Palazzo Capozzi
Antonio Stiscia
[Ed. 04/08/2006] Palazzo CAPOZZI (Corso Umberto I) – E’ questo uno dei 7 Palazzi Capozzi con relative masserie, appartenenti a questa importantissima famiglia Montecalvese, ma con propaggini in tutta l’Irpinia e con la presenza di personaggi di spessore e di cultura nazionale. La numerosa e ricchissima famiglia si era trasferita anche in altre realtà come Avellino e Montaguto, creando un filo verde tra tante comunità, pur lontane, consentendo a Montecalvo di mantenere una certa importanza intellettuale e politica in ambito provinciale.
Oltre al Palazzo di Corso Umberto,forse il più antico e certamente originario,per la ubicazione(Corso Umberto),vanno ricordati gli altri 3 Palazzi Capozzi,di cui si ha conoscenza: Palazzo Capozzi di Corso Vittorio Emanuele e i 2 Palazzi fronteggianti di Via S. Antonio,dell’un dei quali rimane uno splendido portale con teste di leone in ferro,a testimoniare un potere e una forza combattiva dovuta al quasi naturale connubio tra la forza del metallo e la fierezza della testa leonina Capo-tium / Capotia.
Il Palazzo di Corso Umberto,ancora integro nella struttura seicentesca,vede la presenza dell’androne che anticipava l’accesso al piano nobile,nel mentre nei piani terranei venivano relegate tutte le attività giornaliere(le dispense,il granaio e le cantine),in una sorta di microcosmo,o meglio di cittadella autonoma e autosufficiente. Il portale di arenaria,nella sua semplicità,non deve trarre in inganno, e certamente la non accattivante visibilità non deve distogliere dall’importanza del complesso edilizio, che sorge ai piedi del castello e della corte ducale,e che a sua volta domina le case di corso Umberto,costruite durante l’occupazione spagnola,e di concerto quelle di epoca più tarda del sottostante Trappeto.
Il Palazzo Capozzi ( successivamente passato ad altri proprietari) ha ospitato nel secolo scorso un uomo che per il proprio straordinario impegno di maestro elementare e di letterato, fu insignito dal Ministro Della pubblica Istruzione della Medaglia d’Oro al merito per i grandi servigi resi al Regno d’italia.
Questo straordinario e misconosciuto letterato era il Cav. Mariano Barile,nato a Montefalcione il 28/5/1857 ,insegnante elementare in Montecalvo dove visse l’intera sua esistenza,convolando a giuste nozze con le signore D’Addona Gesuela,e di poi vedovo con la signora Bufano Amelia,spegnendosi tra gli onori della popolazione il 23/4/1940. Ancora un cittadino da ricordare,tra i tantissimi relegati all’oblìo. Ancora una volta si ripresenta il caso del nemo profeta in patria ,forse per la straordinaria abbondanza che ne rende quasi inutile il ricordo. Beati quei paesi che hanno un solo eroe,perché quanto meno ne sanno far tesoro!
Montecalvo,ha avuto la sventura di avere avuto troppi ingegni, che hanno normalizzato la stessa genialità,non è un caso che San Pompilio Mania Pirrotti,è pressoché sconosciuto ai suoi concittadini,che ne ricordano solo il nome,non avendo conoscenza di null’altro che non un vicendevole accostamento con i festeggiamenti augustali,ricchi di luminarie,e dì un godereccio ricordo di un cantante di grido ,inebriato dal profumo di una ardente salsiccia. [Nativo]
Montecalvo Irpino 4 Agosto 2006
[Credit│Foto - Archivio Stiscia]