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Alan Lomax. Il passaggio a Montecalvo Irpino
Abstract
Alcuni scatti fotografici realizzati dall’etnomusicologo Alan Lomax nel 1955 durante la sua ricerca musicale in Italia, conservati negli archivi della fondazione Lomax “Association for Cultural Equity” ed erroneamente catalogati, sono alla base della prima stesura del testo pubblicato nel 2014. Un lungo studio sul campo ha permesso la corretta collocazione territoriale di tali fotografie, ma anche l’individuazione dei singoli soggetti in esse immortalati. Il passo ulteriore è stata la ricostruzione dell’evento attraverso le persone ancora viventi che vi presero parte. Grazie anche al supporto del ricercatore Luigi D’Agnese, abbiamo riorganizzato quanto avvenne con Lomax a Montecalvo Irpino, e siamo riusciti ad individuare ulteriori canti, rispetto ai due ufficialmente catalogati negli Archivi, che, come accaduto per le foto, erano stati catalogati in contesti diversi dalla nostra area di appartenenza. In quel periodo, e siamo a pochi giorni dal termine del viaggio, Lomax era a corto di risorse economiche e anche di nastri per il suo apparecchio di registrazione. Lo stato d’animo non era dei migliori, poiché qualche giorno prima, nei pressi di Caggiano (SA), gli era stata rubata la borsa contenente gran parte della documentazione, inclusi i suoi preziosissimi quaderni con gli appunti delle sue sessioni di registrazioni, che in parte spiegano la confusione nella catalogazione di alcuni brani e fotografie. Riteniamo che la permanenza in Irpinia dell’etnomusicologo appare il lasso temporale più intrigante dell’intero viaggio italiano. Il volume, offre al lettore un’accurata documentazione tale da non avere dubbi sul riposizionamento dei contenuti trattati.
Redazione
[Bibliografia di riferimento]
[A. Cardillo – F. Cardinale Alan Lomax. Il passaggio a Montecalvo Irpino Terebinto Edizioni, Avellino, 2021] -
Il pellegrinaggio al Santuario della Madonna Incoronata
Redazione
[Edito 31/03/2023] Rievocazione allegorica di leggende e apparizioni che gruppi di devoti di varia provenienza interpretano annualmente ritrovandosi e mescolandosi sul luogo del santuario.
Rito millenario che torna a rinnovarsi ogni primavera, al centro del Tavoliere, in onore della Madonna nera: è un culto basato sulla leggenda di fondazione che vede la Madonna Incoronata apparire su di una quercia, attorniata da figure di angeli e santi; ai suoi piedi il pastore contadino in adorazione e San Michele nell’atto di trafiggere il demonio con la spada.
Questa immagine la tradizione popolare l’ha fatta propria, adattandola e riadattandola a pratiche giuridiche e magico-religiose, espressioni letterarie, iconografiche, gestuali e spettacolari, miscelandosi con la tradizione colta e la propaganda religiosa.
I pellegrini allestiscono vere e proprie sacre rappresentazioni itineranti su carri agricoli e mezzi di lavoro motorizzati (un tempo carretti, cavalli e buoi), accompagnando questi ‘allestimenti scenografici’ con preghiere, laudi, inni, musiche, che nei tre giri rituali intorno al Santuario compongono l’ultimo venerdì di aprile nella solenne parata allegorica che è la “Cavalcata degli Angeli”. L’indagine fu condotta nel luogo d’incontro (il Santuario) dei vari gruppi provenienti dalle diverse località e successivamente anche nei rispettivi paesi d’origine, documentando modi di aggregazione, identità sociale, motivazioni e organizzazione in partenza e durante il pellegrinaggio al santuario.La documentazione sonora presenta canti di pellegrinaggio di diversa provenienza: Subappennino Dauno (Sant’Agata di Puglia), Basilicata (Palazzo San Gervasio, Tricarico), Campania (Montecalvo Irpino), Tavoliere (Cerignola), Murgia (Minervino Murge); canti religiosi polivocali, con aerofoni (zampogne, soprattutto dei gruppi provenienti dalla Basilicata, come il gruppo di Tricarico). In alcuni casi la maggiore ‘familiarità’ instaurata tra i ricercatori e i pellegrini residenti per alcuni giorni presso gli spazi del Santuario, ha permesso anche la raccolta di sequenze di canti di lavoro, narrativi e di cerimoniali laici (si veda in particolare la raccolta relativa a Minervino Murge, con un portatore come Leonardo Malizia che esegue soprattutto canti di lavoro, stornelli e canti narrativi). Diverse interviste contengono informazioni sull’origine dei pellegrinaggi per ogni comunità, le modalità organizzative, di allestimento dei carri votivi e narrazioni biografiche dei singoli pellegrini. [Nativo]
[Crediti│Testo: Altrosud] [Correlato]
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Inaspettatamente è venuto a mancare Petro Puopolo
Francesco Cardinale
Ariano Irpino AV – È venuto a mancare in Francia a Parigi dove si era recato per sottoporsi ad un delicato intervento chirurgico Pietro Puopolo, uno dei più prolifici e geniali imprenditori irpini degli ultimi decenni, nonché re incontrastato della ristorazione e dell’intrattenimento in generale. Titolare del complesso turistico-alberghiero “Incontro”.
