poi servita ad evitarne delle altre.
    Ti ho incontrato per strada a Montecalvo l’anno scorso e mi hai salutato con il consueto affetto; ora, per me, questo era l’unico modo che mi restava per ricambiare.
    Ciao, Bufilò….” [Nativo]

    Crescenzo Senape

     

  • Guerra,  Il nostro passato,  Ricorrenze

    Due giugno: Compleanno della Repubblica – Per non dimenticare

    [Ed. 02/06/2003]

     

     

    Possono sembrare immagini anonime ma nelle foto è ritratto mio nonno Lanza Gerardo (Palù di Giovo) Trento – 1917 Archivio personale Famiglia Lanza

    Ai caduti per la patria

    Importante e glorioso è stato il contributo dei Montecalvesi,nella loro partecipazione alla I° guerra mondiale,negli anni tra il 1915 e il 1918 ,per la maggiore grandezza dell’Italia.Tra i tanti, partiti per il fronte, molti non sono mai più tornati.

    Ufficiali:
    Maggiore Boscia Carlo
    Capitano Caccese Emilio
    Tenente  Manzelli Edgardo
    Soldati:
    Bellaroba Giuseppe
    Caccese Carlo
    Caccese Felice
    Caccese Luigi fu Antonio
    Caccese Luigi fu Carlo
    Carafa Felice
    Carlantuono Pompilio
    Castiello Giuseppe
    Cipriano Luigi
    Corvino Vincenzo
    D’Addona Michele di Dom.
    D’Addona Michele di Gius.
    D’Agostino Domenico
    De Marco Pompilio
    D’Oto Antonio
    Finizza Pompilio
    Fiordellini Pompilio
    Giammito Antonio
    Giasullo Angelo
    Gruosso Pasquale
    Jebba Carlo
    Jorillo Pompilio
    Jorillo Vincenzo
    Isabella Domenico
    Isabella Felice
    Isabella felice di Gius.
    Laudo Pompilio
    La Vigna Giuseppe
    Lazazzera Felice
    Lo Conte Antonio
    Mangialetto Francesco
    Marra Donato
    Modestino Michele
    Panzone Antonio
    Paone Romeo
    Sorrentino Domenico
    Suglia Angelo maria
    Susanna Ottavio
    Stiscia Domenico
    Trancucci Feliciano
    Verzaro Antonio
    Vernacchio Pompilio
    Dispersi:
    Caccese Antonio
    Jorillo Giuseppe
    Modestino Felice
    Scoppettone Felice
    Zarrillo Domenico
    Zarrillo Luigi

    [Nativo]

    Alfonso Caccese
  • Canti popolari di tradizione orale,  Cultura,  Cultura orale

    Il contadino che cantò il 2 giugno

    [Ed.00/00/0000] Scarsissime in Campania si contano le testimonianze di autentiche espressioni di canto politico, anche se va attestata, al contrario, una sommersa produzione di tal genere, specialmente in Irpinia. Il canto politico, dal punto di vista musicale, raramente può riferirsi a moduli etnici, e generalmente si poggia su melodie popolaresche di larga diffusione, più atte ad accogliere un testo destinato ad una chiara comprensione verbale. Questo è il motivo per cui, assolta la sua funzione storica, un canto politico esce poi dall’uso, dai repertori che connotano la funzione metastorica del canto espresso in un rituale collettivo. Il canto politico, quindi, rimane vivo solo nella memoria di chi visse quel momento, di cui quel canto fu voce reale di avvenimenti che coinvolsero il contesto sociale. Ciò spiega anche la esigua documentazione di canti popolari politici, che, necessariamente, vivendo di trasmissione orale funzionale alla collettività, quando hanno esaurito la loro funzione storica, si dissolvono nei recessi della memoria collettiva.

