San Felice Martire – Patrono di Montecalvo Irpino
Antonio Stiscia
[Edito 00/01/2007] Come recita il Martirologio, i Santi Felice e Adautto si ritengono essere stati martirizzati,il 30 Agosto,giorno che il Calendario Ecclesiastico dedica ai due fratelli decapitati ,probabilmente nel 303 D.C., sotto l’impero di Diocleziano.( cfr Sagramentario di San Gregorio Magno). San Felice è uno dei martiri più conosciuti e non è un caso che viene rappresentato col suo compagno (fratello) Adautto(aggiunto) in uno dei primissimi affreschi paleocristiani (Cimitero di Comodilla-Roma) insieme all’Apostolo Pietro. La vicenda del suo martirio è leggibile in ogni manuale e/o enciclopedia,per la straordinarietà dei fatti e per la condizione di presbitero(prete)in un momento in cui la Chiesa Cristiana andava organizzandosi ed espandendosi nell’Impero. A Lui sono dedicate straordinarie Chiese e altari nelle più importanti città della cristianità e in alcune Cattedrali europee(cattedrale di Santo Stefano a Vienna dove si conserva una sua reliquia). Sebbene si sia spesso parlato,a volte a ragione ,sul novero delle migliaia di reliquie,non tutte autentiche ,ciò non toglie che per il nostro Santo le vicende assumono una connotazione particolare.
Fu con una Bolla di Papa Clemente X dell’ 8 Marzo 1673(conservata negli archivi Parrocchiali)che venne donato il Corpo di San Felice Prete e Martire,racchiuso in apposita teca, a Carlo Pignatelli Duca di Montecalvo,come dono personale e con il privilegio di detenerlo nei luoghi e nei decorosi modi che avesse voluto,con la discrezionalità di trasportarlo in ogni dove. Sicuramente,il Papa aveva voluto connotare significativamente la devozione della Famiglia Pignatelli di Montecalvo,dispensatrice di munifiche elargizioni alla Chiesa ( tra cui la tenuta della Collegiata e il mantenimento del copiosissimo clero). Evidentemente,la presenza del Santo Martire nella Cappella privata del Palazzo Ducale,ingenerò stupore e curiosità,nonché un inevitabile e continuo pellegrinaggio,che si andava ad incrementare col verificarsi dei soliti e gravosi eventi naturali,non ultimi i frequenti e disastrosi terremoti. Fu così che il 29 Agosto 1678,si decise di traslocare la preziosissima urna nella Chiesa Collegiata,allocandola in un apposito Cappellone dedicato al Santo Martire,di Jus Patronato della famiglia Pignatelli ,come del resto l’intera Collegiata,costruita anzitempo e intra moenia del Castello-Palazzo.
Questa continuità temporale e sacrale,si perdurerà nei secoli,e naturalmente, il paese prese ad affidarsi a San Felice Prete e Martire, che con la sua presenza e con numerose grazie,cominciò a proteggere la Comunità da tanti catastrofici eventi,compiendo prodigi e miracoli. Va ricordato che la presenza del corpo di questo martire è stata foriera di grandi slanci devozionali e se Montecalvo ha dato vita a esempi di sicura Santità ( San Pompilio Maria Pirrotti,Fra Pacifico…….),il tutto scaturisce da un profondo legame con questo Prete Martire.
Simbolo di questo Santo è la Palma,e l’ Urna è,ancor oggi, oggetto di particolare venerazione da parte del popolo. Le piccole reliquie del Santo ,frutto dei prelievi fatti nelle ispezioni all’urna,eseguite nei secoli,sono oggetto di venerazione e si trovano in varie parti del mondo.
La Regina Ermengarda possedeva una personale reliquia di San Felice da cui non si staccava mai e a cui era particolarmente devota. Il Santo è raffigurato con la pianeta e con la palma(iconografia ufficiale),e oltre ai santini,si conoscono tele e affreschi a lui dedicati e al fratello di martirio,presenti in tutta Europa,a dimostrazione di quanto è ancor vivo il culto per questo martire. A questo Santo sono state dedicate,nei secoli,alcune opere letterarie(poesie,panegirici e piccole agiografie),che andrebbero recuperate e ristampate per la maggior devozione del popolo e per la straordinarietà del personaggio,del cui alito divino abbiamo ancora un irrinunciabile bisogno. [Nativo]