Nato a Montecalvo Irpino nei primi anni cinquanta del secolo scorso, precisamente nella contrada Tressanti, al confine con Ariano Irpino, lasciò presto il paese per trasferirsi al nord. Mosse i primi passi alla discoteca “Il Picchio Rosso” in quel di Modena. Fu proprio quell’esperienza che, tornato al paese, anticipando i tempi, nel giro di pochi anni lo portò ad aprire una radio, “Radio Ariano Centro”, una discoteca, “Cocco Club”, e una pizzeria, “L’angolo”. Nel corso degli anni a venire, ha praticamente monopolizzato il settore ricreativo e ricettivo di questa parte dell’Irpinia, al confine con la Puglia. La grandezza di Pietro risiede proprio nel non facile compito di elencare tutte le attività che ha avviato, rilevato e gestito. Tra l’altro, tutte portate all’apice del successo. Ha avuto doti innate che poche persone possono vantare. Il coraggio e quel pizzico di follia, specialmente nel periodo iniziale, che ha compensato a costo di chissà quali sacrifici, lo hanno portato a diventare un punto di riferimento per coloro che sono venuti dopo. Non potremo mai dimenticare le numerose volte in cui, entrando nel suo locale sempre pieno sino all’inverosimile, chiunque fossimo, si recava presso il nostro tavolo e ci salutava uno per uno. Al ritorno, non dimenticava mai di toglierti il piatto dove avevi appena finito di mangiare, come avrebbe fatto uno qualsiasi dei suoi camerieri. Forse questa è stata la sua dote più grande. Raramente lo si vedeva in giro; persona umile e riservata, preferiva trascorrere il suo tempo nel suo ristorante.
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Don Giancarlo Scrocco è il nuovo parroco di Montecalvo Irpino
Redazione
[Ed. 31/01/2021] Montecalvo Irpino AV – Don Giancarlo Scrocco è il nuovo parroco di Montecalvo Irpino. Oggi l’Arcivescovo di Benevento, mons. Felice Accrocca, lo ha nominato Parroco di “San Pompilio Maria Pirrotti” in Montecalvo Irpino, trasferendolo, dopo 4 anni (nominato nel novembre 2016), dalla Parrocchia di “Santa Maria de Stampatis e San Marco Evangelista” in Morcone.
Con la nomina di don Giancarlo Montecalvo Irpino avrà di nuovo un Parroco, dopo le dimissioni del Parroco don Lorenzo Di Chiara e la nomina a Amministratore parrocchiale di mons. Francesco Iampietro. [Nativo] -
Crocefisso aureo sparito, Monsignor Acrocca chiarisce la sua posizione
Redazione
[Ed. 17/04/2021] Sulla posizione che ha ritenuto di assumere l’Arcivescovo, Monsignor Felice Accrocca, in merito alla vicenda della sparizione del ‘Crocifisso aureo’, giunge la spiegazione ufficiale. “Oggi, durante la trasmissione televisiva ‘ItaliaSì’, in onda su Rai 1 in orario pomeridiano, l’arcivescovo, monsignor Felice Accrocca, è stato chiamato in causa in riferimento alla vicenda della sparizione del ‘Crocifisso aureo’, forgiato con oro votivo, offerto in dono a san Pompilio Maria Pirrotti e conservato a Montecalvo Irpino (AV) presso il Museo parrocchiale. Chi ha parlato, ha affermato – impropriamente – che l’arcivescovo non sarebbe “intervenuto”.