    Né, come abbiamo detto, essi sono relativi a strutture musicali autonome o specifiche, ma, risultando come prodotto di un processo parodistico, hanno durata effimera cui segue l’inesorabile annegamento del testo nel trascorrere di una realtà dinamica e non statica della cultura orale. In tale consapevolezza, ho più volte stimolato la memoria di informatori anziani circa avvenimenti storici stigmatizzati da un peculiare componimento orale, e più volte la mia richiesta ha sortito esiti positivi. Assecondando un’insopprimibile vocazione ai percorsi esplorativi, su segnalazione dell’amico Aniello Russo, tempo fa mi recai a Montecalvo Irpino allo scopo di incontrarmi con Felice Cristino, contadino ottantaseienne, la cui memoria rappresenta una biblioteca orale di notevole interesse per ciò che riguarda la storia altra, quella non ufficiale, dell’area meridionale in generale edell’Irpinia in particolare. In essa è testimoniata una diffusa resistenza al fascismo, e, successivamente, al potere clerico-fascista del dopoguerra. Felice Cristino, o meglio zi’ Felice – come tutti lo chiamano a Montecalvo – mi aprì gli scrigni del suo ricordare e mi comunicò la sua attiva partecipazione al dissenso contadino contro le ingiustizie baronali, i privilegi politici, evocando luminosamente il tragico contesto dell’ultimo dopoguerra. Rappresentante esecutivo di un tradizionale stile di canto irpino, egli si dichiarava autore di un componimento politico da lui creato, a scopo propagandistico, in occasione della campagna elettorale indetta per il referendum del 2 giugno 1946. L’eccezionale documento ha tutte le caratteristiche della più autentica popolarità: esso si plasma sulle strutture antifonali degli antichi canti di lavoro, risulta composto secondo le tecniche orali, presenta un testo estraneo a formule di retorica politica, esprime un «noi» e non l’ «io» della sentenziosità borghese, e si carica di quell’ironia irridente che si sprigiona dall’autenticità realistica delle culture orali. In tal senso, nello snodarsi strofico del canto, ricorrono alcune figure della realtà montecalvese di quel tempo, disegnate a vividi tratti dalla fertile vigorosità sfottitoria dell’antico contadino, al quale i suoi vecchi amici riconoscono un indiscusso ruolo di leader autorevole. [Nativo] [Foto di Angelo Siciliano]

    Roberto De Simone – Il Mattino

    Compagni, il due giugno – Felice Cristino [Demo]

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  • Cultura,  Il nostro passato,  Persone,  Politica,  Storia

    Una famiglia antifascista: Pietro e Giuseppe Cristino

    I CRISTINO: UNA FAMIGLIA ANTIFASCISTA

    [Ed. 00/06/2003] Montecalvo ha dato i natali a due nobilissime figure dell’antifascismo irpino: Pietro Cristino e suo figlio Giuseppe. Nel corso della loro vita, lottando contro incomprensioni e persecuzioni, testimoniarono la loro fede incrollabile nella libertà e nella giustizia sociale.
    Pietro Cristino nacque nel 1882. Di professione farmacista, fu consigliere comunale socialriformista nel periodo 1920-23 e nel gennaio del 1923 passò al PSU. La sua farmacia divenne il luogo d’incontro degli antifascisti locali e dei paesi limitrofi. Le autorità fasciste disposero per Cristino un’attenta e continua vigilanza. Numerose furono anche le perquisizioni domiciliari che il farmacista di Montecalvo Irpino subì in quegli anni. Il 13 novembre 1926 fu per la prima volta tratto in arresto, subendo l’ammonizione poiché ritenuto “elemento pericoloso all’ordine nazionale”. Nel dopoguerra partecipò attivamente alla vita politica del suo paese, guidando, come sindaco socialista, la prima amministrazione municipale democratica. Si spense nel 1962. La parabola politica del farmacista di Montecalvo influenzò anche il figlio Giuseppe (entrambe le figure sono esaurientemente trattate in un interessante libro del professor Francesco Barra, edito nel 1979).

  • Calcio,  Sport

    Giornata dello sportivo

    [Ed. 20/05/2003] Montecalvo Irpino AV – Si è conclusa con una ottima partecipazione di atleti e di pubblico, l’annuale edizione della ” Giornata dello Sportivo”.Organizzata dalla Gi.Fra.( gioventù francescana ) e dalla Polisportiva Montecalvo.
    I partecipanti, giunti dai paesi limitrofi, Zungoli ,Ariano ,Casalbore ,ecc.,in un campo di calcio acquitrinoso, si son dati battaglia con enorme impegno e pugnacità.
    Alla fine ha vinto lo sport e la sagacia degli organizzatori,in testa,l’instancabile Gaetano Parzanese, Luciano Iorillo, presidente del settore calcistico della Gi.Fra., Ludovico Lo Casale,Antonio Di Rubbo ,Antonio Iorillo e su tutti, P.Lorenzo Mastrocinque, presidente dell’Associazione Calcistica della gioventù francescana, che ha sempre voluto coniugare la pratica dello sport con una sana formazione spirituale.Particolarmente sentita la particolarità dell’evento dai genitori dei piccoli calciatori, che dagli spalti non hanno mai smesso di trasmettere il loro incitamento.Un successo,voluto e cercato che senz’altro farà del bene al movimento sportivo Montecalvese. [Nativo]

    Alfonso Caccese

  • Cultura,  Natale

    Tu scendi dalle stelle svelato l’arcano delle origini: non fu Nola la sua patria, ma Deliceto