Al contrario, si precisa che, non appena è stato informato del fatto – che riveste gli estremi del reato –, l’arcivescovo ne ha riconosciuto la gravità e, dopo un confronto con il parroco del luogo, ne ha sostenuto la scelta che lo stesso inoltrasse denuncia all’Autorità giudiziaria, come poi è avvenuto. Al momento le indagini sono in corso e – come è suo costume, non da oggi, ed obbligo –, finché non si avranno risultati sicuri, egli reputa suo proprio dovere, nel rispetto della giustizia, non interferire in alcun modo su di esse. Quando le indagini avranno dato il loro esito, alla luce di responsabilità certe prenderà le opportune decisioni. Tal modo di agire non è segno né – ancor meno – frutto di disinteresse, ma è dettato dalla doverosa prudenza; diversamente, si rischierebbe di procedere in base a sospetti e illazioni, senza supporto alcuno di prova, aggiungendo così danno a danno in una comunità già lacerata.
Si spera, in tal modo, di aver chiarito le ragioni che hanno, fino al presente, orientato le scelte dell’arcivescovo”. [Nativo] [Correlato]
[Crediti│Testo e Foto: tgnewstv]
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Montecalvo Unito – Comunicato stampa – 06/02/2024
Redazione
Sotto la guida del candidato Sindaco Geom. Gaetano Parzanese, la lista Montecalvo Unito sta consolidando la propria posizione con determinazione. Grazie alla solida rete di contatti, negli ultimi giorni si sono uniti al gruppo personalità di spicco della comunità, tra cui Igino Tufo e altri suoi stimati amici. Queste nuove adesioni conferiscono al nostro progetto una maggiore dinamicità e lo preparano ad affrontare i cambiamenti necessari nei vertici, mantenendo al contempo coesione e rispetto reciproco. Queste qualità sono fondamentali per la ripartenza del nostro paese e costituiscono pilastri essenziali per il successo del nostro gruppo.
È quasi un’armonia cosmica, in cui la vera novità risiede proprio in Montecalvo Unito: dal candidato Sindaco fino a ogni membro della lista, sono tutti pronti ad affrontare le sfide del nostro paese e a dare nuova linfa alla nostra splendida comunità. Questo momento è cruciale, soprattutto dopo 15 anni di stagnazione, come afferma il candidato Pizzillo, che definisce la situazione attuale come “una crisi strutturale estremamente severa”. Al contrario, parlare di novità riferendosi alla lista Pizzillo sembra riduttivo, dato che essa è composta da membri storici che hanno ricoperto ruoli di rilievo nella nostra municipalità per oltre un ventennio. Chiunque cerchi veramente cambiamento e innovazione li troverà sostenendo la lista Montecalvo Unito.
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La sèkoma: il tesoro nascosto della Valle del Miscano
Nel centro di Montecalvo Irpino il blocco di pietra di epoca ellenista racconta pratiche comunitarie ancestrali
Carmine Cicinelli
[Edito 18/06/2023] Montecalvo Irpino, nella Valle del Miscano, è uno scrigno di bellezze e un crocevia di culture. Per visitarla in maniera approfondita non basta un giorno, e forse nemmeno una settimana, tante e tali sono le eccellenze sul piano naturalistico, culturale, storico e naturalmente gastronomico. Un tour per nella zona moderna, ricca di palazzi e chiese, una visita allo storico trappeto, un doveroso passaggio nell’antico borgo di Corsano, sono tutti percorsi turistici consigliati perché ognuno di questi luoghi racconta un pezzo di storia di un territorio davvero eccezionale.
Per chiunque si avventuri a piedi per le stradine del centro del paese, magari per visitare la statua della Mamma bella dell’Abbondanza nella Cappella Carafa o per raggiungere il vicolo degli innamorati, con buona probabilità nei pressi della piazzetta che si apre su Corso Umberto I, dedicata alla vittima delle mafie Giovanbattista Tedesco, si imbatterà in questo singolare blocco di pietra.
A primo acchito può sembrare un reperto archeologico come tanti altri. Ma perché è in mezzo alla strada e soprattutto perché ha questa forma così complessa?
Per chi non la conoscesse si tratta della Sèkoma, un reperto raro e di grande fascinazione storica e dall’importante funzione. Si tratta infatti di uno strumento di precisione utilizzato in passato come pesa pubblica (probabilmente anche come contenitore per misurare la capacità dei liquidi). Una sorta di bilancia utilizzabile da tutti coloro ne avessero bisogno e, in casi estremi, utilizzata perfino dagli agoranomos (i responsabili delle agorà) per dirimere le controversie durante le compravendite.
Esteticamente si presenta come un parallelepipedo in pietra, di colore biancastro/grigio, di circa un metro e mezzo di lunghezza, all’interno del quale si trovano degli incavi semisferici di varie grandezze. Il più grande si trova proprio al centro e si chiama sekoma, ossia l’unità di misura di riferimento dell’epoca (siamo in epoca ellenistica, nel III-II secolo a.C.), che ha una capacità di 73 litri. Accanto ad essa, sui lati, ci sono le sekomata, incavi più piccoli rappresentanti dei sottomultipli. Piuttosto controversa la questione sulla principale funzione della sekoma di Montecalvo Irpino: se per lungo tempo si è pensato rappresentasse una pesa pubblica per i cereali, in particolare il grano considerata la lunga tradizione locale, la presenza di fori di scolo sottostanti gli incavi suggerisce che in origine venisse utilizzata per misurare i liquidi. Qualsiasi sia la tesi giusta, di certo è evidente per chiunque di trovarsi di fronte un pezzo di storia molto importante.
Non è possibile quantificare il valore intrinseco di questo oggetto, ma indubbiamente ci si può fare un’idea del valore simbolico e storico della sekoma di Montecalvo Irpino. Basti pensare che al mondo ne esistono solo altri 2 esemplari, e quella nel paesino del Miscano è l’unica di questa forma in tutta l’Europa Continentale.
A questo punto la domanda più scontata è: cosa ci fa a Montecalvo Irpino questo simbolo della cultura ellenista? Si sono fatte tante ipotesi, la più accreditata di queste ne attribuisce la presenza al transito dei Siracusani di Gerone, che, di passaggio in questo territorio per andare a sostenere Cuma nel 424 a.C., finirono per stanziarsi in zona, apportando logicamente i loro consueti usi e costumi. Un ipotesi per nulla peregrina, pensando alla suggestiva genesi dell’Ospedale di Santa Caterina, sempre a Montecalvo Irpino, fondato dai Cavalieri di Malta Gerosolimitani anch’essi di passaggio qui, di ritorno dalle crociate. [Nativo]
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La Sekoma di Montecalvo Irpino
«La Sekoma Di Montecalvo Irpino Prima Banca Del Civico Monte Frumentario»
Giovanni Bosco Maria Cavalletti
[Edito 22/06/2023] La storia della Sekoma, già adiacente al fontanino della scalinata di Piazza San Pompilio in Montecalvo Irpino, e che dopo aver migrato davanti al municipio montecalvese fa oggi mostra di sé nella rientranza di Corso Umberto da qualche anno intitolata a «Giovanbattista Tedesco», va ricondotta alle vicende legate alla nascita dei primi monti frumentari, pie istituzioni sorte alla fine del xv secolo allo scopo di prestare il grano per la semina ai contadini bisognosi costretti, in assenza del credito, a sfarinare anche le necessarie riserve.
Nei due secoli successivi si ebbe la loro massima diffusione. Non solo considerazioni di carattere iconografico e strutturali, ma anche ragioni politiche e storiche legate all’economia cerealicola del territorio montecalvese, riconducono l’epoca di esecuzione del reperto al XVI secolo.