    [Ed. 26/09/2022] E’ dal 1857 che si dibatte su dove sia nato il canto Tu scendi dalle stelle di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori che ad ogni Natale incanta il mondo inserendo l’Italia nel ristretto novero delle nazioni che vantano le melodie più belle di quel mitico e magico momento. Fu appunto 165 anni fa che lo studioso redentorista Celestino Berruti, forse attingendo a una testimonianza resa per il processo di beatificazione del Santo napoletano, indicò la città di Nola quale sua patria. Dopo di lui, nel 1933, il suo confratello Oreste Gregorio, autore del noto Canzoniere alfonsiano, riprendendo la notizia, diede definitivamente l’avvio al ribaltamento della più antica tradizione che designava, invece, la cittadina di Deliceto (FG) quale culla della melodia. Da allora, al di là di sterili schieramenti campanilistici, alcuno studio, fino ad oggi, aveva mai analizzato il tema dal punto di vista storico-scientifico e i risultati di tale indagine, che per la prima volta qui rendo pubblici, sono clamorosi.

    La testimonianza di cui sopra ci mostra Sant’Alfonso in Nola, ospite della famiglia Zamparelli, che «compone», ma alla luce delle indagini condotte meglio sarebbe dire, più semplicemente, «scrive», su un pezzo di carta le parole della sua pastorale per poi cantarle, la stessa sera, in una chiesa di Nola.

    Alcuna indicazione temporale emerge dal racconto né si parla, in esso, di Novena di Natale. Soltanto apprendiamo che «Monsignore» (S. Alfonso) «con altri Padri andarono in Nola a fare «una certa missione» e stavano in casa di questo D. Michele Zambadelli».

  • Gastronomia

    Tortano – Patane e Pupini – Ruocchili e Cicatielli

    [Ed. 19/11/2004]

    Tortano

    L’ origine del Tortano di Montecalvo Irpino è ignota. Si tratta di un dolce non particolarmente ricco ma senza dubbio molto originale, a base di ingredienti naturali. Il Tortano è conosciuto a Montecalvo anche in una versione salata, comunque diverso dal casatiello napoletano. Si tratta di un dolce che si prepara nelle occasioni di festa, anche se non è legato ad una ricorrenza particolare. Ingredienti: farina, zucchero ed uova. L’impasto, lasciato a lievitare a lungo, viene poi cotto nel forno a legna. Può sembrare un pane casereccio tradizionale, mentre è un dolce fragrante e molto leggero.

    Patane e Pupini

    Patane e pupini è un piatto di origine contadina, preparato essenzialmente con patate, peperoni e interiora di maiale. Si tratta di pietanze che non sono legate ad alcuna festività o ricorrenza particolare. Patane e pupini si preparano nel modo seguente: si tagliano grossolanamente le patate e si fanno cuocere nell’ olio con un po’ d’ aglio; a parte si lavano i peperoni, si friggono e si mettono sott’aceto. Infine si cuoce tutto insieme in una pentola con la sugna, aggiungendovi le interiora del maiale (fegato e polmoni) a pezzetti.

    Ruocchili e Cicatielli

    I Ruocchili e cicatielli ( broccoli e cicatielli ) sono un piatto tipico di tutta l’ Irpinia, anche se in ogni paese se ne possono ritrovare versioni differenti, con sfumature riguardanti gli ingredienti o le modalità di preparazione, così come avviene a Montecalvo Irpino. E’ difficile stabilire l’ origine di questo piatto, in quanto si tratta di un piatto semplice e spontaneo, preparato con ingredienti di facile reperimento in un ambiente rurale così come in un ambiente paesano. Il consumo di Ruocchili e cicatielli è diffuso perlopiù a livello familiare, in quanto si tratta di un piatto fatto principalmente in casa. Esso è collegato in particolar modo alla stagione invernale. I Ruocchili e cicatielli si preparano nel modo di seguito esposto. Si mette un chilo di farina di grano duro a fontana sulla spianata, facendovi un buco al centro in cui vengono aggiunti acqua calda e sale. Poi si impasta per una decina di minuti fino ad ottenere un impasto compatto e morbido che si stende in bastoncini di circa tre millimetri di spessore; tali bastoncini si tagliano in altri bastoncini di circa tre centimetri di lunghezza, che vengono incavati con le dita dalle massaie. A parte si lava un chilo di broccoli e si fa lessare per tre minuti circa, aggiungendovi poi i cicatielli che devono bollire per circa dieci minuti. In un altro tegame si fanno rosolare nell’ olio cento grammi di pezzetti di pancetta con aglio e, a piacere, peperoncino piccante con cui si condiscono i cicatielli e broccoli. [Nativo]

    Redazione