L’utilizzo del materiale impiegato, calcare caratterizzato dagli inconfondibili «favacci», tipici della cosiddetta «breccia irpina», indica l’estrazione del monolito da una delle antiche cave irpine. La misurazione dei vari spessori del blocco lapideo, in considerazione della tecnica dell’alto rilievo utilizzata per scalpellare le immagini poste sul lato anteriore, rivela l’idea progettuale che inglobava la volontà di indicarne sia la committenza, sia l’utilizzo.
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Gemellaggio Montecalvo – Campi
Mirto De Rosario
[Edito 17/07/2023] Perché sullo sfondo di un atto formale c’è la figura di uno dei santi che ha segnato in maniera indelebile il suo tempo, riuscendo a mantenere immutati, attraverso il suo carisma, in più di due secoli, ascendente ed influenza spirituale e religiosa. Campi Salentina e Montecalvo Irpino uniti nel nome e nel carisma di San Pompilio Maria Pirrotti. Campi, che ne conserva le spoglie mortali, custodite in un’urna nel santuario a lui dedicato, e Montecalvo, che gli ha dato i natali, il 29 settembre 1710. I due paesi, ieri, nel giorno della vigilia della festa del santo, hanno siglato il formale gemellaggio durante un consiglio comunale aperto, che ha visto la presenza degli amministratori delle due municipalità, del Provinciale degli scolopi, Padre Sergio Sereni, e dei religiosi della comunità scolopica di Campi. Un passo ufficiale, storico ed emotivamente coinvolgente, dettato dalla consapevolezza di muoversi con una corrispondenza ideale, fondata su principi di amicizia, collaborazione, reciprocità.
“Nel rapporto profondo tra Campi Salentina e Montecalvo Irpino – ha detto Padre Sereni nel suo intervento – San Pompilio ha rappresentato un collante importante. Si è delineata una storia ricca, che ha segnato i secoli e le generazioni, giungendo fino a noi con uno straordinario impatto religioso e culturale. Quella di San Pompilio è una figura che può compattare le due comunità, non solo con lo sguardo rivolto al passato, ma soprattutto con una prospettiva futura di grande potenzialità”.
“Questo gemellaggio sancisce un momento importante – ha sottolineato il sindaco di Montecalvo Irpino, Mirko Iorillo – emozionante e autentico per sentimenti e valori. Oggi cementiamo un’amicizia tra Campi e Montecalvo nel nome del nostro amato santo e sono convinto che anche noi, insieme, sapremo dare testimonianza di una condivisione virtuosa e utile allo sviluppo delle due comunità”.
“È vero che innanzitutto ci unisce la fede – ha rimarcato Alfredo Fina, sindaco di Campi – ma non possiamo non considerare che questo gemellaggio costituisce un punto fermo ed una chiave di sviluppo per cultura, tradizione, storicità. Da oggi Campi e Montecalvo sono unite in un connubio che porterà senza dubbio un’importante opportunità di crescita, accompagnata anche dalla presenza dei padri scolopi qui a Campi, che conservano l’eredità pompiliana con ammirevole slancio ed impulso spirituale”.
La delibera di consiglio comunale che ha proposto il gemellaggio è stata votata dal consiglio comunale all’unanimità. Per completare l’iter, il medesimo documento verrà siglato il prossimo 19 agosto, giorno in cui lì si festeggia San Pompilio, a Montecalvo Irpino. [Nativo]
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Pappano torna a Castelfranco in Miscano
Redazione
[Ed. 11/08/2023] Castefranco in Miscano BN – Lunedi 14 agosto p.v. il Maestro Pappano ritorna a Castelfranco in Miscano per replicare l’atteso concerto che oramai da anni celebra in memoria del proprio compianto padre. Anche quest’anno l’organizzazione sarà affidata alla costituita Associazione ‘Fondazione P. Pappano’ della quale il Maestro è Presidente onorario, il dott. Tommaso Izzo Presidente e la cui direzione generale è affidata all’avv. Antonio Pio Morcone, già sindaco del Comune di Castelfranco in Miscano nonché ideatore di tale collaudato format. L’evento fruisce del patrocinio morale del Comune di Castelfranco in Miscano. La direzione artistica è del M° Selene Pedicini. [Nativo]